Di Irene Grossi
Mentre risulta abbastanza semplice identificare i comportamenti tossicomanici compresi nelle dipendenze classiche (alcol, droga), appare più incerta la definizione della dipendenza senza sostanza. La dipendenza sessuale è stata definita dal consiglio Nazionale sulla Dipendenza da Sesso (NCSA-USA) nel 1987 come un “comportamento sessuale persistente e crescente , messo in atto nonostante il manifestarsi di conseguenze negative per sé e per le altre persone”.
Già qualche anno prima Carnes inizia ad introdurre il concetto clinico di dipendenza sessuale per le persone che soffrono di comportamenti ipersessuali ripetitivi parafiliaci (PA) e non parafiliaci (PRD) associati ad una compromissione della volontà ed a conseguenze psicosociali significative. Secondo l’autore, la dipendenza sessuale implica un comportamento sessuale rischioso e ripetitivo seguito dall’orgasmo; quest’ultimo rappresenta un comportamento patologico che altera l’umore o diventa una forma di automedicazione per l’ansia, il sonno , la depressione, il dolore ed i problemi familiari e della vita sociale. Contemporaneamente Quadland suggerisce il termine clinico di compulsività sessuale per descrivere la compromissione della volontà associata ad un comportamento ipersessuale non parafiliaco.
Il modello della compulsività di Coleman nel 1990, afferma che i comportamenti ipersessuali compulsivi parafiliaci (PA) e non parafiliaci (PRD) sono mediati dalla riduzione dell’ansia e non dal desiderio sessuale in sé, per cui sono clinicamente avvicinati al disturbo ossessivo compulsivo (DOC).
Kafka nel 1994 tratta i comportamenti ipersessuali in maniera più orientata alla definizione rigorosa di un disturbo psichiatrico e distingue il comportamento ipersessuale in parafiliaci (PA) e non parafiliaci (PRD), introducendo il concetto clinico di disturbo correlati alla parafilie. Analogamente alle parafilie (PA), i disturbi sessuali non parafiliaci (PDR) rappresentano principalmente delle disregolazioni del desiderio e dell’eccitazione sessuale, caratterizzato da elevata frequenza, da perdita del controllo degli impulsi sessuali e da una considerevole quantità di tempo trascorsa in attività sessuali, che nel successivamente portano conseguenze personali e psicosociali negative.
Taluni sostengono che le condotte di addictions dovrebbero essere inserite nella sezione dedicata ai disturbi del controllo degli impulsi, categoria che comprende già il GAP( gioco d’azzardo compulsivo); infine, c’è chi ritiene possano collocarsi all’interno dei disturbi dell’umore o delle sindromi ossessivo-compulsive. Nonostante il comportamento ipersessuale (“sballo sessuale”) determini un sollievo ed un euforia immediata, in un secondo momento subentrano effetti disforici (senso di colpa, vergogna, rimorso e depressione) che diventano rinforzi negativi e consolidano il ciclo della dipendenza.
La Barbera e collaboratori, propongono un modello descrittivo che riconduce tutte le forme di dipendenza, codipendenti all’alcolismo, (dal GAP allo shopping compulsivo, dall’internet addiction disorder allo sport addiction) a tre fattori:
1) ossessività: pensieri e immagini intrusivi e ricorrenti riguardanti l’esperienza di dipendenza;
2) impulsività: incapacità di resistere al desiderio della messa in atto del comportamento di dipendenza;
3) compulsività: attuazione della condotta nonostante le possibili conseguenze negative.
Come si è già detto, sia nel DSM-IV-TR che nell’ICD 10, non esiste la diagnosi di dipendenza sessuale. Nella sezione “Disturbi sessuali e dell’identità di genere” del DSM.IV-TR esiste la categoria diagnostica delle parafilie e quella delle disfunzioni sessuali; fra le parafilie sono riportati dei comportamenti ipersessuali che possono essere riscontrati nella dipendenza sessuale come l’esibizionismo, il froutterismo ed il voyeurismo, ma non esiste nessuna diagnosi che sia comprensiva dell’insieme dei comportamenti ipersessuali che definiscono la dipendenza sessuale. Il termine “dipendenza” infatti, non viene però utilizzato nella stessa categoria diagnostica, ma si parla esclusivamente di “ disagio connesso ad un quadro di ripetute relazioni sessuali con una successione di partner vissuti dal soggetto come cose da usare”. Invece nella sezione “Disturbi o del controllo degli impulsi non classificati altrove” esiste la categoria diagnostica del disturbo del controllo degli impulsi NAS (non altrimenti specificato), che potrebbe, invece essere considerata limitatamente ad alcune forme di dipendenza sessuale non parafiliache.