ospedale psichiatricoIl decreto interministeriale che dovrà stabilire la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari è all’esame della Conferenza Stato-Regioni. IL ministro della Salute, Renato Balduzzi, durante un’audizione alla Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale ha descritto le principali caratteristiche delle strutture che sostituiranno gli attuali Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).

Saranno a gestione pubblica, gestite dalle ASL locali, con un massimo di 20 posti di capienza e differenziate nella tipologia a seconda delle caratteristiche dei soggetti sottoposti a misure detentive che vi saranno accolti. Il processo di riconversione, ha precisato il Ministro, dovrà compiersi entro il 31 marzo 2013, come previsto dal decreto stesso. Sull’argomento, è arrivata la denuncia del presidente della Commissione, Ignazio Marino che ha sollecitato al Ministro «l’attivazione dei piani di cura individuali da parte delle asl regionali.

Da febbraio 2012 è disponibile un finanziamento pari a 38 milioni di euro per progetti individuali di cure che la Asl regionali dovrebbero attivare in favore di circa 400 internati negli Ospedali psichiatrici giudiziari contro legge –  poiché non ne avrebbero i requisiti – ma questi soldi non sono usati e rischiano d tornare al ministero dell’Economia. Il fondo di 38 mln di euro è previsto per il 2012 e dal 2013 è previsto a tal scopo un finanziamento pari a 55 mln di euro l’anno». Pdl e Lega, in commissione Affari sociali, dove era in corso la discussione sull’adozione di un testo per l’assistenza psichiatrica, hanno posto ai voti, e ottenuto,  una modifica che va in tutt’altra direzione.

Secondo Margherita Miotto, capogruppo Pd nella Commissione Affari sociali «Il testo votato» spiega  «prevede che il malato venga recluso nei manicomi per lunghi periodi, anche anni, e non prende minimamente in considerazione la cura della malattia psichica». Un provvedimento che, se rimane così com’è, spiega Maria Antonietta Farina Coscioni, parlamentare radicale e segretario della Commissione, rappresenta «un passo indietro di quarant’anni».