alcol-cervelloStai chiacchierando con gli amici ad una festa e una cameriera ti gira intorno con bicchieri di champagne. Ne bevi uno, poi un altro, forse anche qualcuno in più. Prima di rendertene conto, stai ridendo più forte del solito e cammini barcollando. Alla fine della serata, sei troppo lento per scansarti mentre un cameriere ti viene addosso con un vassoio di dolci e hai difficoltà a parlare. La mattina dopo, ti svegli con le vertigini e la testa che ti fa male. Potresti anche avere difficoltà a ricordare tutto quello che hai fatto la sera prima.

Queste reazioni mostrano quanto rapidamente e drammaticamente l’alcol colpisca il cervello. Il cervello è un intricato labirinto di connessioni che mantiene integri i nostri processi fisici e psicologici. L’alterazione di uno qualsiasi di questi collegamenti può avere effetti sul funzionamento del cervello. L’alcol può avere conseguenze anche più durature sull’encefalo e cambiarne l’assetto e il funzionamento con serie conseguenze.

Molte persone non capiscono quanto ampiamente l’alcol può danneggiare il cervello. Ma riconoscere queste potenziali conseguenze renderà più facile prendere decisioni migliori sulle quantità di alcol appropriate per ciascuno.


Cosa succede all’interno del cervello?

La struttura del cervello è molto complessa. Esso comprende più sistemi che interagiscono per supportare tutte le funzioni del nostro corpo, dal pensare, alla respirazione, al movimento.

Questi sistemi cerebrali diversi comunicano tra loro attraverso circa un trilione di cellule nervose chiamate neuroni. I neuroni nel cervello traducono le informazioni in segnali elettrici e chimici che le altre cellulle dell’organo possono interpretare. Essi hanno inoltre il compito d’inviare messaggi dal cervello al resto del corpo.

Le sostanze chimiche chiamate neurotrasmettitori trasportano i messaggi tra i neuroni. I neurotrasmettitori possono essere molto potenti. A seconda del tipo e della quantità di neurotrasmettitore, queste sostanze chimiche possono intensificare o ridurre al minimo le risposte del corpo, i sentimenti, e il nostro umore. Il cervello lavora per bilanciare i neurotrasmettitori che accelerano determinati processi e quelli che li rallentano con lo scopo di mantenere il funzionamento del corpo al ritmo giusto. L’alcol può rallentare questo ritmo di comunicazione tra neurotrasmettitori.

Alla scoperta dei cambiamenti del cervello

C’è ancora molto che non sappiamo su come il cervello funzioni e come l’alcol possa influire. I ricercatori stanno capendo sempre di più sul modo in cui l’alcol interrompe le vie di comunicazione nel cervello e il cervello cambia la sua struttura, con conseguenti effetti sul comportamento e sul funzionamento. Una varietà di metodi di ricerca potrà ampliare la nostra comprensione:

BRAIN IMAGING – strumenti di imaging, tra cui la risonanza magnetica strutturale (MRI), risonanza magnetica funzionale (fMRI), la diffusion tensor imaging (DTI), e la tomografia ad emissione di positroni (PET), sono utilizzati per creare immagini del cervello. MRI e DTI creano immagini della struttura cerebrale, o molto somiglianti ad essa. La fMRI studia la funzione del cervello, o ciò che il cervello sta facendo in un preciso momento. E ‘in grado di rilevare i cambiamenti nell’attività cerebrale. La PET rileva le alterazioni della funzionalità dei neurotrasmettitori. Tutte queste tecniche di imaging sono utili per identificare una traccia dei mutamenti causati dall’alcol. Per esempio, può mostrare come un cervello cambi subito dopo aver smesso di bere o dopo un lungo periodo di sobrietà, per verificare possibili ricadute.

TEST PSICOLOGICI – I ricercatori hanno anche utilizzato test psicologici per valutare come i cambiamenti cerebrali alcol-correlati influenzino il funzionamento mentale. Questi test dimostrano come l’alcol colpisce le emozioni e la personalità, e come si possa compromettere l’apprendimento e le capacità di memoria.

Descrivere il cervello che cambia

Utilizzando immagini del cervello e test psicologici, i ricercatori hanno identificato le regioni del cervello più vulnerabili agli effetti dell’alcol. Queste sono:

Il Cervelletto – Quest’area controlla la coordinazione motoria. Danni al cervelletto si traducono in una perdita di equilibrio e di coordinazione, e possono anche influenzare le funzioni cognitive come la memoria e la risposta emotiva.

Il Sistema limbico – Questo sistema complesso del cervello controlla una serie di funzioni quali la memoria e le emozioni. I danni in questa zona compromettono ciascuna di queste funzioni.

La Corteccia cerebrale – La nostra capacità di pensare, progettare, comportarsi in modo intelligente, e interagire socialmente provengono da questa regione. Inoltre, attraverso quest’area il cervello si collega al resto del sistema nervoso. Modifiche e danni in questa zona comprometteno la capacità di risolvere i problemi, ricordare e imparare.

L’alcol atrofizza e altera il tessuto cerebrale

Il consumo di alcol, anche in una singola occasione, può portare il delicato equilibrio dei neurotrasmettitori fuori controllo. L’alcol può causare la trasmissione troppo lenta d’informazioni da parte dei neurotrasmettitori, per cui ci si può sentire molto assonnati. Le interruzioni neurotrasmettitoriali causate dall’alcol possono anche innescare cambiamenti di umore e di comportamento, depressione, agitazione, perdita di memoria, e anche convulsioni.

A lungo termine, bere pesantemente provoca alterazioni nei neuroni, come la riduzione delle dimensioni stesse delle cellule cerebrali. Come risultato di questi e di altri cambiamenti, si riduce la massa cerebrale e le cavità interne del cervello (i ventricoli) diventano più grandi. Questi cambiamenti possono influenzare una vasta gamma di abilità, tra cui la coordinazione motoria, la regolazione della temperatura, il sonno, l’umore, e le varie funzioni cognitive, compreso l’apprendimento e la memoria.

Un neurotrasmettitore particolarmente suscettibile anche a piccole quantità di alcool si chiama glutammato. Tra le altre cose che fa, il glutammato influenza la memoria. I ricercatori ritengono che l’alcol interferisca con l’azione del glutammato, e questo può essere ciò che causa in alcune persone temporanei “black out”, o il dimenticare molto di quello che è accaduto durante una notte di pesanti bevute.

L’alcol provoca anche un aumento del rilascio di serotonina, un altro neurotrasmettitore, che aiuta a regolare l’espressione emotiva, e le endorfine, che sono sostanze naturali che potrebbero innescare sensazioni di relax e di euforia.

I ricercatori ora cercano di capire come il cervello cerchi di compensare queste interruzioni. I neurotrasmettitori possono adattarsi per ricreare un equilibrio nel cervello, nonostante la presenza di alcool. Ma questi adattamenti possono avere risultati negativi, compreso lo sviluppo della tolleranza all’alcol, lo sviluppo di una dipendenza da alcol, e i sintomi di astinenza da alcol.

Quali fattori fanno la differenza?

Persone diverse reagiscono in modo diverso l’alcool. Questo perché una varietà di fattori possono influenzare la risposta del cervello all’alcol. Questi fattori includono:

Quanto spesso si beve – Più si beve, più il nostro cervello diventa vulnerabile.
Il patrimonio genetico e una storia familiare di alcolismo – Alcune etnie possono avere forti reazioni all’alcol, e figli di alcolisti hanno maggiori probabilità di diventare alcolisti loro stessi.
La salute fisica – Problemi al fegato o di nutrizione, fanno in modo che gli effetti dell’alcol impieghino più tempo a svanire.

I problemi cerebrali sono reversibili?

Un’astensione dall’alcol da alcuni mesi ad un anno può permettere un ripristino parziale dei cambiamenti strutturali del cervello. L’astinenza può anche contribuire ad annullare gli effetti negativi sulla capacità di pensiero, come il problem-solving, la memoria e l’attenzione.

Altri danni dovuti all’alcol che danneggiano il cervello:

1) Danni al fegato che colpiscono il cervello

L’epatopatia alcolica oltre ad influenzare la funzione del fegato stesso, danneggia il cervello. Il fegato degrada l’alcol e rilascia tossine. Durante questo processo, i sottoprodotti dell’alcol sono i responsabili dei danni alle cellule del fegato. Queste cellule epatiche danneggiate non funzionano più come dovrebbero e permettono che una parte eccessiva di queste sostanze tossiche, ammoniaca e manganese in particolare, raggiunga il cervello. Queste sostanze danneggiano le cellule cerebrali, causando un disturbo cerebrale grave e potenzialmente fatale conosciuto come encefalopatia epatica.

L’encefalopatia epatica provoca una serie di problemi, da alcuni meno gravi ad altri fatali:

Disturbi del sonno
Cambiamenti dell’umore e della personalità
Ansia
Depressione
Riduzione dell’attenzione
Problemi di coordinamento e tremori
Coma
Morte

I medici possono trattare l’encefalopatia epatica con composti che abbassano le concentrazioni di ammoniaca nel sangue e con dispositivi che aiutano a eliminare le tossine nocive. In alcuni casi, le persone affette da encefalopatia epatica richiedono un trapianto di fegato, che contribuisce a migliorare in generale anche la funzione del cervello.

2) Sindrome feto-alcolica

L’alcol può danneggiare il cervello in qualsiasi stadio del suo sviluppo, anche prima della nascita. I disturbi fetali da alcol sono comprendono una vasta gamma di alterazioni fisiche, dell’apprendimento e problemi comportamentali. La più grave di queste patologie, la sindrome alcolica fetale (FAS), è caratterizzata da anomalie caratteristiche del viso e di solito è associata a gravi riduzioni delle funzioni cerebrali e della crescita complessiva.

Il cervello dei bambini con FAS è più piccolo del normale e contiene un minor numero di cellule, compresi i neuroni. Questo produce come risultato delle carenze nello sviluppo cerebrale e problemi comportamentali. La ricerca attuale sta indagando se le funzioni cerebrali dei bambini e degli adulti con FAS possano essere migliorate con una complessa riabilitazione, integratori alimentari o farmaci.

uomo-obesoL’obesità interessa sei milioni di adulti e, insieme al problema del sovrappeso, un milione di bambini (pari al 35%). Queste le cifre sul fenomeno emerse dal decimo volume della collana Quaderni del ministero della Salute dal titolo «Appropriatezza clinica, strutturale, tecnologica e operativa per la prevenzione, diagnosi e terapia dell’obesità e del diabete mellito». Una situazione che, secondo il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, intervenuto al convegno di presentazione, «può provocare conseguenze gravi, anche se c’è da dire che non è omogenea su tutto il territorio nazionale». Tanto che si passa da una situazione come quella della Valle D’Aosta, che presenta una percentuale di bambini obesi o in sovrappeso del 23%, alla Campania, che ha tassi fino al 49%. E tra le ragioni di questo fenomeno il ministro rileva una scarsa attenzione alle politiche di prevenzione e programmi di attività fisica nelle scuole ancora inadeguati. Dal rapporto arriva anche una fotografia sulla diffusione del diabete, che interessa tre milioni di persone, oltre a un altro milione che presenta la glicemia alta senza saperlo. Dati che destano preoccupazione, perché nel 2010 il diabete ha determinato il 10-15% della spesa sanitaria nazionale e per di più, secondo alcune proiezioni effettuate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, risultano in aumento. La previsione è di arrivare al 2015 a più di 300 milioni di diabetici. Per quanto riguarda il soprappeso le stime sono per circa 2,3 miliardi di individui, con più di 700 milioni di persone obese.

Al di là della sbronza

Un cosmopolitan dai colori vivaci è la bevanda di scelta per i personaggi glamour in “Sex and the City”. James Bond dipende dal suo famoso Martini shakerato, non mescolato, per rilassarsi dopo uno scontro con un cattivo. E cosa dire un matrimonio che si conclude senza un brindisi con lo champagne?

L’alcol è parte della nostra cultura, ci aiuta festeggiare e socializzare e migliora anche le nostre cerimonie religiose. Ma bere troppo, in un’unica occasione o nel corso del tempo, può avere gravi conseguenze per la nostra salute. La maggior parte degli Italiani, ad esempio, riconoscono che bere troppo può causare incidenti e dipendenza. Ma questa è solo una parte della storia. Oltre a questi gravi problemi, l’abuso di alcol può danneggiare gli organi del nostro corpo, indebolire il sistema immunitario e contribuire allo sviluppo del cancro. Inoltre, proprio come il fumo, l’alcol colpisce persone diverse in modo diverso. I geni, l’ambiente, e anche la dieta possono avere un ruolo nello sviluppo di una malattia alcol-correlata.

Il rovescio della medaglia è che alcune persone potrebbero effettivamente beneficiare del bere alcol in piccole quantità. Sembra un discorso complicato? Certamente sì. Per rimanere in buona salute, e decidere quale ruolo dovrebbe svolgere l’alcool nella vostra vita, avete bisogno di accurate e aggiornate informazioni. Sul nostro sito pubblicheremo degli articoli per offrire una guida basata sulle più recenti ricerche sull’effetto dell’alcol sulla salute.

Conoscere le quantità di alcol

Sapere quanto alcool c’è in un drink “standard” può aiutare a determinare quanto si sta bevendo e comprenderne i rischi. Un drink standard contiene circa 1,7 centilitri o 14 grammi di alcol puro. In termini più familiari, i seguenti importi costituiscono un drink standard o unità standard:

  • 33 cl di birra (una lattina o una bottiglia piccola – circa il 5% di alcol)
  • 14 cl di vino da tavola ( un bicchiere da tavola – circa il 12% di alcol)
  • 4,3 cl di superalcolici (un bicchierino da liquore – circa il 40% di alcol)

alcol-sbronza
La ricerca dimostra che livelli di alcol “a basso rischio” per gli uomini non sono più di 4 unità standard per ogni singolo giorno e non più di 14 unità a settimana. Per le donne, un “basso rischio” è costituito dal consumo di non più di tre unità standard per ogni singolo giorno e non più di sette drink a settimana. Per rimanere nel basso rischio, è necessario mantenersi all’interno di entrambi i limiti giornalieri e settimanali.

Anche all’interno di questi limiti, si possono avere dei problemi se si beve troppo in fretta, se si hanno cattive condizioni di salute, o si ha un’età di più di 65 anni. Gli anziani devono bere non più di tre drink al giorno e non più di sette drink a settimana.

Sulla base della propria salute e su come l’alcol agisce sul singolo individuo, potrebbe essere necessario bere meno o per niente. Le persone che dovrebbero astenersi completamente dall’alcol sono coloro che:

Dovranno guidare un veicolo o usare macchinari
Sono incinta o vogliono avere una gravidanza a breve
Assumono farmaci che interagiscono con l’alcol
Hanno una condizione medica che l’alcol può aggravare (ad esempio cardiopatie, ipertensione, malattie del fegato e metaboliche, malattie psichiatriche e malattie neurologiche)

Anche per il 2012 lla Regione Lazio ha approvato i progetti Badante Online e Domosalus che Mens Sana ha presentato in co-promozione con Libera Cittadinanza e PAIR Piccole Associazioni in Rete. Sono disponibili 16 posti per giovani volontari, tra i 18 e i 28 anni, che vogliano svolgere un anno di attività presso l’associazione. Ciascuno di loro percepirà dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile un rimborso spese mensile pari a Euro 433,80.

E’ possibile reperire tutte le informazioni a questo link

depressione donnaSalve Dottoressa Grossi, sono una mamma, e malgrado l’affetto incondizionato della mia famiglia, da un po’ di tempo mi sento molto giù, ho quotidianamente l’umore a terra; ed è strano perché prima ero una donna attiva, piena di interessi, piuttosto serena e solare. Da un po’ di tempo invece, non mi interessa più nulla, è come se avessi perso il piacere nel fare le cose. Non ho più appetito, infatti ho perso peso, e la notte dormo molto poco; il giorno mi vengono a mancare le forze e per questo me ne sto per la maggior parte del tempo sul divano; davanti lo sguardo dei miei figli il senso di colpa si fa incontenibile. Intorno a me  vedo che tutto va male … sa’ quando si dice..”vedo tutto nero”? bè , io vedo così, mi sento.. nulla. Non sono più in grado di fare niente e mi sento davvero inutile. Devo ammettere che spesso ho anche pensato di farla finita; si, me ne vergogno un po’, ma … non sono riuscita a farlo anche perché la sola idea che i miei figli crescessero senza la loro mamma, non faceva altro che lacerarmi. Ma poi penso … che futuro avrò io??? Riconosco di essere depressa, una parola che risuona come un macigno, ma che in qualche modo mi dà un’identità. E spesso mi chiedo, e quindi, le chiedo, se ne esce??? Grazie.
Lettera firmata

Grazie Signora innanzitutto per aver condiviso con i lettori la sua sofferenza, che forse è quella di molti altri. Le rispondo subito con un’altra domanda, ma lei vuole uscirne? E rispondo alla sua; SI dalla depressione se ne può uscire, se c’è davvero il desiderio di mettersi in discussione e di lottare contro questo mostro dei nostri giorni. Mi chiedo se, accanto a questa tristezza, questo disinteresse nei confronti della vita, questo sentirsi indegni, possa esserci un po’ di amor proprio che le dà la forza di farsi aiutare; in quanto la depressione può essere sconfitta ma con un aiuto esterno, di uno specialista che fa da guida in questo difficile percorso di rinascita, con l’obiettivo di ricolmare quel senso di vuoto che attanaglia la sua vita. Talvolta i farmaci aiutano, ma da soli non sono sufficienti; se invece sono associati ad una buona psicoterapia il risultato finale sarà sicuramente più efficace e duraturo. Dalla lettera che la nostra cara lettrice ci ha inviato, emergono pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro. E sono proprio questi pensieri, “falsati, distorti, travisati” che provocano la  profonda sofferenza causa della depressione. E noi, proprio su questo dobbiamo lavorare, per modificare e rendere quei pensieri più sani e un pò più aderenti al mondo reale; a volte la realtà non è proprio così come lo vediamo noi, almeno si può provare a guardarla da altri punti di vista, con altri occhi! Il pensiero ricorrente di coloro che soffrono di depressione, e che ci conferma avere anche la signora, è: “Non uscirò mai da questa depressione”, “non starò mai meglio”  invece non è così … la Depressione è un male curabile, basta solo desiderare di star meglio e ammettere a sé stessi di non essere dei super eroi e che decidere di farsi aiutare non è una sconfitta ma una vera prova di coraggio!

Dr.ssa Irene Grossi

tempo al sonno«In Italia bisogna convincersi che la ricerca è importante, fondamentale per un paese. Mentre i nostri politici fanno di tutto per penalizzarla. Ma a queste condizioni il nostro paese non può resistere a lungo, nonostante la buona volontà dei ricercatori» sono le parole di Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerca “Mario Negri”, in occasione delle celebrazioni dei 50 anni dell’ente. «Ormai non c’è più ricerca nel nostro paese e il divario con gli altri paesi Ue si fa sempre più evidente e siamo ben al di sotto della media Ue» continua Garattini.

Il direttore del Mario Negri non si stupisce, perciò, delle proteste che contraddistinguono in questa fase il mondo dell’istruzione «si tratta di aspetti speculari dello stesso problema» sottolinea Garattini «La ricerca è uno strumento di progresso. Se non si attiva a tutti i livelli, anche la cultura si abbassa e la scuola perde il suo ruolo fondamentale. Il disagio che ne deriva è inevitabile» Quanto alla giornata di celebrazioni per il 50esimo del Mario Negri, Garattini sottolinea come si tratti di «una giornata di ascolto, abbiamo messe insieme eccellenze delle strutture biomediche  con l’obiettivo di ascoltare, imparare e articolare meglio i nostri programmi. È questo atteggiamento, insieme alla sua forte indipendenza, uno dei punti di forza del nostro Istituto di ricerca» conclude Garattini.

Da DoctorNews