Sono una ragazza di 21 anni con una mamma che, purtroppo, da 4 anni soffre di depressione in conseguenza alla separazione da mio Padre. Ci sono sempre stati molti problemi legati alla separazione, e mia mamma, persona molto sensibile, ne ha sofferto e ne sta ancora soffrendo molto. Ha fatto svariate cure terapeutiche con antidepressivi (dosi sostanziose) ma, ahimè, ha preso molto peso ed è molto gonfia. Io, come figlia, sto cercando di fare il possible per aiutarla, ma non nascondo di avere molta paura per il futuro. Io cerco costantemente di rincuorarla, di starle vicino e di rassicurarla dicendole che il peso che ha preso lo perderà, ma ho bisogno di una conferma da parte di Voi specialisti. Per questo vi scrivo, per un aiuto da parte vostra.

Ilenia

Gentile Signora Ilenia,

Spesso le cure con questi tipi di farmaci portano ad un aumento dell’appetito, a modificazioni del metabolismo e quindi ad un aumento di peso. Trovando le cure giuste e con le diete giuste però il peso si troppo si può perdere. Si può trovare un farmaco che dia meno questo effetto collaterale o fare delle diete alimentari specifiche a basso contenuto di calorie e carboidrati per controllare la fame, perdere peso rapidamente e riabituare il metabolismo.
Se vuole le nostre strutture la possono aiutare in questo. Seguiamo i nostri pazienti in questo cammino non sempre facile, aiutandoli anche a superare quegli effetti collaterali che a volte sono un alto prezzo da pagare.
A presto
Dott. Marco Paolemili

 

meno-alcol La maggior parte delle persone che hanno consumato alcol per alcuni anni o più, ha almeno una storia imbarazzante da raccontare: il momento in cui si sono umiliati in una festa dell’ufficio, la sbornia che ha rovinato i loro piani per il fine settimana, le volte che ha guidato quando in realtà non avrebbe dovuto farlo. Il giorno dopo, ogni volta, dicono a loro stessi: “Dovrei davvero bere di meno”.

Non tutti sono disposti a tagliare l’alcol fuori della propria vita, se bevessero in quantità adeguate non sarebbe forse nemmeno necessario. Le persone con una storia di tossicodipendenza o malattie mentali, che soffrono di malattie del fegato o del pancreas, o le donne in gravidanza o le persone assumono alcuni tipi di farmaci non dovrebbero bere affatto. Per gli altri, c’è una via di mezzo a volte sfuggente che potremo chiamare “moderazione”.

Ma che cosa significa “bere con moderazione” e come può realizzarsi? Proponiamo cinque semplici modi per fare in modo che la vostra assunzione di alcol resti sotto controllo:

1 Evitare il “Pre-Party”

La ricerca ha dimostrato che bere prima di una festa o un evento sociale in generale, di solito alcol a buon mercato che si consuma velocemente e in grandi quantità, raddoppia il consumo di alcol totale, così come gli esiti negativi dei postumi di una sbornia, i deficit di memoria e gli episodi di sesso non protetto. Questa pratica è particolarmente comune tra gli adolescenti e i giovani adulti che non possono legalmente acquistare l’alcol. È interessante notare che, cambiando più di un locale durante una notte passata fuori casa, aumenta anche la quantità di alcol consumato.

2 Tenere un registro

Proprio come un diario per la perdita di peso può aiutare le persone a cambiare la propria dieta, la ricerca mostra che un diario del bere può aiutare le persone a essere oneste circa l’assunzione di alcol e a identificare le aree problematiche. Il conteggio delle bevande, sia su carta, uno smartphone o con l’aiuto di un amico sobrio, può aiutare a ricordare le realtà sgradevoli che accadono quando si abusa di alcol, che si preferisce solitamente dimenticare.

Una volta a identificati dei limiti, è possibile stabilire un numero ideale di bevande alcoliche da consumare al giorno e per settimana e testare la capacità di rimanere entro questi limiti. Le principali linee guida delle società mediche di tutto il mondo descrivono il bere moderato come un consumo di alcol fino a un bicchiere al giorno per le donne e due bicchieri al giorno per gli uomini. Un bicchiere di vino, può essere considerato al pari di una birra chiara da 33 cl e un bicchierino di superalcolico.

3 Avere sempre un bicchiere in mano – l’importante è che sia analcolico

Un certo numero di situazioni impegnative può verificarsi quando si sta socializzando a una festa, in un club o  in un altro evento. Sostituire le bevande alcoliche con delle analcoliche ha due importanti vantaggi: Se stai bevendo acqua, succo di frutta o soda, è probabile non arrivare a bere tanto alcol. Inoltre, tenendo una bevanda in mano, la scelta presa di bere di meno (o per niente) alcol passerà probabilmente inosservata da amici che vogliono un compagno per le loro bevute.

4 Andare piano

Bere troppo e troppo in fretta farà fallire rapidamente tutti gli sforzi per moderare il bere. E’ meglio invece sorseggiare piuttosto che bere velocemente, evitare quei giochi in cui è presente l’alcol e limitarsi ad una bevanda per ogni ora o meno. Meglio inoltre bere mentre si mangia.

5 Cercare i propri punti deboli riguardo l’alcol

Se si identificano modelli di consumo abbastanza a lungo, si possono scoprire alcune tendenze nell’assunzione di alcol. Forse si esagera quando è presente un particolare amico o un familiare o in un momento specifico della giornata, come quando si arriva a casa dal lavoro. O forse la nostalgia di un certo bar o club rende vulnerabili al consumo eccessivo, oppure si ricorre all’alcol ogni volta che ci si sente tristi o arrabbiati. Per conoscere i “trigger“, le miccie che accendono l’abuso, si deve imparare a identificare le persone, i luoghi e le cose da evitare e trovare altre attività per sostituirli.

Bere con moderazione presenta rischi e benefici al tempo stesso, non è sempre il consiglio adatto, ma bere troppo rappresenta una chiara minaccia per la salute e il benessere personale. Bere pesantemente può causare ictus, pressione sanguigna alta, lesioni accidentali, cirrosi e tumori del fegato, patologie cardiache e molto altro. Se vi trovate abitualmente a bere più di quanto previsto, a non essere in grado di smettere o di disinteressarsi a tutto tranne che a bere, il vostro problema potrebbe andare oltre l’indulgenza occasionale e diventare un abuso o una dipendenza da alcol. In questo caso, i tentativi di moderare le bevute potranno perpetuare un ciclo frustrante e pericoloso fino a che non troverete un trattamento e un sostegno adeguato.

I programmi di Mens Sana per affrontare l’abuso e la dipendenza da alcol hanno ottenuto negli anni risultati eccellenti.

Per maggiori informazioni o semplicemente per un consiglio potete inviare una email a info@mens-sana.biz.
Per fissare un primo incontro potete telefonare allo 06 8339 0682.

Ho letto con interesse gli articoli sui casi di aumento di peso. La mia esperienza al riguardo e’ la seguente:
Esattamente il 19 marzo, dopo ben 8 mesi di malesseri generali, dovuti ad una situazione di vita molto stressante sono finita al pronto soccorso con un attacco di panico molto molto forte. Dopo essermi ripresa lo psichiatra mi ha prescritto una cura di zoloft da 25 mg e xanax a rilascio prolungato da 1 mg, da seguire per 3 mesi e mi ha consigliato di seguire una terapia dallo psicoterapeuta. Da subito sono stata molto meglio e dopo tre mesi sono riuscita a dimezzare lo xanax a 0,5 mg.
Ora le cose sono molto migliorate in generale, anche nella vita privata. Nel mentre però l’unico effetto collaterale che ho avuto e’ un aumento di peso, non eccessivo ma comunque per me destabilizzante e soprattutto molta ridenzione idrica. Premetto che io non ho mai pesato più di 57 kg e ho un sempre avuto un fisico molto asciutto (12 anni di danza).
Nel momento prima di iniziare a prendere i medicinali però pensavo 54 kg ed ora oscillo tra i 60 e i 62. Mi sento più gonfia che ingrassata. La mia alimentazione e’ ed e sempre stata molto equilibrata e varia, non so cosa fare per perdere peso. Vorrei sapere se c’è una dieta particolare da seguire e se c’ e qualche abitudine o regola da seguire.

Deborah

 

Cara Deborah,

Il suo aumento di peso può essere dovuto allo Zoloft. Solitamente la Sertalina (il principio attivo dello Zolft) aumenti di peso eccessivi come altri farmaci, ma può farlo anche questa molecola. Se faceva danza, quindi attività fisica impegnativa e ora ne fa meno o nulla, allora l’aumento di peso, la ritenzione idrica e la diminuzione della massa magra muscolare (che viene sostituita dal grasso) può aver contribuito a questo risultato. Fare attività fisica l’aiuterà sicuramente a bruciare più calorie e a perdere peso. Altro fattore è il tipo, la qualità dei cibi che mangia. Deve limitare il consumo dei carboidrati, perchè, quelli in eccesso, vengono trasformati in grasso che contribuisce anche alla ritenzione idrica, al gonfiore. E’ il principio del tipo di dieta che proponiamo ai nostri pazienti con questi problemi: gestire la fame e controllare il peso modificando l’apporto di carboidrati (che non sono solo i dolci, ma anche il pane, la pasta, le patate, la frutta, i latticini e i formaggi). Non deve eliminare questi alimenti, soprattutto la frutta, ma prediligere ad esempio il pane e la pasta integrali, il latte scremato ed evitare di mangiarli da soli in un pasto: sarà sazia rapidamente ma rapidamente tornerà la fame.

Dott. Marco Paolemili

obesita-dietaÈ stato identificato un meccanismo fondamentale con cui il cervello traduce alcuni segnali periferici di sazietà: l’istamina attiva determinate aree cerebrali (ipotalamo), veicolando il segnale di sazietà prodotto dall’intestino durante il consumo del pasto da parte del lipide oleoiletanolamide. A scoprire come avviene questo processo – in particolare alcune modalità del collegamento tra l’istamina e il lipide – è l’Università di Firenze e l’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia dell’Università di Roma La Sapienza. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences).

Il segnale di sazietà prodotto dall’intestino durante il consumo di un pasto da parte di un lipide, l’oleoiletanolamide (Oea), attiva aree specifiche del cervello che usano l’istamina come neurotrasmettitore, favorendo la cessazione dell’attività alimentare.

L’oleoiletanolamide è un composto lipidico rilasciato dagli enterociti, le cellule dei villi intestinali, in risposta al consumo di grassi. Tale composto segnala indirettamente la sazietà ai nuclei ipotalamici, attivando fibre sensoriali del nervo vago che trasmettono il segnale a livello centrale. L’istamina cerebrale viene rilasciata durante la fase dell’appetito, fornendo alti livelli di sollecitazione prima del pasto e media la sazietà. Essa funziona come un segnalatore di sazietà attivando il recettore dell’istamina H1 in specifici nuclei ipotalamici. L’istamina dunque potrebbe fungere da segnalatore della fame, indicando quando è l’appetito è cessato.

Le prove sperimentali raccolte evidenziano che l’effetto di riduzione dell’appetito dell’oleoiletanolamide viene attenuato sia in animali privi della possibilità di sintetizzare istamina, sia in animali le cui riserve neuronali di istamina sono state temporaneamente inattivate attraverso la somministrazione diretta nel cervello di un agente inibitore. I ricercatori italiani sono riusciti a individuare la natura dei neurotrasmettitori implicati e a comprendere i meccanismi attraverso cui determinati neuroni presenti nel cervello a livello dell’ipotalamo traducono l’informazione sullo stato nutrizionale dell’organismo e sul corrispondente livello di sazietà. È stato identificato quindi nel sistema neurotrasmettitoriale dell’istamina una delle componenti fondamentali per veicolare il messaggio di sazietà generato dall’oleoiletanolamide a livello intestinale.

La conoscenza di questi meccanismi neuronali, che giocano un ruolo essenziale nel comportamento alimentare, in quanto contribuiscono alla riduzione dell’appetito, offriranno nuove prospettive per sviluppare farmaci più efficaci e sicuri per il trattamento dell’obesità, che mirino a incrementare il rilascio di istamina nel cervello.