Caro Dottor Paolemili,

Vorrei scriverle un’ultima cosa, non marginale. Grazie ancora e sempre per la sua disponibilità, per me ha un grande valore.

E grazie anche perchè, se oggi provo e mi sforzo di vedere la vita da una prospettiva diversa e nuova lo devo in parte anche alla terapia e quindi a lei.

Alessia

Ho una amica ripara anime
Col filo della pazienza
E l’ago della comprensione
Ha due occhi che scavano
Ma un sorriso che assolve
Lì in quella piccola stanza
Chiudi fuori un mondo cattivo
E apri pian piano il tuo cuore
È molto brava la mia amica
Ha rammendato la mia anima
Dai tanti buchi dimenticati
Solo con la mia anima intatta
Ora posso far ritorno a casa.
Grazie.
F.D.
borderline

La terapia che mi è stata consigliata in sede di visita psichiatrica e che ho seguito è la terapia transazionale che, pur non essendo una psicoanalisi, indaga nel profondo, e di questo avevo bisogno perché il disagio era molto radicato.

Ho iniziato il percorso per la mia intolleranza ai rumori. Nel corso della terapia mi sono resa conto che altri “rumori” erano dentro di me. Erano i rumori della rabbia che covavo contro chi aveva fatto della mia vita, fin dall’infanzia, un fardello pesante, e che aveva fatto della mia persona un essere schiacciato dalla paura, dal pregiudizio e dal conformismo.

Oggi ho raggiunto la consapevolezza per essere in grado di metabolizzare il passato e so che posso accogliere il dolore della memoria senza morire di dolore. Posso tramutare la rabbia in attesa costruttiva senza restare vittima del meccanismo dei “giochi” a fronte di interazioni personali istintivamente aggressive.

So che oggi posso permettermi di non essere perfetta, di non dover avere una risposta a ogni domanda, di non dover guidare i passi degli altri ma piuttosto posso lasciare che altri si prendano cura di me. E se altri si prendono cura di me vuol dire che io “sono vista”, sono considerata. E se sono considerata, anch’io posso essere attore e non più spettatore. Non devo sobbarcarmi le scelte che non sono mie; posso dire di no perché mi rispetto, e senza rimorsi.

Posso permettermi di volermi bene, di coccolarmi, e lo faccio. Posso chiedere, uscendo dal guscio della mia solitaria autosufficienza. Posso guardare la realtà senza incantamenti e senza disincanto, guardarla per quello che è, qualche volta con sofferenza qualche volta con gioia qualche volta con indifferenza.

Anche se la terapia è ormai conclusa, se si esclude una messa a punto a lunghi intervalli, mi rendo conto che quello che ho acquisito mi accompagna momento per momento nella vita quotidiana, e io lo riconosco. Come lo riconoscevo quando qualche volta alle parole del mio terapeuta avveniva in me qualcosa che io chiamavo “l’illuminazione”, fenomeno che per la sua forza mi riempiva di gioia e di commozione: essere capita nel profondo!

GRAZIE !!!

Libera

Sono rimasto per un anno dentro casa. La mattina era terribile, mi svegliavo e sentivo il mio corpo pesante, ero incapace di alzarmi e pensavo “No, non ce la farò a sopravvivere a questo dolore”. Ho avuto una terribile depressione. Ero stato bene per più di cinque anni ed ero tornato nel buio. Ho deciso così di lasciare Firenze, dove vivevo e lavoravo, per tornare a Roma, almeno lì avevo la mia famiglia.

In un raro momento di lucidità, un pomeriggio di fine agosto, ho preso il mio telefono e ho cercato qualcuno che mi aiutasse. Ho trovato Mens Sana e il Dottor Paolemili. Mi ha aiutato a uscire fuori dalla mia depressione, dai miei incubi di perdere il lavoro e non tornare più a casa mia.

Il momento più bello? Quando sono tornato a Firenze e gli ho mandato un messaggio, scrivendoli che ero tornato a casa mia e al mio lavoro. Ammetto che ho pianto un po’, ma non per la tristezza, ma per la felicità di essere tornato a vivere.

Grazie.

Lorenzo

Lo avevamo chiesto due settimane fa a tutti i candidati a Sindaco di Roma Capitale, ma nessuno ci aveva risposto. Ora lo abbiamo chiesto a Virginia Raggi e Roberto Giachetti, rimasti a lottare per la poltrona di Sindaco della Capitale. Sulla tutela della salute mentale, in particolare sulle modalità con cui vengono disposti i trattamenti sanitari obbligatori a Roma, i due candidati non danno risposta.

E’ argomento meno interessante delle Olimpiadi a Roma, delle tasse per il Vaticano e dei rifiuti di Roma, ma sapere come vorranno gestire le ordinanze di TSO, che il Sindaco ha il compito di disporre, poteva essere almeno accennato dai due candidati. Anche se disposto in casi di emergenza, il trattamento sanitario obbligatorio è una procedura delicata, che riduce, seppur temporaneamente, le libertà personali delle persone affette da disturbi mentali gravi.

La necessità di chiarezza nelle procedure è doverosa, in una città dove spesso è il personale dei Centri di Salute Mentale e degli ospedali a dover gestire la situazione, andando ben oltre i loro compiti che dovrebbero essere solo clinici.

Fatti come quelli di Torino, costati la vita ad Andrea Soldi, sono fortunatamente rari. Ma nulla è stato fatto per evitare che la situazione si ripeta o che si verifichino abusi su persone, la cui colpa è solo quella di essere malati gravi.

Buon lavoro al futuro Sindaco di Roma…

indifferenzaDue settimane fa, abbiamo chiesto a tutti i candidati a Sindaco di Roma Capitale, di rispondere a tre domande sul Trattamento Sanitario Obbligatorio. Il Sindaco è l’autorità sanitaria che dispone con ordinanza il ricovero forzato di persone con disturbi psichici, che per il loro stato mentale non hanno consapevolezza della gravità del loro disturbo e  possibilità di essere curati altrove se non in un ospedale.
Le tre domande riguardavano la loro posizione riguardo al Trattamento Sanitario Obbligatorio, la possibilità di modificarne le procedure per evitare abusi contro le persone affette da disturbi psichici e come coordinare meglio l’intervento del medico e delle forze dell’ordine nei momenti che precedono il ricovero in ospedale.
Ebbene, nessun candidato ci ha risposto. Siamo una piccola associazione, apartitica e aconfessionale, che non ha promesso nessun supporto di alcun genere ad alcun candidato. Forse è questo il motivo per cui le nostre domande non sono state prese in considerazione? Oppure, meno paranoicamente, nessun candidato a Sindaco di Roma Capitale ha a cuore questo problema, che porta a continue violazioni dei diritti dei malati e talvolta anche della loro incolumità, senza parlare di quel concetto ormai dimenticato che è la dignità?
Votate chi ritenete più vicino a voi, cittadini di Roma, alle prossime elezioni comunali. Abbiamo voluto rendere un servizio utile e diffondere informazioni importanti per una partecipazione consapevole della cittadinanza. Il silenzio di candidati sull’argomento è molto più eloquente di qualche slogan riciclato.
Se chi ci governerà non ha idee sull’argomento, dovremo essere noi a fare proposte.