La compagnia Agathè, formata da giovani donne che stanno cercando di lanciarsi nel mondo delo spettacolo, con i toni leggeri ed ironici che la contraddistinguono, mette in scena “Intanto che aspetto” una commedia tutta al femminile dal ritmo serrato e dallo stile pungente.

Il tema principale è quello che viene definito, secondo uno stereotipo comune, “il momento più bello nella vita di una donna”: la gravidanza. Ma nella realtà è davvero così?

Lo spettacolo sarà in programmazione a Roma nel Teatro Cometa Off (Via Luca della Robbia, 47) dal 30 aprile al 5 maggio 2013, dal martedì al sabato alle ore 21.00 e la domenica alle ore 18.00.

Il costo del biglietto sarà di 12 euro (l’incasso non sarà devoluto in beneficienza, ma sarà un sostegno per queste ragazze promettenti).

Non mancate di dare il vostro aiuto, vi aspettiamo a teatro!

cannabisL’uso precoce di cannabis rappresenta un fattore di rischio per una dipendenza dalla stessa e altre sostanze illecite e per problemi di carattere psicosociale, tra cui le difficoltà di apprendimento scolastico, i disturbi depressivi e i disturbi psicotici. Per questo motivo, l’identificazione dei soggetti a rischio e dei fattori associati all’uso precoce di cannabis rappresentano un target cruciale per lo sviluppo di interventi di prevenzione efficaci. I fattori della prima infanzia associati all’uso di sostanze stupefacenti riguardano una complessa interazione tra variabili personali, familiari, genetiche e biologiche. Un gruppo di ricercatori dell’Università del Queensland (Australia) ha condotto uno studio prospettico per esaminare le caratteristiche dei consumatori precoci di cannabis e l’influenza dei diversi fattori di rischio potenziali che ne hanno influenzato l’uso.

Del campione di circa 3.500 persone, seguite in follow up fino all’età di 21 anni, il 51% non aveva mai utilizzato cannabis, mentre il 36,7% è stato classificato come utilizzatore occasionale e il 12,3% utilizzatore frequente. L’età media del primo utilizzo era di 16 anni. In generale, i consumatori precoci di cannabis prima dei 15 anni erano in prevalenza maschi, con madri molto giovani e sole al momento della nascita del figlio, e con un basso livello d’istruzione. L’uso precoce di cannabis risultava correlato a rapporti instabili tra i genitori, separazioni e cambi frequenti dei partner. I risultati, quindi, suggeriscono come l’ambiente familiare in cui i bambini crescono giochi un ruolo cruciale rispetto all’uso precoce di sostanze.

 

In tempo di crisi economica molte famiglie hanno cominciato a prendersi cura direttamente dei propri bambini, degli anziani e della casa, mentre gli  immigrati, che vengono esclusi dal mercato del lavoro domestico, si rendono disponibili a svolgere qualsiasi mansione a qualsiasi prezzo.

La percezione della difficoltà economica delle famiglie dovrebbe rendere meno appetibile il ricorso allo strumento legale per ottenere quanto i datori di lavoro non concedono volontariamente. Invece nel campo del lavoro domestico il contenzioso stia aumentando vertiginosamente.

Le famiglie infatti cercano di ottenere l’aiuto di cui necessitano a fronte di retribuzioni più basse, contando sulla concorrenza che i lavoratori si fanno tra di loro. Convinte come sono che, se il lavoratore accetta l’accordo proposto e il rapporto viene denunciato all’Inps, non ci sia rischio di vertenza.

In realtà, c’è poca differenza nel numero di contenziosi tra rapporti regolari e rapporti irregolari. C’è molta differenza invece nell’esito degli stessi, che, se ben gestiti, nei rapporti regolari è più favorevole al datore di lavoro. Denunciare il rapporto di lavoro è quindi il primo passo. Non sufficiente a tenerci al riparo da brutte sorprese.

Le famiglie devono cominciare a pensare il rapporto di lavoro domestico in modo “professionale”. Non basta affidarsi al CAF sotto casa per effettuare la denuncia all’Inps. Bisogna conoscere il Contratto Nazionale, redigere un prospetto paga, gestire accuratamente ferie, permessi, malattia e straordinario, tenere nota dell’orario di lavoro effettivo e rendere tracciabili i pagamenti.

I lavoratori italiani e stranieri si inseriscono in questo settore perché è poco professionalizzato e perché le famiglie sono inesperte. Possono accettare qualsiasi retribuzione e poi, a fine rapporto, rivendicare le eventuali differenze. Sono tanti i sindacati o gli studi legali disponibili a patrocinarli sulla base di un “patto di quota lite”. Di qui la proliferazione dei contenziosi.

Per tutelare i datori di lavoro, Assofamiglie mette a disposizione la propria consulenza gratuita. Gli appuntamenti si tengono presso la sede dell’associazione in Via Merulana 134, a Roma.
Per fissarli basta chiamare lo 0698381500.

Per chi vuole approfondire l’argomento ci sono invece i workshop gratuiti per i soci di Assofamiglie. Se non si è soci di Assofamiglie o di Libera Cittadinanza Onlus, l’adesione può essere data al primo incontro compilando il modulo di adesione e versando la quota associativa annuale di 10,00 euro.

Ecco gli appuntamenti:

  • martedì  16 aprile h 18.00 – 19.30 : “La selezione del personale domestico”
  • venerdì 19 aprile h. 15.00 – 19.30 : “Il Contratto Nazionale di Lavoro Domestico

 

La partecipazione ai workshop è limitata a 20 persone. Prenotatevi presto accedendo a questa pagina web

E’ stato innalzato il divieto di vendita delle sigarette elettroniche con presenza di nicotina da 16 a 18 anni. Con un’ ordinanza firmata dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, è stato modificato quanto era stato deciso a settembre, è stato cioè equiparato il divieto di vendita delle sigarette elettroniche a quello delle vere sigarette. Il divieto varrà fino al 31 ottobre 2013, dovrà essere il nuovo Ministro a rendere tale disposizione definitiva.

Il Ministro della Salute aveva chiesto all’Istituto superiore di sanità un parere in merito al rischio legato all’utilizzo, in particolare sui minorenni, delle sigarette elettroniche. Gli ultimi aggiornamenti scientifici, infatti, hanno fatto emergere possibili pericoli. L’Istituto Superiore di Sanità ha fornito le proprie valutazioni già in dicembre: anche per i prodotti a bassa concentrazione, la dose quotidiana accettabile di nicotina, come determinata dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) – è superata anche con un uso moderato delle sigarette elettroniche. Ciò appariva ancora più evidente negli adolescenti.

Il Ministero, dunque, è giunto alla conclusione che non si possono escludere effetti dannosi per la salute. Il ministro Balduzzi ha chiesto un ulteriore parere al Consiglio superiore di sanità che dovrà valutare questo studio e stimare la pericolosità delle sigarette elettroniche nonché stabilire se queste, e le ricariche contenenti nicotina o altre sostanze, possano ricadere nella definizione di ”medicinale per funzione”, pur in assenza di un’esplicita destinazione d’uso da parte del responsabile dell’immissione in commercio. A differenza dei prodotti contenenti nicotina, come gomme e cerotti, le sigarette elettroniche non sono considerate presidi medici e quindi prodotti terapeutici sostitutivi della nicotina per la cura della dipendenza.