Smorfie irrefrenabili scambiate per insulti; colpi di tosse che suonano come grugniti; occhiolini e palpeggi compulsivi che sfociano in rissa perché confusi con avance sessuali; frasi scurrili, parolacce e bestemmie. Sono solo alcuni dei sintomi imbarazzanti, ma incontenibili, della sindrome di Tourette: una malattia neurologica con basi genetiche, non rara e comunque orfana di cure, difficilmente diagnosticata e il più delle volte mal gestita. Fra i pazienti illustri anche il genio delle note Mozart, lo zar Pietro il grande e il principe di Condé, eccentrico potente alla corte del Re Sole. Sono ‘tourettiani’ come loro circa 400 mila italiani degli 800-900 mila che soffrono di tic. In quasi 100 mila casi la patologia assume forme socialmente invalidanti e in circa 5 mila resiste anche ai farmaci.
Il ritratto dei ‘malati di tic’ arriva dagli esperti dell’Irccs Galeazzi di Milano, leader nella diagnosi e nella terapia della sindrome descritta per la prima volta nel 1885 dal medico francese Gilles de la Tourette. “Ogni settimana vediamo 15-20 pazienti da tutta Italia”, spiega oggi in un incontro a Milano Mauro Porta, direttore del Centro Tourette e Parkinson dell’istituto meneghino, che nella sua carriera di tourettiani ne ha visti “1.500, contro i 4-5 della media dei neurologi”. La malattia è più frequente nei maschi (3-4 volte più colpiti delle donne) e compare in età pediatrica, ‘incrociandosi’ spesso con l’Adhd (sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività). In genere inizia a manifestarsi intorno ai 5-7 anni e nel 20-30% dei casi persiste anche in età adulta.
La prevalenza del disturbo è compresa tra lo 0,15% e l’1-3% della popolazione, e secondo vari specialisti negli ultimi anni il problema è diventato più frequente. Solo nel 10-20% dei ‘tourettiani’ i sintomi della malattia si limitano ai tic, motori (semplici o estesi a più parti del corpo) oppure sonori (dai rumori alle frasi complete). Almeno nell’80% dei pazienti, precisa Porta, la sindrome si associa invece a un disturbo ossessivo-compulsivo: la mania di mettere in ordine oggetti, di controllare, contare o ripetere parole; l’irrefrenabile impulso ad annusare o toccare qualcuno, fino ad azioni violente verso gli altri, ma anche verso se stessi.
Come i casi drammatici di “un bambino che si prendeva ripetutamente a forchettate col rischio di cavarsi un occhio”, o “di uomo che a furia di battere la testa all’indietro è diventato tetraparetico”, testimonia l’esperto.”Anche la sindrome dei bimbi iperattivi nella maggior parte dei casi rientra nel disturbo tourettiano”, assicura Porta, secondo il quale “è presumibile ricondurre a questo problema anche l’episodio del bimbo torinese punito dalle maestre con del sapone in bocca per una bestemmia”, finito nei giorni scorsi al centro delle cronache nazionali. I piccoli colpiti dalla ‘sindrome della parolaccia’ hanno vita dura, osserva infatti lo specialista: “Spesso presi di mira e derisi dai compagni, tendono a isolarsi. E anche a fronte di un’intelligenza a volte superiore alla media, l’iperattività ne compromette il rendimento scolastico”.
Da Adnkronos Salute