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Storie e testimonianze

6 Febbraio, 2011  |  By Marco Paolemili In Storie e testimonianze

Il ritardo nel linguaggio e disturbi di apprendimento

logopediaDott.ssa Grossi, buongiorno. Ho visto che lei si occupa anche di infanzia per questo ho pensato di scriverle. Ho un bimbo di 4 anni e noto che ha difficoltà nel pronunciare diverse  parole insomma sembra che il linguaggio non sia ancora scattato completamente. Sono un po’ preoccupata … cosa dovrei fare??? Aspettare che gli scatti o prendere comunque provvedimenti?

Lettera firmata
Buongiorno Signora, il linguaggio rappresenta un processo molto complesso che nei bambini normodotati dovrebbe evolvere dai 12 ai 24 mesi con grande variabilità individuale e culturale. Per apprendimento si intende infatti un processo psichico che consente una modificazione del comportamento per effetto dell’esperienza; i fattori che precedono dell’ apprendimento  del linguaggio in particolare, sono la lallazione(ovvero ba-ba-ba, ma-ma-ma), l’utilizzo di gesti, l’indicazione,  l’alternanza di sguardi con l’interlocutore, l’imitazione, il gioco simbolico, il gioco del far finta, ecc. Per parlare di ritardo o disturbo del linguaggio bisogna prima escludere fattori organici o cause neurologiche. Inoltre, benché un problema di ordine linguistico sia considerato patologico è necessario che sia tanto grave da ostacolare lo sviluppo sociale e l’apprendimento.
In questo caso, un intervento precoce sul bambino, potrebbe favorire lo “scatto” di cui lei parlava e  potrebbero essere comunque limitati i rischi di disturbi di apprendimento successivi. Questo perché ,anche per il linguaggio, parliamo comunque di apprendimento, quindi c’è il rischio che gran parte dei meccanismi che siano dietro a tale processo  possano essere in qualche modo compromessi. Ma ripeto un intervento precoce su tale difficoltà potrebbe comunque essere efficace in quanto  più il bambino è piccolo più il suo cervello è plastico; ovvero ha una maggiore flessibilità cerebrale, ha più possibilità di compensare carenze o difficoltà cognitive e quindi adattarsi e ristrutturarsi.
Pertanto le suggerisco ovviamente di spronare suo figlio motivandolo alla comunicazione in un ambiente affettivo sereno, tranquillo e stimolante per lui.
Inoltre le consiglierei di far intraprendere al bambino un intervento precoce con una terapia logopedica e quindi monitorare gli sviluppi successivi.

Dott.sa Irene Grossi – Psicologa dell’età evolutiva, collaboratrice di Mens Sana

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