La Società italiana di ginecologia ha portato a termine un sondaggio tra i giovani italiani sotto i trent’anni. Ne emerge che uno su tre confessa di essere insoddisfatto della propria vita sessuale, impaurito di non farcela, forse annoiato. Per questo cerca aiuto fuori della coppia e lo trova nell’alcol, droga e viagra. Il 29% dei giovani maschi e il 35% delle femmine giudica insoddisfacente la propria vita sessuale. Calo del desiderio, ansia da prestazione, paure legate ad un non corretto uso dei contraccettivi, dolore, disturbi vari sono i problemi che i giovani hanno in relazione al sesso.
Il sondaggio fa parte del progetto “Scegli tu“, che ha l’obiettivo di sensibilizzare i giovani a rapporti sessuali consapevoli e protetti. Tra i dati più significativi emersi, sei uomini su dieci e cinque donne su dieci sono convinti che l’alcol possa essere un aiuto efficace per migliorare la sessualità. Fra i maschi, quasi uno su cinque si dichiara poco o per nulla competente in materia di sesso, fra le femmine la situazione è di poco migliore.
Ricercatori statunitensi dello Scripps Research Institute (Florida) hanno individuato un meccanismo chiave che innesca la dipendenza da nicotina. Lo studio guidato da Paul Kenny, pubblicato sulla rivista ‘Nature’, ha condotto all’identificazione di un sentiero del nostro cervello che regola la vulnerabilità al tabacco. Una scoperta che potrebbe aprire nuovi spiragli alla messa a punto di innovative terapie ‘anti-bionde’, tant’è che i ricercatori che hanno siglato lo studio sono già a lavoro su un nuovo programma di ricerca per battere questa nuova strada in team con i colleghi dell’Università della Pennsylvania.Nel mirino degli scienziati è finito un recettore che regola le risposte cerebrali alla nicotina. Inibendo la proteina in questione in topi ingegnerizzati in laboratorio, gli studiosi hanno potuto constatare che gli animali erano portati a consumare molta più nicotina del normale. Questo effetto, ipotizzano dunque i ricercatori, potrebbe essere invertito stimolando l’espressione del recettore al centro dello studio e spegnere così la voglia di ‘bionde’. “Crediamo che questi dati traccino un nuovo quadro per la comprensione della spinte motivazionali al consumo di nicotina – sottolinea Kenny – indicando le vie del cervello che regolano la vulnerabilità alla dipendenza da tabacco”.In particolare, sotto la lente di ingrandimento degli studiosi è finita la subunità del recettore nicotinico alfa 5, e la sua particolare attività in un’area cerebrale definita tratto abenulo-interpeduncolare. La nicotina, hanno così svelato i ricercatori, attiva in quest’area del nostro cervello il recettore nicotinico in questione, innescando una reazione che può potenzialmente smorzare la voglia di tabacco. Il fumo, ricordano le statistiche citate su ‘Nature’, è una delle principali cause di morte in tutto il pianeta, con oltre 5 milioni di persone che ogni anno perdono la vita. Nelle morti per cancro al polmone, il fumo è considerata la causa principale in oltre il 90% dei casi.
Da Adnkronos salute
Dott.ssa Grossi, buongiorno. Ho visto che lei si occupa anche di infanzia per questo ho pensato di scriverle. Ho un bimbo di 4 anni e noto che ha difficoltà nel pronunciare diverse parole insomma sembra che il linguaggio non sia ancora scattato completamente. Sono un po’ preoccupata … cosa dovrei fare??? Aspettare che gli scatti o prendere comunque provvedimenti?
Lettera firmata
Buongiorno Signora, il linguaggio rappresenta un processo molto complesso che nei bambini normodotati dovrebbe evolvere dai 12 ai 24 mesi con grande variabilità individuale e culturale. Per apprendimento si intende infatti un processo psichico che consente una modificazione del comportamento per effetto dell’esperienza; i fattori che precedono dell’ apprendimento del linguaggio in particolare, sono la lallazione(ovvero ba-ba-ba, ma-ma-ma), l’utilizzo di gesti, l’indicazione, l’alternanza di sguardi con l’interlocutore, l’imitazione, il gioco simbolico, il gioco del far finta, ecc. Per parlare di ritardo o disturbo del linguaggio bisogna prima escludere fattori organici o cause neurologiche. Inoltre, benché un problema di ordine linguistico sia considerato patologico è necessario che sia tanto grave da ostacolare lo sviluppo sociale e l’apprendimento.
In questo caso, un intervento precoce sul bambino, potrebbe favorire lo “scatto” di cui lei parlava e potrebbero essere comunque limitati i rischi di disturbi di apprendimento successivi. Questo perché ,anche per il linguaggio, parliamo comunque di apprendimento, quindi c’è il rischio che gran parte dei meccanismi che siano dietro a tale processo possano essere in qualche modo compromessi. Ma ripeto un intervento precoce su tale difficoltà potrebbe comunque essere efficace in quanto più il bambino è piccolo più il suo cervello è plastico; ovvero ha una maggiore flessibilità cerebrale, ha più possibilità di compensare carenze o difficoltà cognitive e quindi adattarsi e ristrutturarsi.
Pertanto le suggerisco ovviamente di spronare suo figlio motivandolo alla comunicazione in un ambiente affettivo sereno, tranquillo e stimolante per lui.
Inoltre le consiglierei di far intraprendere al bambino un intervento precoce con una terapia logopedica e quindi monitorare gli sviluppi successivi.
Dott.sa Irene Grossi – Psicologa dell’età evolutiva, collaboratrice di Mens Sana
MENS-SANA
Siamo nati come associazione di professionisti nel marzo 2009, dopo un lungo periodo passato ad osservare, a curare e capire la vita delle persone che soffrono di disturbi mentali. E’ stato subito abbastanza chiaro che, nel caso della mente, quello che può far diventare malattia una serie di sintomi, di comportamenti o di modi di pensare è il disagio che la persona vive ogni giorno. Parlare con i familiari e con le persone che vivono insieme a queste persone… (leggi tutto)
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