Gli interventi psicologici mirati per gli adolescenti a rischio di problemi emotivi e comportamentali riducono in modo significativo il loro comportamento legato all’uso di alcolici, e quello dei loro compagni di scuola. I risultati sono quelli di un ampio studio randomizzato e controllato pubblicato nel numero di marzo del JAMA, sezione Psichiatria . Gli autori sostengono che l’intervento potrebbe essere organizzato nelle scuole di tutto il Regno Unito per aiutare a prevenire l’abuso di alcol tra gli adolescenti.
Lo studio ha coinvolto 21 scuole di Londra che sono state scelte casualmente per ricevere l’intervento in classe. Un totale di 2.548 studenti(età media 13,8 anni) sono stati classificati come ad alto o basso rischio di sviluppare dipendenza da alcol futuro. Quelli classificati come ad alto rischio rientravano in uno dei quattro profili di personalità a rischio: ansia, disperazione, impulsività e ricerca di sensazioni. Tutti gli studenti sono stati monitorati per il loro comportamento riguardante l’assunzione di alcol per più di due anni. 709 studenti sono stati reputati ad alto rischio, e gli adolescenti sono stati invitati a partecipare a due seminari per apprendere strategie cognitivo-comportamentali per affrontare i loro problemi di personalità.
Attraverso i laboratori, i ragazzi imparano a gestire meglio le loro caratteristiche di personalità e le tendenze individuali, riuscendo a prendere le decisioni giuste per se stessi. A seconda dei loro profili di personalità, potrebbero imparare strategie cognitivo-comportamentali per gestire meglio gli alti livelli di ansia, la loro tendenza ad avere pensieri pessimistici rispetto determinate situazioni o per controllare la loro tendenza a reagire impulsivamente o in modo aggressivo. Lo studio ha dimostrato che questo approccio alla salute mentale, alla prevenzione all’abuso di alcol ha molto più successo nel ridurre i comportamenti a rischio di dipendenza che dare agli adolescenti informazioni generali sui pericoli dell’alcol.
Dopo due anni, gli studenti ad alto rischio delle scuole interessate, sono stati valutati. I ricercatori hanno rilevato un 29% di riduzione totale di assunzione di alcolici, una riduzione del 43% nelle bevute compulsive e una riduzione del 29% del rischio di sviluppare problemi relativi all’alcol rispetto agli studenti ad alto rischio delle scuole di controllo, cioè dove non si erano tenuti i seminari.
Non solo l’intervento ha avuto un effetto significativo sugli adolescenti più a rischio di sviluppare comportamenti problematici riguardanti l’alcol, si è notato anche un significativo effetto positivo su coloro che non hanno ricevuto l’intervento, ma che hanno frequentato le scuole in cui si sono tenuti gli interventi cognitivo-comportamentali. Questo ‘effetto gregge’ è molto importante dal punto di vista della salute pubblica in quanto suggerisce che i benefici degli interventi sulla salute mentale e sul comportamento alimentare si estendono anche alla popolazione generale, probabilmente riducendo il numero di occasioni di bere alle quali sono esposti i giovani nella prima adolescenza.
Questo intervento potrebbe essere ampiamente somministrato alle scuole italiane. Sarebbe un successo dal punto di vista della salute pubblica, apprezzato dagli studenti e dal personale. Sarebbe anche poco costoso perché la formazione del personale scolastico, piuttosto che il reclutamento di psicologi professionisti, costa molto meno. Circa 6 su 10 persone di età compresa tra 11-15 assumono alcolici in Inghilterra, e nel Regno Unito circa 5.000 adolescenti sono ricoverati in ospedale ogni anno per motivi correlati all’alcol. In Italia in numeri sono meno elevati, ma sono in aumento. In tutto il mondo sviluppato, l’alcool determina circa il 9% dei decessi di persone di età compresa tra 15 e i 29 anni, e finora gli interventi nelle scuole si sono dimostrati di difficile attuazione e hanno mostrato un successo limitato. Questo studio londinese che aiuta i giovani a ridurre le probabilità di sviluppare una dipendenza da alcool e/o da droghe è un entusiasmante sviluppo per le strategie preventive, che sono ancora riconosciute universalmente come inadeguate e non supportate assolutamente dai mezzi d’informazione.
Trattiamo un gran numero di persone che hanno iniziato ad assumere sostanze nei loro anni di scuola e accogliamo con favore qualsiasi ricerca basata su prove che possano contribuire a invertire questa tendenza.