anziani depressioneIl Rapporto mondiale sull’Alzheimer 2014 “Demenza e riduzione dei rischi: analisi dei fattori protettivi e modificabili”, pubblicato anche quest’anno a settembre è il frutto del lavoro del Alzheimer Disease International (ADI), che guida una campagna internazionale di sensibilizzazione e sfida allo stigma verso questa malattia.

Il rapporto rivela che il controllo del diabete e della pressione alta, nonché misure volte a favorire la cessazione del fumo per ridurre il rischio cardiovascolare, hanno il potenziale di ridurre il rischio di demenza. La relazione ha rilevato che il diabete può aumentare il rischio di demenza del 50%. L’obesità e la mancanza di attività fisica sono importanti fattori di rischio per il diabete e l’ipertensione e quindi, indirettamente anche per l’Alzheimer.

Mentre la salute cardiovascolare migliora in molti paesi ad alto reddito, molti paesi a basso e medio reddito mostrano un recente modello di crescente esposizione ai fattori di rischio cardiovascolare, con tassi crescenti di diabete, malattie cardiache e ictus.

Smettere di fumare è fortemente in rapporto con una riduzione del rischio di demenza. Ad esempio, gli studi di incidenza della demenza tra le persone dai 65 anni in sù, mostrano che gli ex-fumatori hanno un rischio simile a quelli che non hanno mai fumato, mentre coloro che continuano a fumare sono a rischio molto più elevato.

Inoltre, lo studio ha rivelato che coloro che hanno avuto una buona istruzione hanno un minor rischio di demenza in tarda vita. L’evidenza suggerisce che l’istruzione non ha alcun impatto diretto sui cambiamenti cerebrali che portano alla demenza, ma riduce il loro impatto sul funzionamento intellettuale. Il cervello, sebbene danneggiato, può funzionare ancora.

I dati nel rapporto suggeriscono che invecchiare con dei cervelli sani porterà a vivere più a lungo, più felici e più indipendenti, con una probabilità molto ridotta di sviluppare una demenza. La promozione della salute del cervello è importante durante tutta la vita, ma soprattutto nella metà della vita, perchè i cambiamenti nel cervello possono iniziare decenni prima della comparsa dei sintomi.

Condurre una vita più sana, dunque, è un passo positivo verso la prevenzione di una serie di malattie a lungo termine, come il cancro, le malattie cardiache, l’ictus, il diabete, ma anche le demenze.

Tuttavia, molte persone non ha chiare quale siano le cause e le azioni che possono essere intraprense per ridurre potenzialmente il rischio di demenza. Poco più del 17%, secondo una indagine condotta nel Regno Unito, delle persone si rendono conto che l’interazione sociale con gli amici e la famiglia potrebbe avere un impatto sul rischio. Solo un quarto ha identificato il sovrappeso come un fattore possibile, e solo uno su cinque ha detto che l’attività fisica potrebbe influenzare il rischio di sviluppare demenza. Il sondaggio ha inoltre rivelato che più di due terzi delle persone intervistate sono preoccupate di ammalarsi di demenza in età avanzata.

Esistono diversi studi che hanno evidenziato che l’incidenza della demenza può essere ridotta in paesi ad alto reddito. Ciò è legato a miglioramenti nell’istruzione e nella salute cardiovascolare. E’ necessario fare tutto il possibile per accentuare queste tendenze.

Nei paesi ad alto reddito vi è una maggiore attenzione sugli stili di vita più sani, ma questo non è sempre così nei paesi a reddito medio-basso. Entro il 2050, si stima che il 71% delle persone che vivono con demenza vivranno in queste regioni più povere.

Mentre l’età e la genetica fanno parte dei fattori di rischio della malattia, non fumare, mangiare più sano, fare un po’ di esercizio fisico e avere una buona educazione, aiutano il nostro cervello a mantenersi attivo. Ciò può giocare un ruolo nel ridurre al minimo la probabilità di sviluppare una demenza. Le persone che hanno già la demenza, o segni di questa, possono fare le stesse cose, rendendo possibile un rallentamento della progressione della malattia.

miti suicidioOggi, 10 Settembre, si celebra la Giornata Mondiale sul Suicidio. Mens Sana vuole contribuire all’importante missione intrapresa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, cercando di combattere lo stigma e l’ignoranza che ruota ancora attorno a questo problema, sfatando lalcuni pericolosi miti.

Una volta che hai tentato il suicidio, sarai sempre a rischio di suicidio

L’aumento del rischio di suicidio è spesso una condizione a breve termine a legato ad una situazione specifica. Nonostante i pensieri suicidari possano tornare, questi non sono permanenti a una persona che ne ha avuti in passato o che ha tentato il suicidio, può vivere una vita lunga e normale.

Parlare del suicidio è una cattiva idea e può essere interpretato come un incoraggiamento

Dato il diffuso stigma attorno il suicidio, molte persone che stanno pensando a suicidarsi non sanno a chi rivolgersi. Parlarne apertamente non incoraggia una persona ad uccidersi, può invece fornire alla stessa altre opzioni per risolvere il problema o dare il tempo per ripensare la decisione. E’ un modo quindi di prevenire il suicidio.

Solo le persone con disturbi mentali tentano il suicidio

Pensieri suicidari indicano profonda tristezza, ma non necessariamente un disturbo psichiatrico. Molte persone convivono con un disturbo mentale ma non hanno mai tentato il suicidio e non tutte le persone che si tolgono la vita hanno un disturbo mentale.

La maggior parte dei suicidi avviene improvvisamente, senza preavviso

La maggioranza dei suicidi sono preceduti da segnali d’allarme, sia verbali che comportamentali. Sicuramente ci sono molti suicidi che avvengono senza un preavviso, ma è importante capire che esistono dei segnali premonitori e che bisogna stare attenti a capirli.

Chi tenta il suicidio è determinato a morire

Al contrario, le persone che tentano il suicidio sono molto spesso ambivalenti riguardo la voglia di vivere o morire. Alcuni possono agire impulsivamente bevendo sostanze tossiche, ad esempio, e morire qualche giorno dopo, anche se avrebbero in realtà voluto continuare a vivere. Avere accesso ad un aiuto psicologico al momento giusto può prevenire il suicidio.

Le persone che parlano di suicidarsi non hanno intenzione di farlo davvero

Le persone che parlano di suicidio possono invece star cercando un aiuto o un supporto. Un significativo numero di persone che pensano di suicidarsi provano ansia, depressione o disperazione e spesso pensano che non vi sia una alternativa.

Se tu o una persona a te vicina sta pensando al suicidio, Mens Sana può fornire l’aiuto giusto di professionisti esperti.

Per maggiori informazioni o semplicemente per un consiglio potete inviare una email a info@mens-sana.biz.
Per fissare un primo appuntamento potete telefonare allo 06 8339 0682.

melatonina Uno studio recentemente pubblicato sul CMAJ (Canadian Medical Association Journal) ha dimostrato che gli integratori di melatonina non si sono dimostrati efficaci nella riduzione del delirium negli anziani che hanno subito un intervento chirurgico per frattura dell’anca.

Numerosi pazienti anziani ospedalizzati, soprattutto dopo l’intervento, sperimentano un’improvvisa grave confusione conosciuta anche come delirium, causata dalla distruzione del normale ciclo sonno-veglia. Una deficienza di melatonina può contribuire all’insorgere del delirio, ma non esistono sufficienti evidenze rispetto alla possibilità che integrazioni di melatonina siano di aiuto a questi pazienti. La deficienza di melatonina potrebbe essere secondaria a danni cerebrali incorsi a causa delle emorragie procurate dalla frattura e dall’intervento.

Purtroppo molti anziani, ricoverati per frattura d’anca o di femore, mostrano nel post operatorio disorientamento, alterazioni gravi del sonno stati allucinatori e disturbi del comportamento che necessitano di terapie specifiche. Purtroppo la melatonina non sembra essere di aiuto e la terapia principale restano gli antipsicotici.