boccheL‘anatomia nella sessualità non è tutto. Abbiamo a che fare con una sfera che include psiche, cultura, educazione, emozioni ed esperienze, oltre al gusto personale. E non solo: gli organi erettili in funzione si modificano e si trasformano di dimensioni in una maniera variabile nei vari individui e pure nello stesso, secondo l’entità dell’esperienza. Per cui quello che a riposo non è palpabile, nell’eccitazione risulta più o meno vistosamente palpabile con una varietà individuale notevole e questo l’anatomia non lo può evidenziare. Di fatto molte donne per motivi diversissimi amplificano il loro sentire e la loro conoscenza di sè con l’esperienza.

Spesso è la donna più matura, con uomo esplorante quella che arriva alla consapevolezza di un’area sensibile, che piace intensamente, sempre di più, in alcuni casi in modo esplosivo. E a volte l’esplosione porta ad una pioggia, calda e confortante, del piacere totale. Esistono, punto G ed eiaculazione femminile, ma non a tutte capita di farne conoscenza, forse perchè non tutte hanno anatomicamente questa area e/o non tutte sanno come avvicinarsi ad essa. Questo non vuol dire che chi non ha avuto un incontro ravvicinato con tale entità viva una sessualità di privazione, anzi.

La questione del punto G, è tuttora controversa, poiché questo non è da intendere come fosse un bottone, ma è un’area situata nella parete anteriore della vagina che risulta essere (come appare evidente nelle ecografie) un residuo prostatico e che per molte donne è un’area particolarmente sensibile. Altre forse, non ne sono dotate e quindi non rilevano una particolare risposta alla stimolazione specifica. Gli studi anatomo-fisiologici della risposta sessuale femminile sono partiti in grande ritardo rispetto a quelli maschili (come pure lo studio di eventuali sussidi farmacologici che possano aiutare nei differenti problemi femminili).

Riguardo all’inesistenza del punto G sia i resoconti clinici che la testimonianza di molte donne sostengono che, almeno in parte, ci sia un fondamento non solo dell’area negata da alcuni, ma anche, forse per una minoranza di donne, di avere un’eiaculazione al momento dell’orgasmo che sottoposta ad analisi chimica non risulta essere una perdita di urine e contiene anche PSA (antigene prostatico specifico).

Per chiarimenti e approfondimenti:

Dott.ssa  Ilaria Desimone, psicologa e sessuologa per Mens Sana
Cel: 3386114516

familyI diritti sessuali sono diritti umani fondamentali ed universali.

La dichiarazione del 13° Congresso Mondiale di Sessuologia del 1997 a Valencia in Spagna è stata rivista e approvata  dall’assemblea generale dell’Associazione Mondiale di Sessuologia (WAS), il 26 Agosto, 1999 al 14° Congresso Mondiale di Sessuologia, Hong Kong, Repubblica Popolare Cinese.

Dichiarazione dei diritti sessuali: la sessualità è parte integrante della personalità di ogni essere umano. Il suo pieno sviluppo dipende dalle soddisfazioni dei bisogni umani basilari come il desiderio di contatto, intimità, espressione emozionale, piacere, tenerezza e amore. Si costruisce attraverso l’interazione tra l’individuo e le strutture sociali. Il pieno sviluppo di questa é essenziale per il benessere individuale, interpersonale e sociale.

I diritti sessuali sono diritti umani universali basati sulla libertà, sulla dignità e sull’ uguaglianza propri di ogni essere umano. Dato che la salute é un diritto umano fondamentale, la salute sessuale deve essere un diritto umano basilare. Per assicurare lo sviluppo di una sessualità sana negli esseri umani e nelle società, i diritti sessuali seguenti devono essere riconosciuti, promossi, rispettati e difesi da tutte le società con ogni mezzo. La salute sessuale é il risultato di un ambiente che riconosce, rispetta ed esercita questi diritti  sessuali:

1. Il diritto alla libertà sessuale
La libertà sessuale comprende la possibilità della piena espressione del potenziale sessuale degli individui ed esclude tutte le forme di coercizione, sfruttamento ed abuso sessuale in qualsiasi momento e situazione della vita.

2. Il diritto all’autonomia, all’integrità ed alla sicurezza sessuali del corpo.
Questo diritto include la facoltà di prendere decisioni autonome sulla propria vita sessuale all’interno del contesto, dell’etica personale e sociale. Comprende anche la capacità di controllo e di piacere dei nostri corpi liberi da torture, mutilazioni e violenza di qualsiasi tipo.

3. Diritto alla privacy sessuale.
Comprende il diritto a decisioni e comportamenti individuali nell’ambito della propria intimità finché questi non interferiscono nei diritti sessuali degli altri.

4. Diritto all’uguaglianza sessuale.
Questo diritto si riferisce alla libertà da tutte le forme di discriminazione a prescindere da: sesso, genere, orientamento sessuale, età, razza, classe sociale, religione o limitazioni fisiche o emotive.

5. Il diritto al piacere sessuale.
Il piacere sessuale, incluso l’autoerotismo, è fonte di benessere fisico, psicologico, intellettuale e spirituale.

6. Il diritto all’espressione delle emozioni sessuali.
L’espressione sessuale va oltre il piacere erotico o l’atto sessuale. Tutti gli individui hanno diritto ad esprimere la propria sessualità attraverso la comunicazione, il contatto, le espressioni emozionali e l’amore.

7. Il diritto alle libere associazioni sessuali.
Si riferisce alla possibilità di sposarsi o meno, di divorziare o di stabilire altri tipi di i sessuali responsabili.

8. Il diritto di prendere decisioni riproduttive, libere e responsabili.
Questo comprende il diritto di decidere se avere o meno figli, il numero e l’intervallo di tempo tra i figli, e il diritto all’accesso pieno ai metodi di regolazione della fertilità.

9. Il diritto all’informazione sessuale basata sulla conoscenza scientifica.
Questo diritto implica che l’informazione sessuale debba essere generata attraverso il processo d’indagine scientifica libera e morale, e diffusa appropriatamente a tutti i livelli sociali.

10. Il diritto all’educazione sessuale integrale.
Questo é un processo che inizia dalla nascita e dura tutta la vita e che dovrebbe coinvolgere tutte le istituzioni sociali.

11. Il diritto alla cura della salute sessuale.
La cura della salute sessuale deve essere disponibile per la prevenzione e il trattamento di tutti i problemi, le preoccupazioni e le disfunzioni sessuali.

Per chiarimenti e approfondimenti:

Dott.ssa  Ilaria Desimone, psicologa e sessuologa.

insonnia L’insonnia e i disturbi respiratori del sonno sono i disturbi del sonno più comuni tra le donne di mezza età. Anche se la promozione di comportamenti per l’igiene del sonno possono essere un utile approccio comportamentale per la gestione dell’insonnia o dei disturbi respiratori, la percentuale delle donne che seguono questi comportamenti non è chiaro.

Uno studio inglese, pubblicato sul Journal of Womens Health, ha coinvolto 321 donne inglesi con un intervallo di età compreso tra i 48 e i 58 anni. Sul campione totale, il 10,3% ha mostrato i criteri diagnostici per l’insonnia secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali; il 15,3% ha mostrato disturbi respiratori del sonno clinicamente significativi e il 4,7% è stato positivi ai criteri sia per l’insonnia che per i disturbi respiratori. L’analisi dei dati ha indicato una prevalenza complessiva del 15,0% per l’insonnia e del 19,9% per i disturbi respiratori del sonno.

I partecipanti hanno compilato un diario sui comportamenti riguardanti l’igiene del sonno per 14-35 giorni. Sono stati esaminati in particolare due comportamenti positivi (esercizio fisico sufficiente, regolarità nel tempo del risveglio) e quattro comportamenti negativi (sonnellini diurni lunghi, consumo di caffeina prima di andare a dormire, consumo di alcool prima di andare a dormire, fumo di sigaretta). Questi comportamenti sono stati confrontati tra le donne con e senza insonnia o disturbi respiratori notturni, tendendo conto delle condizioni di salute generali.

I risulati dello studio non sono banali. Le donne con insonnia hanno mostrato un numero significativamente inferiore di comportamenti negativi di igiene del sonno rispetto alle donne senza insonnia; in particolare, le donne con insonnia meno frequentemente si abbandonavano a sonnellini diurni e consumavano meno caffeina nelle ore serali. Al contrario, le donne con disturbi respiratori avevano meno probabilità di essere fisicamente attive rispetto alle donne senza problemi respiratori, ma non sono state osservate altre differenze nei comportamenti di igiene del sonno.

Questi dati suggeriscono quindi che l’insonnia nelle donne di mezza età non è associata allo scarso igiene del sonno e che queste regole, molto predicate in televisione o su riviste o siti specializzati, non sono universali. Lo studio ha anche dimostrato che aumentare l’attività fisica può essere una raccomandazione valida per le donne di mezza età che soffrono di disturbi respiratori del sonno.