schizofrenia«La maggior parte dei comportamenti autolesionisti negli adolescenti si risolve spontaneamente. La rapida individuazione e il trattamento dei più comuni disturbi mentali durante l’adolescenza potrebbero costituire un’importante e finora non abbastanza riconosciuta componente della prevenzione del suicidio nei giovani adulti». Sono le conclusioni di una ricerca finanziata dal National Health and Medical Research Council in Australia. Paul Moran, dell’istituto di Psichiatria del King’s College di Londra, con i suoi colleghi inglesi e australiani, ha preso in considerazione un campione di 1.943 adolescenti scelto in maniera casuale in 44 scuole dello stato di Victoria, tra il 1992 e il 2008. I dati per l’indagine statistica sono stati raccolti attraverso questionari e interviste telefoniche con 7 follow-up successivi, iniziati quando i partecipanti avevano un’età media di circa 16 anni e terminati quando avevano mediamente 29 anni. Sono stati presi in considerazione il consumo di alcool, di cannabis e di fumo da sigaretta, oltre ai sintomi di depressione e di ansia, ai comportamenti antisociali e all’occorrenza di eventi come le separazioni dai genitori o i divorzi. Ne è risultato che circa l’8% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni ha avuto comportamenti autolesionisti (la percentuale è al 6% nei ragazzi e sale al 10% tra le ragazze). Gli atti più frequenti sono stati il taglio superficiale della pelle e le bruciature e si sono ridimensionati in modo significativo durante la tarda adolescenza. Gli atti autolesionisti degli adolescenti si sono associati ai sintomi di depressione e di ansia, ai comportamenti antisociali, all’abuso di alcool, all’uso di cannabis e al fumo di sigarette. Inoltre, l’ansia e la depressione durante l’adolescenza si sono associati in modo significativo ai comportamenti autolesionisti e ai tentativi di suicidio negli anni successivi, durante la prima età adulta.

Da Lancet, 2012

ospedale psichiatricoSul fatto che sia stato fatto un passo avanti verso «il superamento di una pagina drammatica e vergognosa» sono tutti concordi. Ma, incalza la Fp-Cgil, ora occorre superare il modello detentivo. Questo il clima che si respira all’indomani dell’approvazione da parte del Senato del Dl carceri che prevede anche la chiusura definitiva, entro il 31 marzo 2013, degli ospedali psichiatrici giudiziari, e che ora passa all’esame della Camera.

Esprime soddisfazione il ministro della Salute, Renato Balduzzi: «Il provvedimento» è il commento «garantisce la tutela della salute e della dignità dei soggetti autori di reato e affetti da infermità mentale». Fondamentale in questo percorso, continua il Ministro, è stato «il reperimento dei fondi che permetteranno l’accelerazione del percorso di chiusura degli Opg e il rispetto dei termini». In particolare, «per la realizzazione di nuove strutture» spiega Balduzzi «sono stati reperiti fondi per un totale di 180 milioni di euro: 120 per il 2012 e 60 per il 2013.

Per il funzionamento delle nuove residenze sanitarie saranno stanziati per il 2012 38 milioni di euro. A decorrere dal 2013 tali oneri sono incrementati fino a 55 milioni, che vanno aggiunti ai 23 milioni di euro, già in carico al Ssn per la copertura degli oneri attuali». In ogni caso, entro il 31 marzo 2012 un decreto del ministero della Salute dovrà individuare i parametri in possesso delle strutture sanitarie destinate a ospitare le persone per le quali sono applicate le misure di sicurezza del ricovero in Opg, con l’assegnazione a casa di cura e custodia. Un percorso positivo, ma dalla FP-Cgil arriva l’appello a che il passo compiuto non sia considerato risolutivo: «Serve una chiara svolta e la presa in carico degli internati da parte del Sistema sanitario nazionale in sinergia con gli enti locali. Se c’è la disponibilità di 180 milioni di euro per la costruzione di nuove strutture o la ristrutturazione di quelle attuali, li si investa in un solido sistema di assistenza indirizzato al reinserimento sociale. Va completato il progetto di riforma e la rivoluzione culturale che Franco Basaglia ci ha lasciato in eredità».

Da Doctornews.it

I Disturbi più gravi possono necessitare di ricoveri presso Cliniche psichiatriche, al fine di offrire un ambiente protetto per la persona e poter approntare le cure migliori. Mens Sana collabora con diverse cliniche, di alta qualità e specializzate nei diversi disturbi mentali, che sono situate nella territorio italiano. Il nostro personale aiuterà il paziente nelle pratiche amministrative per la prenotazione. Il ricovero è completamente gratuito o richiede una integrazione economica, secondo le normative regionali in materia. Reputiamo questo momento molto delicato, da riservare ai casi più gravi o più difficili da gestire. Per questo cerchiamo di rendere il più breve possibile il soggiorno in clinica e di evitare ricoveri inutili, più dannosi che terapeutici. Durante tutto il periodo, psichiatri e psicologi di Mens Sana collaborano con i medici della Clinica e possono far visita al paziente per supervisionare la terapia in corso.

Per le persone che richiedono una riabilitazione psichica, sociale o lavorativa, Mens Sana collabora con le migliori Comunità terapeutiche che si trovano nel territorio italiano. Anche in questo caso il nostro personale si occuperà di organizzare con gli operatori specializzati il programma terapeutico e assisterà il paziente che deve fare ingresso nella struttura nel disbrigo di tutte le pratiche amministrative e negli accertamenti medici necessari. Durante il periodo di soggiorno in Comunità, che ha una durata superiore ad un ricovero in clinica, i nostri pazienti continuano ad essere seguiti dagli psichiatri di Mens Sana, che possono far visita al paziente oppure al paziente stesso viene fornito un permesso per poter raggiungere il proprio medico nei nostri centri.

I rapporti professionali con queste strutture nasce dall’impegno di Mens Sana di costruire un progetto terapeutico intorno alla persona e non abbandonarla nei momenti più difficili. La continuità terapeutica, cioè assistere la persona in tutte le diverse fasi in cui la malattia e l’esistenza personale attraverseranno, è lo scopo e il motivo stesso della vita della nostra Organizzazione.

Prima di un ricovero o di una riabilitazione è sempre necessaria una nostra valutazione psichiatrica, per poter ottenere le autorizzazioni necessarie.

Per richiedere maggiori informazioni in materia è possibile scrivere a info@mens-sana.biz. Per prenotare una visita è sufficiente contattare la nostra segreteria allo 06 8339 0682

psicologia giuridicaLa Psicologia Giuridica è una delle aree più esposte della psicologia degli ultimi anni, il cui raggio d’azione all’interno della giustizia si sta sempre più ampliando.
Disciplina complessa, frutto dell’interazione tra la psicologia ed il diritto è stata definita da De Leo (1995) una disciplina applicativa di taglio psico-sociale, che fa proprie competenze della psicologia clinica, della psicologia dell’età evolutiva e della famiglia, della psicologia dei gruppi e delle organizzazioni, nonché della psicologia cognitiva; una disciplina insomma in continua evoluzione sia in termini di competenze che relativamente all’oggetto a cui viene applicata.

Che ruolo svolge lo Psicologo Giuridico e che applicazioni trovano nella pratica le sue competenze?

Lo Psicologo Giuridico utilizza gli strumenti diagnostici e di intervento propri della psicologia,  applicandoli però a questioni inerenti il diritto; per buona norma è uno psicologo specializzato, che ha seguito cioè un percorso formativo specifico in Psicologia Giuridica, che gli consenta non solo di conoscere le leggi, ma anche di adattare al meglio i propri modelli interpretativi ed operativi al contesto giuridico, all’interno del quale anche le attività psicologiche più tradizionali, quali la diagnosi, assumono un carattere del tutto peculiare.
All’interno del sistema della giustizia lo psicologo può essere chiamato come esperto in diversi ambiti: nel penale, nel civile, nel minorile e, per particolari circostanze, anche nell’amministrativo e nell’ecclesiastico; chiaramente le funzioni, ed i ruoli che assume, cambiano a seconda del settore in cui si trova a dover operare.
La richiesta di consulenze tecniche in ambito civile riguarda prevalentemente questioni di diritto di famiglia e di diritto del lavoro: lo psicologo è per lo più chiamato ad offrire le sue competenze in relazione all’affidamento dei figli in casi di separazione e divorzio, ad affidamenti extrafamiliari, a valutazioni dell’idoneità genitoriale, ma anche relativamente a questioni inerenti il risarcimento di danno psichico ed esistenziale ed a situazioni in cui si richiede la riattribuzione chirurgica del sesso.

Per quanto concerne l’ambito penale invece, il lavoro dello psicologo giuridico è per lo più inerente la valutazione della capacità di intendere e di volere del soggetto in questione e quindi l’imputabilità, la pericolosità sociale, la capacità di rendere testimonianza e l’attendibilità della stessa. Un intervento di questo tipo può essere richiesto anche in ambito penale minorile, nei casi di maltrattamento ed abuso ad esempio; sempre per i minori  può essere poi richiesta una consulenza in una prospettiva futura, con l’obiettivo di valutare  le misure penali più adeguate da prendere, il reinserimento del minore in società o eventuali interventi preventivi.

I diversi “nomi” ed i diversi ruoli dello psicologo forense

Il Giudice può richiedere l’ausilio di un esperto, le cui conclusioni lo aiutino nel prendere una decisione, quando ritenga essenziale lo svolgersi di indagini condotte da una persona con specifiche competenze tecniche (art. 61 c.p.c., art. 220 c.p.p.).
Mentre in ambito penale ciascuna parte ha facoltà di nominare un proprio consulente tecnico anche nel caso in cui il giudice non abbia disposto una perizia, in ambito civile le parti possono nominare un consulente solo dopo che il Giudice ha nominato il proprio, ed entro dei termini fissati dal Giudice stesso.
Se lo psicologo forense viene nominato dal giudice è indicato come “Perito” in ambito penale e come “Consulente Tecnico d’Ufficio” in ambito civile; se l’esperto è nominato invece dal privato cittadino viene indicato come “Consulente Tecnico di Parte” sia nel civile che nel penale.

La consulenza tecnica di parte

Le parti hanno il diritto di farsi assistere da propri consulenti, che hanno la facoltà di partecipare a tutte le operazioni di consulenza e di prendere visione di tutta la documentazione agli atti.
Il Consulente Tecnico di Parte svolge diverse ed importanti funzioni:

  • Verifica la correttezza dell’operato del consulente d’ufficio;
  • Suggerisce, indica e richiede al consulente d’ufficio le azioni da intraprendere, le operazioni da svolgere e le eventuali aree da sottoporre ad indagine;
  • Tramite il legale della propria parte, può manifestare al giudice il proprio dissenso circa eventuali anomalie nello svolgimento delle operazioni;
  • Assiste la parte affinchè trovi il modo migliore per fornire al CTU gli elementi necessari a meglio comprendere la vicenda;
  • Sottopone al CTU le proprie richieste prima della conclusione delle operazioni di consulenza affinchè costui ne tenga conto nella stesura della sua relazione per il giudice;
  • Formula eventuali controdeduzioni alla relazione redatta dal CTU.

Mens Sana, avvalendosi di professionisti esperti e qualificati e in collaborazione con l’Associazione EmerLaws offre un servizio di Consulenza Tecnica di Parte, Psichiatrica e Psicologica, in ambito civile e penale.

Ambito Civile

– Valutazione dell’idoneità genitoriale in caso di separazione, divorzio, modifica delle condizioni di affidamento, conflitti e problematiche familiari;
– Mediazione familiare;
– Valutazione del Danno Biologico di natura psichica e del danno esistenziale in conseguenza di un trauma subito (es. sinistro stradale, diffamazione ecc.)
– Valutazione dell’idoneità all’adozione e all’affido;
– Valutazione di motivazione e aspettative nei casi di riattribuzione chirurgica del sesso;
– Valutazione della capacità di redigere testamento;

Ambito Penale

– Valutazione dell’imputabilità;
– Valutazione della capacità di Intendere e/o di Volere (di adulto e minore)
– Valutazione della Pericolosità Sociale e delle Misure di Sicurezza;
– Valutazione della Capacità Processuale;
– Valutazione delle condizioni psichiche dell’indagato/imputato o condannato;
– Valutazione della Compatibilità con le misure cautelari.

Per maggiori informazioni sul Servizio di Psicologia e Psichiatria Giuridica offerto da Mens Sana o per sottoporre il proprio caso ai nostri esperti è possibile mandare una email a info@mens-sana.biz.