Il problema dei suicidi degli imprenditori in difficoltà economiche, un agricoltore di Altivole, un imprenditore di Arezzo e un artigiano datosi fuoco davanti la sede dell’Agenzia delle Entrate di Bologna, è stato poco considerato sia dalla stampa generale che dal mondo della psichiatria. Bollare come “malati di mente” queste persone non è certamente la soluzione che vogliamo, sarebbe un crimine e una giustificazione pseudoscientifica di quello che avviene nel nostro paese. I suicidi non sono solo un sintomo, sono anche e soprattutto l’ultimo atto dettato dalla disperazione individuale. La storia e la sociologia c’insegnano che nei paesi dove i problemi sociali ed economici sono più elevati, anche il tasso dei suicidi è crescente. A questo link potrete controllare a che punto è l’Italia, tenendo conto che sono gli Stati a fornire i dati e che quindi la loro attendibilità è relativa e filtrata da convenienze politiche. I paesi comunisti ad esempio, truccarono pesantemente al ribasso i loro tassi di suicidio ufficiali, fino ad arrivare al caso estremo dell’Ungheria che smise di comunicarli perchè fuori controllo.
Solo quando l’Italia comunicherà i dati, ufficiali e dovutamente rimaneggiati, del 2012 sapremo se l’attuale condizione economica starà portando un aumento dei suicidi. Cerchiamo però di non dimenticare quello che sta succendendo in questi primi mesi dell’anno, anche grazie al contributo di Carlo Zucchi, con questo suo articolo pubblicato sul quotidiano online L’indipendenza.