sessoGli studi ci dicono che i pazienti che assumono inibitori della ricaptazione della serotonina e inibitori della ricaptazione della serotonina e norepinefrina (i cosiddetti antidepressivi) accusano più spesso effetti collaterali sessuali, rispetto a quelli trattati con altri antidepressivi.

Anche se indubbiamente gli antidepressivi aiutano a diminuire i sintomi depressivi nelle persone affette da depressione, alcuni di questi farmaci possono anche portare a una diminuzione dell’interesse e del piacere sessuale.

Circa i due terzi delle persone affette da depressione hanno un qualche tipo di disfunzione sessuale. Inoltre, tra il 30 e il 75 per cento dei pazienti che assumono inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina-norepinefrina (SNRI) hanno effetti collaterali sessuali. Questi effetti comprendono un desiderio sessuale ridotto, difficoltà a raggiungere l’eccitazione sessuale e una minore capacità di raggiungere l’orgasmo.

Nel 2002 uno studio sulle disfunzioni sessuali di quasi 6.300 persone che assumono antidepressivi in monoterapia ha dimostrato che la disfunzione sessuale era presente in media nel 40 per cento dei pazienti che avevano assunto fluoxetina, paroxetina, sertralina, o citalopram, venlafaxina o SNRI o mirtazapina. Nello stesso studio, i ricercatori hanno trovato che i pazienti che avevano assunto il bupropione (un antidepressivo atipico) mostravano tassi più bassi di effetti collaterali sessuali, solo il 22 per cento.

Relativamente pochi effetti collaterali sessuali sono stati associati alla vortioxetina, un nuovo antidepressivo che sarà in commercio in Italia tra pochi mesi.

I farmaci che hanno come target principalmente l’attività serotoninergica inibiscono la funzione sessuale, mentre l’attività dopaminergica (che è prevalente nel bupropione) sembra essere poco influente per la funzione sessuale.

Cosa c’è dietro la disfunzione sessuale di un paziente?

Una varietà di fattori possono portare alla disfunzione sessuale nelle persone. Dare la colpa agli antidepressivi è facile, ma non sempre corretto. Ci sono diverse domande che il vostro medico dovrebbe porre al paziente per determinare se l’antidepressivo sia il colpevole:

  • Qual era lo stato dell’attività sessuale del paziente, con il partner o in solitudine, prima della comparsa del disturbo psichiatrico?
  • Che effetto ha avuto la depressione sulla funzione sessuale del paziente?
  • Qual è stato l’impatto dell’antidepressivo sulla funzione sessuale?
  • Qual è lo stato del funzionamento sessuale del paziente, una volta che i sintomi depressivi sono migliorati con il trattamento antidepressivo?

Non vi è una risposa univoca a queste domande. A seconda delle circostanze, lo stesso farmaco che provoca effetti collaterali sessuali in un paziente può essere il farmaco per migliorare la funzione sessuale in un altro.

E’ importante parlare con i propri pazienti sui potenziali effetti collaterali sessuali dei farmaci e valutare l’importanza del sesso nella vita della persona prima di prescrivere antidepressivi.

Anche se la disfunzione sessuale è un problema comune, abbiamo opzioni per le persone che non vogliono sperimentare o stanno vivendo problemi sessuali associati a farmaci antidepressivi.

Alcune di queste opzioni includono la semplice attesa da quattro a sei mesi per vedere se la disfunzione migliora, il che si verifica nel 5-10 per cento dei pazienti; il passaggio ad un altro antidepressivo; o, se il paziente mostra miglioramento dei sintomi depressivi durante la terapia antidepressiva in corso, con un add-on di farmaci come un inibitore del PDE-5 (per uomini e donne) o un altro antidepressivo, come il bupropione, per controbilanciare i deficit sessuali.

aiuto

sintomiLa metà di tutte le malattie mentali comincia a 14 anni e il 75% inizia a 24 anni.

Le principali malattie mentali come la schizofrenia e il disturbo bipolare raramente appaiono all’improvviso. Il più delle volte la famiglia, gli amici, gli insegnanti o le persone stesse cominciano a percepire piccoli cambiamenti o la sensazione che “qualcosa non va” riguardo il loro pensieri, sentimenti o comportamenti prima che una di queste malattie appaia nella sua forma conclamata.

Imparare a riconoscere i sintomi in via di sviluppo, o i segnali di allarme precoce e agire in fretta può essere di grande aiuto. L’intervento precoce può aiutare a ridurre la gravità di una malattia. Potrebbe anche essere possibile ritardare o impedire che una grave malattia mentale si sviluppi del tutto.

Segni e sintomi

Se riconoscete uno o più dei seguenti segni e sintomi, può essere utile una consulenza di un professionista della salute mentale.

  • Ritiro – ritiro sociale recente e perdita di interesse per gli altri
  • Calo delle prestazioni – Un calo insolito nelle prestazioni, a scuola, al lavoro o nelle attività sociali, come ad esempio smettere di praticare uno sport, non riuscire a seguire la scuola o avere difficoltà a eseguire lavori in casa
  • Problemi del pensiero – problemi di concentrazione, di memoria o pensieri e discorsi che diventano difficili da spiegare agli altri
  • Aumento della sensibilità – Aumento della sensibilità a colori, suoni, odori o al tatto; evitamento di situazioni con troppi stimoli esterni
  • Apatia – Perdita di iniziativa o del desiderio di partecipare a qualsiasi attività
  • Sentirsi scollegato – Una vaga sensazione di essere scollegato da se stessi o dal contesto, senso di irrealtà
  • Pensiero illogico – credenze insolite o esagerate circa poteri personali che aiutino a comprendere i significati degli eventi; pensiero illogico o magico, tipico dell’infanzia, che si presenta in un adulto
  • Nervosismo – Paura o sospettosità riguardo gli altri o un forte sentimento di nervosismo continuo
  • Comportamento insolito – comportamento strano, insolito, particolare
  • Modificazioni del sonno o dell’appetito – sonno e appetito subiscono cambiamenti molto evidenti
    Riduzione della cura personale – il modo di vestirsi e l’igiene personale diventano più scadenti rispetto alle proprie abitudini
  • Cambiamenti di umore – rapidi o esagerati cambiamenti dei sentimenti

Uno o due di questi sintomi da soli non possono diagnosticare una malattia mentale. Ma se una persona sta vivendo diversi di questi sintomi in una sola volta e i sintomi stanno causando seri problemi nella capacità di studiare, lavorare o relazionarsi con gli altri, lui o lei dovrebbe essere visto da un professionista della salute mentale. Le persone con pensieri suicidi, di farsi del male, o pensieri di danneggiare gli altri, hanno bisogno di attenzione immediata.

Prendere l’iniziativa, cercare aiuto

Più di un decennio di ricerca in tutto il mondo, ha dimostrato che l’intervento precoce può spesso minimizzare o ritardare l’insorgenza dei sintomi, evitare il ricovero in ospedale e migliorare la prognosi. Anche se una persona non ha ancora mostrano chiari segni di una malattia mentale diagnosticabile, questi primi sintomi sono delle spie di avvertimento. Il tutto potrebbe diventare spaventoso o drammatico se non si interviene.

Incoraggiare la persona a:

  • Chiedere una valutazione da parte di un professionista della salute mentale o almeno del proprio medico di famiglia.
  • Cercare ulteriori informazioni su malattie mentali, compresi i segni e sintomi.
  • Essere strettamente monitorati per valutare le condizioni che richiedono cure più intensive.

La situazione di ogni individuo deve essere valutata con cura e il trattamento deve essere individualizzato. Un trattamento completo per evitare che i primi sintomi progrediscano nella malattia grave possono includere un supporto individuale e una consulenza familiare, una psicoterapia, la partecipazione ad un gruppo focalizzato sulla gestione di stress e problemi quotidiani e una terapia farmacologica al momento opportuno.

I membri della famiglia e il/la partner dovrebbero essere coinvolti, quando possibile. Imparare a conoscere la malattia mentale e ciò che sta accadendo nel cervello può aiutare la persona e la loro famiglia a capire il significato dei sintomi, come una malattia può svilupparsi e che cosa si può fare per affrontare la situazione.

Proprio come con le altre malattie mediche, l’intervento precoce può fare la differenza fondamentale nella prevenzione di quella che potrebbe diventare una grave malattia.

I professionisti di Mens Sana da anni si impegnano nell’intervento precoce per le malattie mentali, nel supporto alle famiglie e in campagne di informazione.
Per maggiori informazioni o semplicemente per un consiglio potete inviare una email a info@mens-sana.biz.
Per fissare un primo appuntamento potete telefonare allo 06 8339 0682.

Fare emergere il potenziale nascosto e raggiungere i propri obiettivi

Il Life Coaching è un percorso di auto-svillife-coachinguppo individuale in cui la persona, il ‘coachee’, viene accompagnata del coach verso la definizione e il raggiungimento degli obiettivi della vita. Il life coach può quindi definirsi un “allenatore” personale, ovvero un professionista che si occupa di far emergere il potenziale nascosto delle persone, aiutandole ad utilizzare tutte le proprie risorse per superare le difficoltà e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il Life Coaching non è un intervento psicoterapeutico, non prevede diagnosi e non cura patologie, ambiti di competenza della psicoterapia e della psichiatria.

Le sessioni di Coaching hanno una durata che può variare dai 60 ai 90 minuti e sono rivolte a singoli, coppie, famiglie.

Il Coaching Relazionale Umanistico, in particolare, si pone come obiettivo quello di allenare l’individuo a potenziare l’autostima in ambito affettivo al fine di migliorare la qualità delle sue relazioni (in coppia, al lavoro, con i figli). Il coach relazionale guida la persona in un allenamento mirato all’acquisizione di maggiori competenze per gestire al meglio energie, risorse e potenzialità destinate allo sviluppo di nuove e più sane abilità relazionali.

Il Coaching è adatto anche agli adolescenti, tramite specifici percorsi di ‘Teen Coaching’ che hanno la finalità di accompagnare i ragazzi nei momenti critici (difficoltà familiari e/o scolastiche, problemi relazionali). Il coach accompagna l’adolescente aiutandolo ad individuare risorse e punti di forza per affrontare le sfide e cambiamenti.

Il coach collabora anche con psicologi e psicoterapeuti cognitivo comportamentali, conducendo nell’ambito di un intervento psicoterapeutico un allenamento specifico finalizzato a incrementare ed allenare l’autostima, requisito fondamentale in ogni relazione affettiva sana.

Leonardo Capocchia è il Life Coach di Mens Sana. Per ogni informazione sul nostro programma di Life Coaching potete scrivere a info@mens-sana.biz oppure chiamare il 331.6661216