cannabis Precedenti studi hanno identificato un legame tra uso di cannabis e schizofrenia, ma è rimasto poco chiaro se questa associazione sia dovuta alla cannabis che aumenta direttamente il rischio di sviluppare la malattia.

Questi nuovi risultati suggeriscono che una parte di questa associazione sia dovuta a geni comuni, ma non escludono una relazione causale tra l’uso di cannabis e il rischio di schizofrenia.

Gli studi hanno costantemente dimostrato un legame tra uso di cannabis e schizofrenia. Lo studio ha cercato di esplorare se questo legame esiste a causa di una causa diretta o di un effetto, o se ci possono essere dei geni comuni che predispongono gli individui sia all’abuso di cannabis e alla schizofrenia condiviso.

La cannabis è la droga illecita più utilizzata in tutto il mondo e il suo uso è più elevato tra le persone con schizofrenia rispetto alla popolazione generale. La schizofrenia colpisce circa 1 persona su 100 e le persone che fanno uso di cannabis hanno circa il doppio delle probabilità di sviluppare il disturbo. I sintomi più comuni della schizofrenia sono i deliri (false credenze) e le allucinazioni uditive (sentire delle voci). Anche se la causa esatta non è nota, una combinazione di fattori fisici, genetici, psicologici e ambientali sono in grado di rendere le persone più a rischio di sviluppare la malattia.

Precedenti studi hanno identificato un certo numero di varianti di rischio genetico associati alla schizofrenia, ciascuno di questi singoli rischi produce solo un lieve aumento del rischio individuale di sviluppo della malattia.

Il nuovo studio ha incluso 2082 individui sani di cui 1.011 avevano usato cannabis. E’ stato misurato il “Profilo di rischio genetico” di ogni individuo, cioè il numero di geni correlati alla schizofrenia presenti in ciascun individuo.

I ricercatori hanno scoperto che le persone geneticamente predisposte alla schizofrenia erano più propense a usare la cannabis e usarla in quantità maggiore rispetto a coloro che non possiedono geni di rischio per la schizofrenia.

Sappiamo che la cannabis aumenta il rischio di schizofrenia. Questo studio di certo non esclude l’importanza di questo dato, ma suggerisce che è probabile che vi sia una associazione anche nell’altra direzione, ovvero che una predisposizione alla schizofrenia aumenti anche la probabilità di consumo di cannabis.

Lo studio mette in evidenza le complesse interazioni tra geni e ambiente quando si parla di cannabis come fattore di rischio per la schizofrenia. Alcuni rischi ambientali, come l’uso di cannabis, potrebbero essere più probabili in presenza di una particolare modalità di comportamento e personalità, a loro volta influenzati dal patrimonio genetico. E’ molto complicato dunque calcolare il peso di ogni singolo fattore e la sua natura.

fumatoreUna revisione degli studi sugli effetti della marijuana pubblicato sul “New England journal of medicine” ha messo in risalto non solo la capacità che ha questa droga di ridurre il quoziente intellettivo (QI) negli adolescenti e di interferire con la guida dei veicoli, ma ha anche verificato la maggiore potenza della sostanza venduta oggi, rispetto al passato.

Lo studio, svolto dai ricercatori del National institute on drug abuse (Nida), collega la marijuana a diversi effetti nefasti come la dipendenza, e agli effetti che provoca durante l’adolescenza, periodo di rapido sviluppo cerebrale. La marijuana può danneggiare le funzioni del pensiero e della memoria anche per diversi giorni dopo l’uso. Inoltre, il suo utilizzo regolare nei primi anni dell’adolescenza è in grado di ridurre stabilmente il quoziente intellettivo in età adulta, anche se chi fumava da giovane ha smesso di fumare da grande.

Una indagine del 2013, condotta dagli stessi autori, aveva mostrato che il 6,5% degli studenti all’ultimo anno delle superiori fa un uso di marijuana quasi giornaliero e che il 60% di questi non è consapevole che l’utilizzo regolare della droga può essere dannoso. La marijuana, come l’alcol, può creare dipendenza e che, alterando lo stato percettivo durante la guida, aumenta il rischio di incidenti d’auto. Inoltre, in Italia, l’articolo 187 del Codice della strada punisce l’uso di marijuana con la sospensione della patente. I metaboliti del THC (principio attivo della marijuana) restano nell’organismo per più giorni e quindi spesso gli utilizzatori di questa sostanza risultano positivi agli esami tossicologici, anche giorni dopo aver fumato l’ultima canna.

Gli autori dello studio sottolineano infine alcuni aspetti poco studiati dell’uso di marijuana che dovrebbero essere approfonditi: il fumo passivo; l’impatto a lungo termine dell’esposizione prenatale; il potenziale terapeutico delle singole sostanze chimiche presenti nella pianta della marijuana e gli effetti delle politiche di legalizzazione della marijuana sulla salute pubblica.

ansiaStress – solo la parola può essere sufficiente per far saltare i nervi a qualcuno. Chi non si è mai sentito stressato?. Alcune persone sanno affrontare lo stress in modo più efficace o riprendersi da eventi stressanti più velocemente rispetto ad altri. E’ importante conoscere i propri limiti quando si ha a che fare con lo stress per evitare effetti gravi sulla salute.

Che cosa è lo stress?

Lo stress può essere definito come la risposta del cervello ad ogni esigenza esterna e interna. Molte cose possono innescare questa risposta, compreso i cambiamenti. I cambiamenti possono essere positivi o negativi, nonché reali o percepiti. Possono essere ricorrenti, a breve termine, o a lungo termine e possono includere cose come il pendolarismo da e verso la scuola o il lavoro, un viaggio per una vacanza, o il trasferimento in un’altra casa. I cambiamenti possono essere lievi e relativamente innocui, come vincere una gara, a guardare un film di paura, o una corsa sulle montagne russe. Alcuni cambiamenti sono importanti, come il matrimonio o il divorzio, una malattia grave o un incidente d’auto. Altre modifiche sono estreme, come l’esposizione alla violenza e possono portare a reazioni di stress cosidetto traumatico.

Come influisce lo stress sul corpo?

Non tutto lo stress è negativo. Tutti gli animali hanno risposte allo stress, che possono essere un salvavita in alcune situazioni. Le sostanze chimiche neronali e gli ormoni rilasciati durante questi momenti di stress, preparano l’animale per affrontare una minaccia o fuggire per la propria sicurezza. Quando dovete affrontare una situazione pericolosa, il polso accelera, il respiro si fa più veloce, i muscoli si tendono, il cervello usa più ossigeno e aumenta l’attività di molte funzioni, tutte volte a sopravvivere . Nel breve termine, può anche stimolare il sistema immunitario.

Tuttavia, con lo stress cronico, quelle stesse sostanze nervose che sono salvavita in brevi possono sopprimere le funzioni che non sono necessarie per la sopravvivenza immediata. Le difese immunitarie si abbassano e le funzioni digestive, escretorie e riproduttive smettono di funzionare normalmente. Una volta che la minaccia è passata, altri sistemi del corpo agiscono per ripristinare il normale funzionamento dell’organismo. I problemi si verificano se la risposta allo stress dura troppo a lungo, ad esempio quando la fonte di stress è costante, oppure se la risposta continua dopo che il pericolo è passato.

Come influisce lo stress sulla salute generale?

Ci sono almeno tre diversi tipi di stress, tutti rappresentano dei rischi per la salute fisica e mentale:

  • Lo stress da routine legato alle pressioni sul lavoro, in famiglia e altre responsabilità quotidiane.
  • Lo stress causato da un improvviso cambiamento negativo, come la perdita di un lavoro, il divorzio, o una malattia.
  • Lo stress traumatico, vissuto in un evento come incidenti, guerre, aggressioni, o catastrofi naturali dove si può essere seriamente feriti o in pericolo di morte.

Il corpo risponde ad ogni tipo di stress in modo simile. Le persone possono sentirre questa reazione in modi diversi. Ad esempio, alcune persone possono presentare sintomi principalmente digestivi, mentre altri possono avere mal di testa, insonnia, umore depresso, rabbia e irritabilità. Le persone sotto stress cronico sono inclini a infezioni più frequenti e gravi, soprattutto virali, come l’influenza o il raffreddore, e vaccini, come quello antinfluenzale, sono risultati meno efficaci.

Qualsiasi sia il tipo di stress, i cambiamenti nella salute dovuti allo stress quotidiano, routinario, possono essere più difficili da notare in un primo momento. Poiché la fonte di stress tende ad essere più costante rispetto ai casi di stress acuto o traumatico, il corpo non riceve il segnale chiaro per tornare al normale funzionamento. Nel corso del tempo, il continuo sforzo del vostro corpo dato dallo stress di routine può portare a gravi problemi di salute, come malattie cardiache, ipertensione, diabete, depressione, disturbo d’ansia e altre malattie.

Come posso far fronte allo stress?

Gli effetti dello stress tendono ad accumularsi nel tempo. L’adozione di misure concrete per mantenere la vostra salute e le prospettive possono ridurre o prevenire questi effetti. Di seguito sono riportati alcuni suggerimenti che possono aiutare a gestire lo stress:

  • Se ci si sente sopraffatti, senza la capacità far fronte ad un problema, o aver cominciato ad usare alcol o altre droghe per sentirsi meglio o se compaiono pensieri suicidari cercare sempre l’aiuto di un professionista della salute mentale (uno psicologo o uno psichiatra).
  • Rivolgersi al proprio medico per problemi di salute già esistenti o nuovi, non tralasciarli.
  • Rimanere in contatto con persone che possono fornire un sostegno emotivo o di altro genere. Chiedere aiuto ad amici, parenti, organizzazioni sociali o religiose per ridurre lo stress causato da oneri di lavoro o problemi familiari, come prendersi cura di una persona cara.
  • Riconoscere i segni di risposta del corpo allo stress, come i disturbi del sonno, l’aumento di consumo di alcol o altre sostanze, l’irascibilità, la sensazione di depressione e il calo delle energie.
  • Stabilire delle priorità. Decidere ciò che deve essere fatto subito e cosa può aspettare. Imparare a dire di no a nuovi compiti, se questi ci sovracaricheranno.
  • Guardare a ciò che si è realizzato alla fine della giornata, non a quello che non siete stati in grado di fare.
  • Evitare di soffermarsi troppo sui problemi. Se non è possibile farlo da soli, cercare l’aiuto di un professionista qualificato della salute mentale che può aiutarvi.
  • L’esercizio fisico regolare, soli 30 minuti al giorno di camminata a passo normale possono aiutare a migliorare l’umore e ridurre lo stress.
  • Pianificare orari regolari per le attività sane e rilassanti .
  • Valutare programmi di gestione dello stress, che possono il rilassamento muscolare, il training autogeno, la meditazione, lo yoga, il tai chi o altri esercizi dolci.

Mens Sana offre diversi programmi per la gestione dello stress. I suoi professionisti potranno aiutarvi a guarire dallo stress e insegnarvi a gestire i momenti più difficili. Sono disponibili programmi individuali e di gruppo.

Per maggiori informazioni o semplicemente per un consiglio potete inviare una email a info@mens-sana.biz.
Per fissare un primo incontro potete telefonare allo 06 8339 0682.

ospedale psichiatrico Il Parlamento approva il disegno di legge, già approvato dal Senato, il decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante “Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari”. Il provvedimento determina in maniera definitiva la proroga della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo 2015, in favore delle nuove Rems. L’Aula ha respinto tutti gli emendamenti presentati che chiedevano una ulteriore proroga del termine ultimo per la chiusura di queste strutture per permettere alle Regioni di realizzare le nuove Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza (Rems).

Il decreto-legge 52/2014 rende anche eccezionale l’adozione della misura di sicurezza del ricovero negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Per evitare gli ‘ergastoli bianchi’ (così vengono chiamate le proroghe continue della misura di sicurezza disposte dal giudice pur in assenza di pericolosità sociale), il provvedimento stabilisce l’impossibilità di scontare una pena detentiva all’interno di tali strutture di durata superiore a quella a cui potrebbe essere condannato se ritenuto imputabile.

Il decereto legge, inoltre, prevede che, salvo quando sono acquisiti elementi dai quali risulta che ogni altra misura diversa dal ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario non è idonea ad assicurare cure adeguate, e a fare fronte alla sua pericolosità sociale, il giudice dispone nei confronti dell’infermo o del seminfermo di mente l’applicazione di una misura di sicurezza – anche provvisoria – diversa dal ricovero in Opg o in una casa di cura. Viene richiesto un maggior rigore nell’accertamento della pericolosità sociale che giustifica il ricovero in Opg.

Le Regioni dovranno organizzare corsi di formazione per gli operatori del settore. Entro il 15 giugno 2014, possono modificare i programmi presentati e destinare parte delle risorse alla riqualificazione dei dipartimenti di salute mentale, e allo stesso tempo contenere il numero complessivo di posti letto da realizzare nelle Residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza. Queste Residenze, almeno nella Regione Lazio non esistono, o meglio saranno realizzate semplicemente destinando alcuni reparti di Case di Cura Neuropsichiatriche Convenzionate al ricovero di queste persone. Già due anni fa, su indicazione della ex Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e dopo il sopralluogo del Ministero della Giustizia, sono state individuate alcune cliniche che probabilmente accoglieranno questi pazienti.

Sarà impossibile il protrarsi, sia delle misure di sicurezza detentive, provvisorie o definitive che dei ricoveri nelle Rems, per una durata superiore al tempo stabilito per la pena detentiva prevista per il reato commesso. Fino ad oggi invece, il ricovero in Opg poteva essere prolungato se, oltre il periodo previsto dalla condanna detentiva, la persona veniva ritenuta ancora pericolosa socialmente.

Secondo il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, che avevano chiesto ulteriori proroghe per la chiusura, i tempi sono troppo stretti e fra un anno il Parlamento sarà costretto ad una ulteriore modifica del decreto legge. Potrebbero avere ragione: la chiusura definitiva dei manicomi, disposta nel 1978, avvenne solo nel 1994, 16 anni dopo.