Roma, 19 nov. (Adnkronos Salute) – In calo le strutture sanitarie in Italia. Il trend emerge dall’Annuario statistico italiano 2010 dell’Istat, diffuso oggi. Ammontano a circa 17 ogni 100.000 abitanti gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati, in lieve diminuzione negli ultimi tre anni.
Nel 2007 sono circa 47.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, confermando un’offerta di assistenza sanitaria territoriale di 8 camici bianchi ogni 10.000 abitanti. I pediatri sono circa 7.700, 9 ogni 10.000 bambini fino a 14 anni. Riguardo ai Centri unificati di prenotazione sono diminuite in percentuale le Asl che hanno attivato il servizio, passando da 157 (su 180 aziende sanitarie) a 121 (su 171) tra il 2006 e il 2007.
In diminuzione anche le Asl che forniscono un servizio di trasporto per pazienti sottoposti a dialisi: erano 98 nel 2006 sono diventate 89 nel 2007. Nello stesso anno 167 Asl hanno il Dipartimento di salute mentale attivo, 141 quelle dotate di Dipartimento materno-infantile operativo 163 quelle con Dipartimento di prevenzione.
L’ospedale si conferma il settore sanitario che assorbe più risorse economiche, anche se il numero di posti letto in regime ordinario e day hospital è andato effettivamente diminuendo negli ultimi dieci anni (1997- 2006), passando da 6,1 a 4,5 posti letto ogni mille abitanti. La dotazione minima di posti letto, pari a 3,7 per mille abitanti, si registra in Umbria, quella massima, pari a 4,9 posti letto per mille abitanti, si riscontra in Trentino-Alto Adige. Nel 2008 sono stati dimessi dagli ospedali circa 12,1 milioni di italiani, le giornate di ricovero sono risultate quasi 75,4 milioni in 1.303 istituti (97,5% del totale). La degenza media si mantiene sostanzialmente stabile dal 2002, essendo passata da 6,7 a 6,8 giorni.
Ancora molti ricoveri vengono effettuati, per scelta o per necessità, al di fuori della propria regione di residenza. Per quanto riguarda i ricoveri per acuti la mobilità ospedaliera interregionale, nelle strutture pubbliche e private accreditate, riguarda circa 800 mila pazienti. A muoversi sono soprattutto i malati di regioni di piccole dimensioni (Valle d’Aosta, Molise, Basilicata), ma anche quelli residenti a Trento, in Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo e Calabria.