Uno studio pubblicato a dicembre nel Journal of Psychiatry è il primo a scoprire che le cellule immunitarie sono più attive nel cervello delle persone a rischio di schizofrenia e in quelle a cui è già stata diagnosticata la malattia.
La scoperta potrebbe cambiare completamente la nostra attuale comprensione della schizofrenia, aumentando la possibilità di mettere a punto dei test per le persone più a rischio. Ciò potrebbe consentire loro di essere trattati abbastanza presto per evitare i suoi sintomi più gravi.
I ricercatori inglesi del Medical Research Council Clinical Sciences Centre hanno usato la tomografia a emissione di positroni (PET) per misurare i livelli di attività delle cellule immunitarie nel cervello. Queste cellule, note come microglia, rispondono a danni e infezioni del cervello e sono anche responsabili della riorganizzazioni delle connessioni tra le cellule cerebrali in modo che esse funzionino nel miglior modo possibile: un processo noto come “potatura”.
Il team ha testato un gruppo di 56 persone, tra cui quelli già con diagnosi di schizofrenia, le persone a rischio della malattia e quelli con solo alcuni sintomi del disturbo. I ricercatori hanno scoperto che i livelli di attività della microglia nel cervello sono aumentati a seconda della gravità dei sintomi nelle persone con schizofrenia e che le persone con schizofrenia diagnosticata avevano alti livelli di attività di queste cellule immunitarie nel loro cervello.
Questi risultati sono particolarmente importanti, perché era precedentemente noto che queste cellule si attivano prima o dopo l’insorgenza della malattia. Ora è stato mostrato che la microglia potrebbe essere annoverata tra i meccanismi di genesi malattia e si potrebbero mettere a punto nuovi farmaci.
La schizofrenia è un disturbo potenzialmente devastante e abbiamo un disperato bisogno di nuovi trattamenti per aiutare chi soffre, e in ultima analisi, per evitare che la malattia insorga.
Questo è uno studio promettente in quanto suggerisce che l’infiammazione può contribuire alla schizofrenia e ad altri disturbi psicotici. Ora sarà importante verificare se i trattamenti anti-infiammatori possono essere utili. Questo potrebbe portare a nuovi trattamenti o addirittura alla prevenzione di questi disturbi.
Image credit: Peter Bloomfield, Sudhakar Selvaraj, Mattia Veronese e Oliver Howes.