miti suicidioLibera Cittadinanza Onlus e Mens Sana Onlus promuovono una raccolta di abiti e accessori (borse, zaini, cappelli, lenzuola e coperte) non più utilizzati e in buone o discrete condizioni. Questi verranno destinati all’associazione “Giovani Tiburtini”, gruppo di volontari che opera da molti anni presso la stazione Tiburtina, in aiuto dei senza fissa dimora.

Gli oggetti possono essere consegnati presso la sede di Via Labicana 62 a Roma, in orario 10-13 oppure 15-19.

A cura della Dott.ssa Maria Langellotti, Psicologa-Psicoterapeuta comportamento alimentare

Nell’adolescenza il desiderio di piacere agli altri, di inserirsi nel gruppo dei pari e di essere accettati, insieme al cambiamento psicofisico e allo sviluppo dell’identità, possono portare ad un rapporto disfunzionale con il cibo e con il proprio corpo. Anche la cultura di appartenenza e i mass media, nel delineare uno standard di bellezza, possono incidere in maniera significativa sulla percezione di sé e sulle abitudini alimentari, favorendo l’attuazione di diete ferree e di un eccessivo controllo sull’alimentazione e sul peso. Le problematiche relative al comportamento alimentare spesso si traducono in veri e propri disturbi come l’Anoressia e la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata.

Anoressia Nervosa: la principale caratteristica è la ricerca della magrezza e il raggiungimento di un peso corporeo molto basso. Queste persone seguono una dieta fortemente ipocalorica associata in alcuni casi ad attività fisica eccessiva, vomito auto-indotto o uso improprio di lassativi e/o diuretici. Spesso si associano deficit di concentrazione, ansia, depressione, perdita di interesse sessuale e isolamento sociale.

Bulimia Nervosa: I tentativi della perdita di peso sono interrotti dalle abbuffate compulsive. A differenza dell’Anoressia, nella maggior parte dei casi si manifestano condotte di eliminazione come il vomito auto-indotto e vengono spesso usati lassativi e/o diuretici. Anche in questo caso si associano depressione e ansia.

Disturbi da Alimentazione Incontrollata: caratterizzati da abbuffate ma senza comportamenti di compenso; le persone non seguono una dieta, tendono a mangiare in eccesso e spesso è presente una condizione di sovrappeso e obesità.

In generale le persone che soffrono di disturbi alimentari hanno continue preoccupazioni nei confronti del peso e delle forme corporee, basando la valutazione di se stessi esclusivamente sul loro aspetto fisico. Pensano che solo se riusciranno ad essere abbastanza magri allora potranno trovare un nuovo partner, degli amici, un lavoro gratificante ed essere ammirati.

Questo pregiudizio rafforza una serie di pensieri problematici nei confronti del proprio corpo che con il tempo tendono a diventare delle vere e proprie ossessioni.

A tutto questo si associa un’incapacità nel valutare obiettivamente l’aspetto del proprio corpo. Questi disturbi sono legati ad una scarsa considerazione di sé, basso livello di autostima e incapacità di reggere i ritmi della vita quotidiana e di rispondere in maniera adeguata alle richieste dell’ambiente. Il successo o il fallimento nella sorveglianza del peso diviene un simbolo della capacità di dominare la propria vita.

Le problematiche alimentari assumono diverse forme in rapporto al genere. Per quanto riguarda le ragazze, infatti, emergono maggiormente fattori come la fissazione per il cibo, per le diete e per le forme corporee; diversamente, nei ragazzi le problematiche riguardano maggiormente la sfera della prestanza fisica e si manifestano attraverso un eccessivo esercizio fisico. I disturbi della condotta alimentare esprimono il profondo malessere che caratterizza l’esistenza di molte persone e rappresentano una problematica emergente nella nostra società con gravi ripercussioni sulla qualità della vita.

 

 

Libera Cittadinanza Onlus sta avviando il progetto di assistenza volontaria totalmente gratuita ad anziani e disabili in partnership con Romaltruista.it.
I volontari di Romaltruista si mettono a disposizione degli anziani che una volta a settimana desiderano avere un po’ di compagnia, fare una passeggiata, giocare a carte, leggere e commentare il giornale, ecc.
I volontari non sono badanti e non sono assistenti leggeri e possono svolgere solo attività di mera compagnia.
Purtroppo, trattandosi di volontariato puro, la continuità di presenza del volontario non è garantita e ai volontari non bisogna farvi ricorso per svolgere attività essenziali: si tratta infatti di persone gentili e generose che però potrebbero, all’ultimo istante, disdire l’impegno per difficoltà sopravvenute.

Chiedi di entrare nel progetto compilando questo piccolo modulo

 

farmaci Dagli inizi di Ottobre è disponibile anche in Italia il nalmefene, un nuovo farmaco per la cura dell’abuso alcolico e della dipendenza da alcol. Si tratta di un prodotto già conosciuto da tempo, con modifiche importanti apportate dalla tecnologia farmaceutica, per la cura di varie dipendenze.

Il nalmefene non è un prodotto che interferisce con l’effetto dell’alcol. E’ l’effetto rinforzante che spinge a bere ancora e nuovamente che questo farmaco va a colpire. L’alcol possiede come altre sostanze la proprietà di spingere la persona ad assumerlo ancora, e di insistere anche se ci si sta intossicando, e anche se si ha l’intenzione di non bere. Il rinforzo è un meccanismo automatico.

Il nalmefene è un prodotto che può essere utilizzato anche in alcolisti che bevono a differenza di altre terapie che richiedono la sospensione totale dell’alcol. I medicinali per l’alcolismo partono dal presupposto che la persona, anche se ha interrotto, potrebbe ricadere con facilità, e utilizzano la ricaduta per allontanare la persona dal suo stato di discontrollo. Nel caso del disulfiram, la persona beve e sta male; nel caso del naltrexone o del nalmefene, la persona beve ma non è invogliata a continuare oltre, e nel tempo questo effetto aumenta d’intensità, fino a mantenere la persona lontanta dal desiderio dell’alcol e a evitare che, nel caso in cui beva di nuovo qualcosa per il desiderio residuo, il desiderio possa riaccendersi.

Il nalmefene è un prodotto che potrebbe anche essere usato al bisogno, solo quando il rischio di ricaduta aumenta, prendendolo prima dell’esposizione all’alcol. Non è però così semplice che la persona alcolista capisca come comportarsi solo con una prescrizione medica. La maggioranza degli alcolisti che non sta bevendo regolarmente infatti cerca di controllarsi, e se non ha il tempo di prendere il farmaco prima di bere ha vanificato tutto.
Cercare di evitare la ricaduta non vuol dire saperla gestire bene. Finito l’effetto del farmaco, essa si riprensenterà prima o poi. Gestire una ricaduta significa sapere come comportarsi in caso di ricaduta, capire che la ricaduta inizia con la voglia di bere, ancor prima della bevuta. Così, se l’idea è di tener duro finché non si beve, con l’idea che non deve succedere, non si gestisce e nemmeno si previene alcuna ricaduta.
E’ stato dimostrato che quando la terapia farmacologica e la psicoterapia sono orientate alla gestione delle ricadute piuttosto e non solo al controllo del desiderio, gli esiti del trattamento sono migliori.

Una cosa importante da sapere è che il nalmefene non cura l’astinenza da alcol. Quindi iniziare questa cura smettendo bruscamente di bere, non è indicato e può essere rischioso. L’astinenza da alcol va trattata in modo specifico.

Il nuovo farmaco agisce sul sistema cerebrale degli oppiacei, che esiste in natura per trasmettere segnali, le cosiddette “morfine interne”, per distinguerle dall’eroina e dalla morfina che si assumono come sostanze esterne, d’abuso. Gli antagonisti oppiacei bloccano l’azione sia delle morfine interne che esterne. L’alcol coinvolge due meccanismi. L’alcol stimola la produzione di morfine interne, meccanismo con cui viene associato a sensazioni piacevoli, facendo aumentare la voglia di continuare a bere. Il blocco oppiaceo ostacola la tendenza a memorizzare l’alcol come piacevole e quella di continuare a bere una volta iniziato. La capacità di controllo, dunque, migliora. Questo effetto si rafforza nel tempo, le ricadute sono sempre più diradate e più brevi.

Non tutti i pazienti però rispondono a questa cura. Non tutti riescono a raggiungere il controllo totale, ma anche con un controllo parziale si possono avere dei miglioramenti nella gestione della propria vita. Per gestire a lungo termine le ricadute e quindi questa malattia è necessario costruire una rete attorno a sè, un insieme, non solo di farmaci, ma anche di persone che possono aiutare a prevenire le ricadute. I maggiori successi infatti, lo dice tutta la letteratura scientifica internazionale, si hanno quando il paziente, oltre ad assumere farmaci adatti, segue un gruppo di mutuo aiuto, oppure una psicoterapia cognitivo comportamentale mirata.

fumatoreUno studio pubblicato sul Journal of Psychiatry ha evidenziato un’associazione tra fumo di sigaretta durante la gravidanza e aumento del rischio di sviluppare il disturbo bipolare nei figli, una volta diventati adulti adulti. I ricercatori del New York State Psychiatric Institute e del Dipartimento di Epidemiologia presso la Mailman School of Public Health presso la Columbia University hanno valutato da un’ampio gruppo di donne in gravidanza che hanno partecipato al Child Health and Development Study tra gli anni 1959-1966. Lo studio è stato basato su 79 casi e 654 soggetti di controllo. Il fumo materno durante la gravidanza è associato a un aumento del rischio doppio di Disturbo Bipolare nella loro prole.

E’ noto che fumare durante la gravidanza contribuisce a problemi significativi per il futuro bambino in utero e dopo la nascita, come basso peso alla nascita e difficoltà attentive. Questo è il primo studio a suggerire un’associazione tra l’esposizione prenatale al tabacco e il Disturbo Bipolare, una grave malattia psichiatrica caratterizzata da cambiamenti significativi nell’umore, che alterna periodi di depressione e mania. I sintomi di solito diventano evidenti nella tarda adolescenza o all’inizio dell’età adulta.

Gran parte della psicopatologia associata all’esposizione prenatale al tabacco ha derscritto i rischi per il deficit di attenzione e iperattività (ADHD) , il disturbo oppositivo provocatorio, i disturbi della condotta (CD) e i disturbi da abuso di sostanze. Anche se vi sono differenze significative, il Disturbo Bipolare condivide una serie di caratteristiche cliniche con questi disturbi, tra cui la disattenzione , l’irritabilità , la perdita di autocontrollo , e la propensione all’abuso di droga e alcol. In effetti, er agià noto che i bambini che sono stati esposti al fumo di tabacco in utero possono presentare alcuni sintomi e comportamenti che si ritrovano nel Disturbo Bipolare.

In un precedente studio il Dr. Brown e colleghi avevano scoperto che il virus influenzale in donne in gravidanza è stato associato con un rischio aumentato di quattro volte che il loro bambino avrebbe sviluppato un Disturbo Bipolare.

incontriSABATO 26 OTTOBRE 2013 – ORE 9.30 – 13.30
Organizzato dall’Associazione Mens Sana Onlus

Le dipendenze costituiscono un problema sanitario di portata mondiale, che ha enormi ripercussioni economiche, psicologiche e di salute pubblica. Insieme ai problemi relativi all’alcol, e all’uso di sostanze stupefacenti, risulta sensibilmente aumentata l’accessibilità ad altre forme di dipendenza come la compulsione verso il gioco d’azzardo, Internet, il cibo, e che si configurano nel quadro delle “Nuove Dipendenze”. Tutte le forme di dipendenza patologica coinvolgono e possono portare sofferenza anche nel contesto familiare e sociale del diretto interessato. Il corso nasce dalla convinzione che il confronto e la condivisione sulle tematiche della dipendenza possano essere fonte di risorse per coloro che vogliono approfondire o che vivono da vicino tali problematiche.

FINALITÀ DELL’INCONTRO

La finalità è quella di promuovere un processo di sensibilizzazione e informazione verso le dipendenze patologiche e aumentare la conoscenza  sulle possibilità di intervento per gli individui e per le loro famiglie o gruppi di supporto.

OBIETTIVI

1. Informare sui fattori di rischio delle Dipendenze;
2.Fornire indicazioni in merito alle possibili cure per le Dipendenze ad oggi più utilizzate ed efficaci;
3. Accogliere le richieste d’aiuto;
4. Aumentare la conoscenza sul tema generale della Dipendenza Patologica;
5. Favorire la comprensione delle diverse tipologie di Dipendenze, dall’alcol, al fumo, al gioco, promuovendone il riconoscimento a fini preventivi.

POSSONO PARTECIPARE tutte le persone e le famiglie interessate al tema della Dipendenza. È previsto un massimo di 25 partecipanti, al fine di consentire uno scambio e una partecipazione attiva da parte di tutti.

TEMI DELL’INCONTRO

1. Come riconoscere la Dipendenza patologica: caratteristiche principali
2. Gli effetti di alcune sostanze sul nostro organismo
3. Le Nuove Dipendenze: dall’abuso di sostanze ad altre forme di dipendenza
4. Il processo di cambiamento: cosa fare?
5. A chi rivolgersi: la richiesta d’aiuto
6. Possibilità di cura per le Dipendenze Patologiche.

CONDUCONO L’INCONTRO

Dr.ssa Maria Langellotti, Psicologa-Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Associazione Mens Sana Onlus; Contatti: 3337813785, e-mail: info@marialangellotti.com

Dott. Marco Paolemili, Psichiatra, Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Associazione Mens Sana Onlus; Contatti: 3206975533 e-mail: info@mens-sana.biz

MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE

Per partecipare è sufficiente inviare una email indicando Nome e Cognome al seguente indirizzo di posta elettronica: info@mens-sana.biz
L’evento è gratuito

SEDE: Roma, Associazione Mens Sana, Sala Conferenze di via Merulana 134

PER ULTERIORI INFORMAZIONI

email : info@mens-sana.biz

Dr.ssa Maria Langellotti tel. 333 78 13 785

Dott. Marco Paolemili : tel. 320 69 75 533