posto_di_bloccoArticolo 186 del Codice della Strada – Guida sotto l’influenza dell’alcool

Chiunque, ad un posto di blocco delle forze dell’ordine o dopo incidente stradale, venga trovato alla guida in stato di ebbrezza, cioè dopo aver bevuto alcolici, è punito

A) con la sanzione amministrativa di 500 fino 2.000 euro, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro (g/l). Ne consegue anche la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da tre a sei mesi;

B) con l’ammenda da euro 800 a euro 3.200 e l’arresto fino a sei mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue anche questa volta la sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno;

C) con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000, l’arresto da sei mesi ad un anno, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). La sospensione della patente di guida sarà in questo caso da uno a due anni.

Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, in ogni caso, la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata. E’ sempre disposta inoltre la confisca del veicolo con il quale è stato commesso il reato, salvo che il veicolo stesso appartenga a persona estranea al reato.

Se il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale, le sanzioni menzionate sono raddoppiate ed è disposto il fermo amministrativo del veicolo per centottanta giorni, salvo che il veicolo appartenga a persona estranea all’illecito.

Il veicolo, qualora non possa essere guidato da altra persona idonea, può essere fatto trasportare fino ad un luogo indicato dall’interessato o fino alla più vicina autorimessa e lasciato in consegna al proprietario o al gestore di essa con le normali garanzie per la custodia. Le spese per il recupero ed il trasporto sono interamente a carico del trasgressore.

Le ammende previste dalla legge sono aumentate da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7.
Non sottoporsi agli accertamenti tossicologici disposti dalle Forze dell’ordine è sì un diritto, ma che implica la non sottoposizione ad accertamenti obbligatori e quindi la sospensione della patente di guida e la condanna hanno luogo lo stesso.

Con l’ordinanza con la quale è disposta la sospensione della patente, il prefetto ordina che il conducente si sottoponga a visita medica, visita psichiatrica per l’accertamento della sicurezza alla guida e controlli ematici e tossicologici sulle urine, entro sessanta giorni dall’ordinanza. Qualora il conducente non vi si sottoponga entro il termine fissato, il prefetto può disporre, in via cautelare, la sospensione della patente di guida fino all’esito della visita medica.

Saranno le Commissioni Mediche Locali delle ASL di residenza a gestire le visite mediche. Sarà spedita una lettera di convocazione dove saranno indicati tutti gli accertamenti ai quali la persona dovrà sottoporsi. Solitamente vengono indicati alcuni centri convenzionati, fermo restando che è possibile effettuare tali visite ed esami in tutti i centri accreditati e convenzionati con la ASL di appartenenza. Una volta effettuate tutte le visite, sempre alla Commissione Medica Locale si potrà ritirare il certificato di idoneità (o non idoneità) alla guida che rinnoverà la validità della patente da sei mesi ad un anno. Passato questo tempo il trasgressore sarà tenuto a ripetere le procedure di accertamento tossicologico e psichico per ottenere un periodo di validità della patente di guida superiore.

Articolo 187. Guida in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti

Divieti e procedure sono molto simili al precedente articolo, così come la sua applicazione e l’iter delle visite mediche. Elenchiamo alcune differenze e precisazioni.

Chiunque guida in stato di alterazione psico-fisica dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope è punito con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000 e l’arresto da sei mesi ad un anno. All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni. Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente è raddoppiata.

I conducenti, nel rispetto della riservatezza personale e senza pregiudizio per l’integrità fisica, possono essere sottoposti ad accertamenti clinico-tossicologici e strumentali ovvero analitici su campioni di mucosa del cavo orale o su saliva, prelevati a cura di personale sanitario ausiliario delle forze dell’ordine.

Qualora non sia possibile effettuare il prelievo a cura del personale sanitario ausiliario oppure qualora il conducente rifiuti di sottoporsi a tale prelievo, gli agenti di polizia stradale accompagnano il conducente presso strutture sanitarie fisse o mobili o presso le strutture sanitarie pubbliche o presso quelle accreditate per il prelievo di campioni di liquidi biologici.

Ricordando che tutte le strutture accreditate dalle ASL devono avere ambulatori idonei a svolgere questi accertamenti, numerose segnalazioni ci arrivano in continuazione sulla lentezza dello svolgimento delle pratiche, sui tempi di attesa molto lunghi e sulle tariffe, molto dissimili tra loro.

Per gli utenti residenti a Roma e provincia è possibile effettuare la Visita Psichiatrica e i Test Psicodiagnostici anche presso i Centri di Mens Sana. Per prenotazioni e informazioni: 06 8339 0682

Alla vostra cortese attenzione …

Desidero portare a Sua conoscenza quanto oggi, 22 agosto, ho dovuto subire nel disbrigo di una pratica presso la stanza n.°33 – ASL Roma D di via Pascarella – per una autorizzazione di un “piano terapeutico” prescritto da un medico dell’ospedale Forlanini.

Alla consegna della “prescrizione” (consegnatami dal Forlanini perché la portassi in via Pascarella…), mi è stata richiesta dalla impiegata, anche una fotocopia della stessa “prescrizione”, fotocopia che io non avevo, ne avrei dovuto avere per motivi di facile comprensione, che riguardono l’organizzazione della struttura sanitaria, non certo il cittadino. Ma… niente fotocopia, niente autorizzazione… è stata la risposta!

Erano le ore 11, la temperatura per strada 35/37 gradi, malgrado i miei quasi 80 anni, sono stato così costretto a trovare un servizio in viale Trastevere per riprodurre il documento e tornare nella stanza 33 di via Pascarella. Non è stato un “andata e ritorno” facile, per il fisico ed i 37°, mi creda!

Se ha dei dubbi Le consiglio di sottoporre qualche suo anziano  parente, o, meglio ancora , se stesso – se non è più nella verde età – a ripetere quello che oggi è stato imposto allo scrivente. Ritengo sia stato un sopruso, un abuso di ufficio perchè non trovo traccia di un obbligo del paziente a fornire la “ fotocopia”;  se c’è me lo faccia sapere per cortesia! Perché non c’è un collegamento tra le strutture per evitare di aggravare ancora più la vita del cittadino/paziente, il tutto poi per una fotocopia come nel caso in questione?

In altre strutture è possibile trovare a disposizione una macchina fotocopiatrice,(con uso a pagamento) a disposizione dei cittadini. Mi è stato detto che il problema è a conoscenza del direttore della ASL, con il risultato che tutto si è fermato alla “conoscenza”…

Se, disgraziatamente, oggi per la strada mi fossi sentito male, mi creda, qualcuno ne avrebbe pagato le conseguenze, perché non è ammissibile una tale indifferenza nel risolvere problemi a salvaguardia dell’altrui salute e per i quali si viene assunti e pagati!

Questa mia protesta ha lo scopo (la speranza) di sollecitare interventi tesi ad apportare migliorie nella organizzazione, che evitino ad altri poveracci quello che oggi è capitato a me, per una fotocopia!

Potrei conoscere il Suo pensiero al riguardo? La ringrazio anticipatamente.

Roma 22 agosto 2011

Lettera firmata


Egregio Signore,

Ha ragione, quello che ha subito è un sopruso e uno scarico di responsabilità e lavoro su di lei. Le strutture sanitarie che redigono piani terapeutici sono tenuti a produrre tre copie: una da trattenere in cartella clinica, una da consegnare al paziente che la consegnerà al suo medico di base e una terza che deve essere spedita alla ASL di competenza dalla struttura sanitaria e non portata a mano dal paziente! La prescrizione poi è inutile, perchè già la redazione di un piano terapeutico sottintende che sia avvenuta una prescrizione (altrimenti il piano terapeutico che cosa viene fatto a fare?).
Purtroppo questo paese dalle troppe leggi, applicate con il fai da te, produce anarchia e disservizi che si abbattono sempre tutti sul cittadino-utente. Questi burocrati, che stanno uccidendo la sanità, dovrebbero mettersi in testa che sono addetti a fornire servizi al cittadino e non sono lì solo per percepire stipendi ad avere una sedia e una scrivania, da cui ripararsi anche dal caldo. Questo però dobbiamo farglielo capire noi utenti, non possiamo che essere noi a cambiare questa vergogna, ormai spero che sia chiaro a tutti che non possiamo più appellarci a qualche “onorevole”, maiale ingrassato a spese nostre.
Non consegni la copia del Piano terapeutico alla ASL e non faccia nessuna fotocopia, lo riconsegni all’ospedale e gli regali un francobollo, così non potranno piangere perchè non possono sostenere i costi di spedizione.
La saluto e le prometto che pubblicheremo la sua lettera sul nostro sito www.mens-sana.biz a testimonianza dei disservizi e soprusi che i cittadini devono sopportare e che ci impegneremo affinchè i diritti dei malati siano difesi e rispettati.

Dott. Marco Paolemili

 

autismoNell’infanzia si acquisiscono le fondamentali capacità cognitive, relazionali, comunicative e sociali che saranno di riferimento nell’età adulta.
Lo sviluppo della personalità è contrassegnato dalle necessità sia di risolvere i momenti di crisi e le normali difficoltà che accompagnano le varie fasi evolutive, sia di reagire alle problematiche impreviste e agli eventi straordinari (perdite, separazioni, lutti, malattie, abusi fisici, sessuali, psicologici).
Il bambino può esprimere il suo disagio con differenti modalità, che costituiscono un disagio:

Ansia, paure e fobie sia nel bambino che nell’adolescente;

Alterazioni del comportamento (mutismo, comportamenti aggressivi ed oppositori, eccessive reazioni di collera e rabbia, difficoltà a rispettare le regole, iperattività);

Disturbi psicosomatici (emicranie, mal di pancia ricorrenti, vomito);

Alterazioni del controllo sfinterico (enuresi, encopresi);

Disturbi alimentari e della nutrizione;

Difficoltà linguistiche e di apprendimento con problemi nel rendimento scolastico

Problemi di relazione con i coetanei e/o con gli adulti

Problemi del sonno

E’ importante che i genitori e le persone con cui il bambino è in contatto come gli insegnanti, sappiano cogliere i segnali di disagio che il bambino manifesta. Trovare il significato di questi atteggiamenti all’interno del processo evolutivo darà possibilità di non rinforzare tali comportamenti disadattivi e migliorare le risposte per renderle adeguate e funzionali al superamento della crisi in atto.
L’adolescenza è una fase in cui possono delinearsi problemi di carattere definito e specifico, e spesso possono esserci difficoltà nel dare un significato ad un malessere più diffuso, a comunicare con gli adulti o con i coetanei, difficoltà scolastiche, oppure momenti di crisi legati alle trasformazioni corporee ed alla definizione della propria identità di ruolo.
Quando il problema diventa importante e non si riesce a gestirlo direttamente, diventa opportuno far riferimento ad un psicologo professionista esperto in problemi dello sviluppo, dell’età evolutiva e dell’adolescenza.
Alla comparsa dei primi sintomi si può reagire sottovalutandoli, nascondendoli o giustificandoli; alcune volte prevale, invece la tendenza a cercare cause di tipo organico consultando medici e facendo diversi esami (comunque necessari per eliminare cause organiche e per decidere di consultare uno psicologo).
Lo psicologo cercherà di intervenire sul bambino consultando il più possibile i genitori, rendendoli partecipi nella terapia.

I nostri psicologi sono a disposizione per una consulenza e per terapie personalizzate presso le nostre sedi. Per maggiori informazioni e per un appuntamento è possibile rivolgersi allo 0683390682, oppure via email a info@mens-sana.biz

 

Avevo un problema con l’alcol. Diciamo la verità, ero dipendente dall’alcol. Non mi accorgevo che la mia vita andava sempre peggio: la separazione da mia moglie, mia figlia che quasi non mi riconosceva più e il lavoro in ristorante, sempre più faticoso, sempre più liti con i colleghi. Sono stati loro a capire che avevo problemi con l’alcol. Si vede che ad un tratto non ce l’ho fatta più a fingere.

Così ho deciso di curarmi. Un mio amico mi ha suggerito il vostro centro, vi ho riposto tutte le mie speranze, perchè davvero non ce la facevo più. Mi dite che non devo mai abbassare la guardia e avete ragione, ma ora sono più di 400 giorni che non bevo più e ora sono felice, mi sento un altro uomo. Mi sono ripreso le mie libertà, mia figlia mi vuole bene (e ho scoperto che me ne ha sempre voluto, anche quando pensavo che io non le servissi più) e il lavoro ora mi sembra una passeggiata (beh, forse qui sto esagerando!).

Grazie perchè mi avete insegnato a parlare con il cuore. Ho imparato a tirare fuori quello che ho dentro, sia il bene che il male. Non ho più bisogno di stordirmi con l’alcol, di seppellire i miei dolori e di sentirmi ogni giorno più sbronzo e deficiente.

Vi abbraccio forte e vi ringrazio con il cuore.

Giuseppe

uomo-obeso

Occhio ai chili di troppo, specie dopo gli ‘anta’. Per le persone di mezza età in sovrappeso – anche se non ancora obese – aumentano del 71% i rischi di sviluppare una demenza rispetto ai coetanei in forma. Lo rivela uno studio condotto su 8.534 gemelli svedesi e pubblicato su ‘Neurology’. Secondo la ricerca, dunque, proprio il sovrappeso rappresenta un fattore di rischio per la demenza.Ebbene, a conti fatti conviene mettersi a dieta. Dai dati della ricerca emerge che per le persone con un indice di massa corporea (Bmi) superiore a 30, classificate come obese, sono maggiori del 288% le probabilità di sviluppare una demenza rispetto a chi ‘vanta’ un peso nella norma. Mentre per chi è ‘solo’ in sovrappeso i rischi salgono del 71%. Insomma, secondo Weili Xu del Karolinska Institutet di Stoccolma, non ci sono dubbi. “Essere in sovrappeso rappresenta anche un pericolo di sviluppare una forma di demenza con il passare degli anni. Un rischio che non è rilevante come per gli obesi – precisa l’esperto commentando la ricerca alla Bbc online – ma ha un impatto sulla salute pubblica a causa del gran numero di persone in tutto il mondo che sono in sovrappeso”. Secondo la ricerca, infatti, 1,6 miliardi di adulti nel pianeta sono afflitti dai chili di troppo.

Da Adnkronos salute

diabeteNon nascono con il diabete ma si ammalano presto, troppo presto. Negli States cresce il numero di adolescenti con diabete di tipo 2. Dunque non il diabete giovanile o di tipo 1, inteso come malattia autoimmune. Bensì la patologia che dovrebbe presentarsi in età ben più matura, quella che figura, o meglio un tempo figurava, tra gli ‘acciacchi’ della popolazione anziana. Ma i tempi cambiano e anche il diabete cambia pelle, complice l’epidemia di chili di troppo che, partita dagli Usa, dilaga ormai in gran parte del pianeta. E che vede l’Italia tra le più nazioni ‘grasse’ in Europa, almeno guardando ai più piccoli.E così, se negli States i teenager si ammalano di diabete 2, “in Italia si rischia di seguirne il cattivo esempio – spiega Ele Ferrannini, ordinario di Medicina interna all’università di Pisa e past president della Società europea di diabetologia (Easd), a San Diego per il meeting dell’American Diabetes Association – I primi casi ci sono già stati, tuttavia sono rari. Ma tra una decina d’anni corriamo il rischio di ritrovarci in una situazione analoga agli Usa”. Ad aprire la strada al diabete tra i giovanissimi “le cattive abitudini – prosegue Ferrannini – le bevande gassate e zuccherine, i fuoripasto, la dieta mediterranea diventata ormai una chimera”. E se si manda troppo in là l’ago della bilancia quando si è giovani, il rischio di restare ‘oversize’ a vita aumenta. “Il peso che si raggiunge a 18 anni – spiega infatti l’esperto – è predittivo, vale a dire che se si è fuori forma da ragazzi è probabile che i chili di troppo diventino la costante di una vita intera”.

Da Adnkronos Salute