gravidanza-depressione

gravidanza-depressioneL’aumento del rischio di avere bambini con anomalie cardiache congenite nelle donne trattate con antidepressivi durante la gravidanza non è mai stato veramente chiarito. Gli studi spesso non riescono a controllare per la varietà di fattori di rischio importanti che possono essere associati con l’uso degli antidepressivi o con la depressione. Tuttavia, è noto che il rischio è significativamente più alto tra le donne con molte altre caratteristiche, spesso associate con l’uso di antidepressivi.

Nuovi studi hanno dimostrato che le donne alle quali sono stati prescritti gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) durante gravidanza non sono state a rischio di dare alla luce un bambino con un’anomalia cardiaca congenita più delle altre donne. Neanche le donne alle quali sono stati prescritti antidepressivi non-SSRI in gravidanza hanno avuto un rischio più elevato.

E ‘sorprendente come molti studi che sono stati pubblicati non hanno considerato i fattori di rischio più comuni. Spesso le banche dati o i registri di popolazione usati negli studi non hanno informazioni sul diabete, l’alcol, l’obesità, e l’uso di droghe illecite.

Lo studio pubblicato nel numero di gennaio del Journal of Clinical Psychiatry cerca di fare chiarezza proprio in questo campo.
Per lo studio, i ricercatori hanno valutato i dati dal database di cure primarie dell’Health Improvement Network nel Regno Unito. Sono state incluse 5154 donne che sono state trattate con SSRI prima della gravidanza, 2776 hanno ricevuto i farmaci durante la gravidanza, e 992 che hanno ricevuto antidepressivi diversi dagli SSRI durante la gravidanza.

Tra tutti i gruppi combinati, meno dell’1% dei bambini ha avuto anomalie cardiache congenite durante i primi 5 anni dopo la nascita.

Non ci sono state differenze significative nei tassi di difetti cardiaci tra le donne che avevano usato gli SSRI o antidepressivi non-SSRI. I risultati sono stati gli stessi dopo l’aggiustamento per i fattori che hanno incluso lo status socio-demografiche, caratteristiche dello stile di vita, e l’uso di altri farmaci psicotropi.

Altri fattori, invece, sono stati associati con un aumentato rischio di avere un bambino con anomalie cardiache congenite: il diabete, l’aumento dell’età, l’uso di alcol, l’uso di droghe illecite e l’indice di massa corporea (BMI) superiore a 30.

E’importante riconoscere che la percentuale di donne con il diabete, una storia di abuso di alcol e problemi con droghe illegali è più elevata tra le donne che sono trattate con antidepressivi, perchè spesso le patologie sono collegate e che questi sono fattori di rischio indipendenti per problemi cardiaci congeniti.

I ricercatori concludono quindi che non è l’assunzione di antidepressivi ad aumentare il rischio di anomalie cardiache nei neonati, ma gli altri problemi concomitanti e che sarebbe bene valutare caso per caso se la sospensione del farmaco possa invece peggiorare il diabete, a causa di una dieta sregolata o altre condotte a rischio, come un aumento del consumo di alcol o droghe per compensare il disagio della depressione.

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Una ricerca internazionale ha gettato nuova luce su come le variazioni di sequenze del DNA siano in grado di influenzare l’attività dei geni nel cervello umano in via di sviluppo e predisporre un individuo alla schizofrenia.

Ricercatori dell’Università di Exeter, del King’s College di Londra e dell’Università di Cardiff, hanno condotto il primo studio per verificare come la variazione genetica influenza la metilazione del DNA, una modificazione epigenetica che può avere effetti diretti sulla espressione genica e lo sviluppo del cervello. Nella ricerca pubblicata su Nature Neuroscience, è stata dimostrata la potenziale utilità di tali dati per comprendere i segnali genetici associati con malattie collegate allo sviluppo neurologico, come la schizofrenia.

La metilazione del DNA è una modificazione chimica di una delle quattro basi che compongono il codice genetico, che controlla quando e dove i geni debbano essere espressi. Come con altri segnali epigenetici, la metilazione è nota per essere dinamica in tutto il corso della vita e modificabile da una serie di fattori. Questo processo può rappresentare un possibile nesso tra le variazioni genetiche e lo sviluppo della malattia. In questo studio gli autori hanno verficato che le varianti genetiche associate alla schizofrenia hanno un impatto sulla metilazione del DNA nel cervello in via di sviluppo. È di particolare interesse che alcuni dei fattori di rischio genetici per la schizofrenia sono associati a differenze nella metilazione del DNA già nel primo e secondo trimestre di vita, a riprova che questa malattia fonda le sue origini molto precocemente.

Questo studio è stato realizzato grazie agli enormi progressi nell’identificazione dei rischi genetici per la schizofrenia negli ultimi anni. La variazione genetica può avere effetti significativi sulla regolazione dei geni durante lo sviluppo del cervello, con importanti implicazioni per la comprensione delle origini della schizofrenia e di altri disturbi che vedono nello sviluppo neurologico una componente chiave.

Si ritiene che nella schizofrenia i cambiamenti nelle prime fasi di sviluppo del cervello aumentino la responsabilità di un individuo di sviluppare la malattia più tardi nella vita. Pertanto la comprensione degli effetti genetici delle varianti a rischio sulla regolazione genica durante le prime fasi di sviluppo del cervello possono chiarirci le basi biologiche della schizofrenia.