antidepressivi Gli antidepressivi sono associati a migliori tassi di risposta al trattamento e remissione nelle donne con depressione post-natale, rispetto a un placebo, secondo una nuova revisione sistematica della letteratura scientifica.

Gli studi spesso si concentrano sui rischi dell’uso di antidepressivi durante la gravidanza e il puerperio, ma questo documento, pubblicato oggi sul Journal of American Medical Association (JAMA), mette in evidenza i benefici che gli antidepressivi possono avere nelle donne con depressione post partum. La depressione postnatale si verifica in più del 10 per cento delle madri nel primo anno dopo il parto.

Le linee guida raccomandano interventi psicologici per la depressione lieve e moderata e che il rapporto rischio-beneficio degli antidepressivi (SSRI compresi – gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) deve essere valutato prima di utilizzarli nel periodo postnatale, compreso l’effetto del farmaco sul bambino e sua madre.

Una revisione sistematica di sei studi randomizzati controllati su 596 donne ha scoperto che gli antidepressivi sono di beneficio per la depressione post-natale. Si è riscontrato che tra le 72 donne con depressione post partum in trattamento con SSRI, il 54 per cento ha riferito  di essere ‘molto migliorata’ rispetto ai sintomi; il 50 per cento ha riferito una riduzione dei sintomi, rispetto al 36 per cento di coloro che hanno assunto un placebo.

I tassi di remissione (cioè che non soddisfano più i criteri clinici per depressione) sono stati migliori. Il 49 per cento delle partecipanti che ha assunto SSRI ha mostrato una remissione, rispetto al 26 per cento nel gruppo placebo. Questi risultati sono relativi ad un periodo di trattamento compreso tra sei e otto settimane.

I risultati sono importanti perchè la ricerca che esploran l’uso di antidepressivi per curare la depressione postnatale è limitata . Le decisioni circa il trattamento durante il periodo post-natale, in considerazione dei potenziali benefici e rischi del farmaco, così come i rischi di depressione non trattata sia per la madre che per il bambino, dovrebbero essere più ponderate rispetto a quello che si fa solitamente oggi.

Alcuni antidepressivi sono più sicuri di altri, per le madri che allattano. E’ giusto garantire alle madri alle prese con sintomi depressivi una cura adeguata e un benessere al di là dei pregiudizi.

autismo Alla luce dei più recenti studi sull’argomento, anche gli ultimi dubbi sull’ipotesi di un legame tra vaccino trivalente, contro morbillo, rosolia e parotite, e disturbi dello spettro autistico sono scomparsi. La ricerca, pubblicata dalla rivista Jama, conferma che il legame non esiste. I dati confutano anche le teorie secondo cui l’immunizzazione potrebbe essere la scintilla che fa scattare la malattia.

95.000 bambini sono studiati per almeno cinque anni tra il 2002 e il 2012, il 2% dei quali con un fratello gia’ colpito da sindrome dello spettro autistico.  Se fosse vero che il vaccino scatena l’autismo, si dovrebbero riscontrare percentuali piu’ alte della malattia in chi e’ gia’ piu’ predisposto. Non è stata trovata invece nessuna evidenza che aver ricevuto una o due dosi di vaccino trivalente sia associato con un aumento di rischio di autismo, neanche tra bambini che hanno un fratello maggiore con la malattia.

Quello coordinato da Anjali Jain del Lewin group di Falls Church, in Virginia, e’ l’ultimo di una lunga serie di studi sul tema. Ormai decine di studi hanno dimostrato che l’eta’ di inizio del diturbo non cambia tra bimbi vaccinati o non vaccinati, cosi’ come la loro gravità e ora sappiamo anche che non varia il rischio neanche in famiglie che hanno gia’ un caso.

La bufala su vaccini e l’autismo nasce da uno studio pubblicato su Lancet nel 1998 dal medico Andrew Wakefield, poi ritirato dalla rivista, ma che e’ ancora citato dai gruppi contro i vaccini e non solo. Lo studio appena pubblicato su Jama, ultimo di una lunga serie, e’ uno dei piu’ ampi, con un vasto numero di bambini coinvolti. Da quando e’ uscita la ricerca, poi rivelatasi falsa, che in teoria dimostrava un legame, i ricercatori di tutto il mondo hanno cercato di riprodurla, ma nessuno ci e’ riuscito. Nonostante questo non solo viene ancora citata da chi e’ contro i vaccini, ma in Italia abbiamo avvocati, consulenti di tribunali e persino sedicenti politici che si fanno un vanto di essere in contatto con l’autore, che nel frattempo e’ anche stato radiato dall’ordine dei medici.

Non dobbiamo basare le nostre scelte e quelle che riguardano i nostri figli, su credenze popolari o sul sentito dire. La scienza medica fa ogni giorno passi avanti e ignorarla è un atto dannoso e irresponsabile.

cinema-marconiMens Sana ha deciso di dare vita a una importante iniziativa per la Psichiatria romana organizzata. Con il progetto “Tè corto”, in collaborazione con la Federazione Unitaria Italiana Scrittori e il Dipartimento di Salute Mentale della ASL Roma D, abbiamo deciso di utilizzare cortometraggi cinematografici di registi emergenti come stimolo alla cura e alla socializzazione dei pazienti ricoverati nel reparto di Psichiatria dell’Ospedale G. B. Grassi di Ostia.

Il progetto prevede l’utilizzo di cortometraggi, anche di animazione, che verranno forniti gratuitamente in formato DVD dalla Federazione Unitaria Italiana Scrittori.  L’argomento non dovrà essere, come spesso accade in altre strutture che hanno adottato questo tipo d’intervento, soltanto la patologia mentale. L’interesse che persegue il nostro progetto non è soltanto l’immedesimazione in un disturbo da parte del paziente, ma anche la capacità di questo di comprendere situazioni quotidiane, di aprirsi alla comprensione dell’altro dal punto di vista emotivo e cognitivo.

Il paziente sarà portato a commentare le scelte dei protagonisti e a riflettere come si sarebbe comportato lui stesso. In un contesto di gruppo si potrà dunque attivare una discussione tra i pazienti, che saranno stimolati a partecipare seguendo come traccia, la trama del cortometraggio e il vissuto dei personaggi.

Per favorire la socializzazione tra i degenti, alla fine del gruppo verrà offerta una piccolo spuntino: un tè con dei biscotti, ad esempio.

Abbiamo bisogno di un piccolo aiuto per realizzare il progetto. La ASL non ha i fondi per acquistare un televisore nuovo, adeguato per la visione in formato digitale dei cortometraggi, e Mens Sana ha lanciato una raccolta di denaro per far partire finalmente il progetto.

Rendi realtà questo progetto, aiuta il reparto di Psichiatria dell’Ospedale Grassi!

Puoi donare attraverso Rete del Dono a questo link.