power-balanceMulta da 350mila euro alle società che hanno distribuito e commercializzato in Italia il braccialetto ‘Power balance’, diventato un must nell’estate 2010. L’Antitrust, a quanto apprende l’Adnkronos, ha deciso di sanzionare le aziende Power Balance Italy e Sport Town, rispettivamente per 300mila e 50mila euro, per la mancanza di un riscontro scientifico alle ‘millantate’ caratteristiche del gadget, ovvero la capacita’ di incidere sull’equilibrio e la forza fisica. In sostanza, i consumatori sono stati indotti all’acquisto con un messaggio scorretto. L’Antitrust ha adottato il provvedimento basandosi sul parere fornito dall’Istituto superiore di Sanità, che ha escluso ogni evidenza scientifica delle qualità ‘promesse’ con enfasi dalla martellante campagna pubblicitaria messa in campo dalle due aziende. Nessuna controindicazione, invece, è emersa per la salute e la sicurezza dei consumatori.

Da Adnkronos salute

quadro_polioMens Sana aderisce e sostiene la campagna “PolioPlus”, il più ambizioso programma della storia del Rotary, costituisce la componente di volontariato della partnership globale per l’eradicazione della polio. Da più di 20 anni il Rotary è alla guida di questa iniziativa globale per sconfiggere questa terribile malattia. Oggi il PolioPlus è universalmente riconosciuto come un modello di riferimento nell’ambito della cooperazione tra pubblico e privato per il perseguimento di obiettivi umanitari.

Dopo vent’anni di duro lavoro, il Rotary ed i suoi partner sono sul punto di eradicare la tenace malattia della polio, ma proprio adesso è necessaria una forte spinta per darle il colpo decisivo. E’ un’opportunità di proporzioni storiche.
Il vostro contributo aiuterà il Rotary a raccogliere 200 milioni per equiparare i 355 milioni della sovvenzione sfida lanciata dalla Fondazione Bill & Melinda Gates. I 555 milioni di USD derivanti andranno direttamente a sostegno delle campagne d’immunizzazione nei paesi in via di sviluppo, dove la polio continua a paralizzare e infettare i bambini, privandoli del loro futuro e aumentando le difficoltà delle loro famiglie.

A questo link troverete informazione su cos’è la poliomielite e maggiori dettagli sulla campagna del Rotary

Fino a quando la poliomielite minaccia anche un solo bambino in tutto il mondo, tutti i bambini del mondo sono ancora a rischio. La posta in gioco è alta.

Stiamo raccoglieno fondi per inviare medici nel mese di gennaio in India, uno dei paesi, assieme all’Afghanistan, Pakistan e Nigeria, dove la Poliomielite è ancora presenti, con circa 700 nuovi casi l’anno.

Per contribuire e finanziare l’invio di medici dall’Italia nel mese Gennaio 2011 potete fare un bonifico a favore del Distretto 2080 del Rotary International, specificando nella causale “India”,  IBAN: IT 74 T 03104 04803 000000 820814 c/o la Deutsche Bank, filiale di Via Sonnino 135- Cagliari,  intestato al Distretto 2080 R.I.

Oppure potete contattare la nostra associazione, che provvederà a versare le quote dei donatori direttamente.

Fate un regalo di Natale a chi è meno fortunato. Buon Natale a tutti voi da Mens Sana.

 

Marco Paolemili

Presidente di Mens Sana Onlus

 

logopediaLa logopedia è un ramo sanitario che si occupa della prevenzione, dell’educazione e della rieducazione della voce, del linguaggio scritto e orale e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

Il lavoro del logopedista è finalizzato all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che causano:

  • Disturbi della voce e della deglutizione
  • Disturbi della parola
  • Disturbi del linguaggio orale e scritto
  • Disturbi della comunicazione

Le Patologie trattate dalla Logopedia:

Deglutizione atipica
Si parla di deglutizione atipica quando un soggetto non possiede lo schema deglutitorio adulto, ma vi è persistenza del modello di deglutizione infantile oltre il periodo ritenuto fisiologico.

 

Disfonia
È una alterazione qualitativa e/o quantitativa della voce parlata che consegue ad una modificazione della struttura e/o della funzione di uno o più organi coinvolti nella sua produzione o ad una inadeguatezza delle relazioni dinamiche che intercorrono fra le diverse componenti dell’apparato pneumo-fonatorio.
È un SINTOMO chiaro ed evidente in presenza di patologie come

Noduli cordali, polipi cordali, disfonia disfunzionale ipercinetica, edema di Reinke

Paralisi cordali (monolaterali o bilaterali, in adduzione o in abduzione)

Disfonia della muta vocale

Psicogene

Neoplastiche

Le principali categorie professionali a rischio disfonia sono:

insegnanti

avvocati

operatori telefonici

cantanti

attori

 

Disartria
Disordine del linguaggio dovuto ad alterazioni del controllo muscolare dell’apparato pneumo-fonoarticolatorio, per danneggiamento di uno dei processi motori di base coinvolti nella produzione verbale.

La disartria è presente come sintomo di alcune malattie tra cui:
Morbo di Parkinson
la PSP (Paralisi sopranucleare progressiva)
la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica)

 

Balbuzie
E’ una anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio (inadeguati per l’età del soggetto) caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o più dei seguenti elementi:

Ripetizioni di suoni o sillabe

Prolungamento dei suoni

interiezioni

Interruzioni di parole (pause all’interno di parole)

Blocchi udibili o silenti (cioè pause del discorso colmate o non colmate)

Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)

Parole emesse con eccessiva tensione fisica

Ripetizione di intere parole monosillabiche (per esempio Ho-o-o-o-o fame)
Può essere accompagnata da:

Sincinesie (movimenti involontari di alcune parti del corpo, tic facciali o del collo)

Embolofrasie (interiezioni ripetute come “ah…uhm”)

Aggiunta di parole stereotipate (come appunto…appunto oppure cioè….cioè)

L’OMS classifica la BALBUZIE come disturbo specifico dello sviluppo, “un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo” (1977).

 

Disturbo specifico di apprendimento
Il D.S.A. (disturbo specifico di apprendimento) si manifesta in età scolare come una difficoltà di:
Lettura (dislessia)
Scrittura (disortografia)
Calcolo (discalculia)
Il bambino non riesce a svolgere correttamente queste abilità per una difficoltà di automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo. Il D.S.A. si manifesta in assenza di disturbi sensoriali, cognitivi, neurologici e relazionali.

 

Demenze
Con il termine demenza ci si riferisce ad una serie di sintomi di un gruppo numeroso di patologie che portano ad una progressiva perdita delle funzioni intellettive acquisite in precedenza da una persona.
Le sfere cognitive che possono essere inficiate sono:
la memoria (a breve e lungo termine) , il pensiero astratto , la capacità critica, il linguaggio , l’orientamento spazio temporale con conservazione dello stato di coscienza vigile.

Morbo di Alzheimer

Morbo di Parkinson

Afasia primaria progressiva

Demenza fronto-temporale

 

Afasia
Deficit della capacità di comprensione, elaborazione e produzione di messaggi linguistici; è la conseguenza più grave di una lesione cerebrale (ictus, ischemie, tumori cerebrali).

Presso i nostri centri troverai logopedisti in grado di trattare questi disturbi, nel bambino, nell’adulto e nell’anziano. I nostri Logopedisti lavorano in equipe con Neuropsichiatri infantili, Psicologi dell’età evolutiva e Psicologi clinici per fornire un trattamento integrato. Per maggiori informazioni manda una email a info@mens-sana.biz

logopediaLa logopedia è un ramo sanitario che si occupa della prevenzione, dell’educazione e della rieducazione della voce, del linguaggio scritto e orale e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

Il lavoro del logopedista è finalizzato all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che causano:

  • Disturbi della voce e della deglutizione
  • Disturbi della parola
  • Disturbi del linguaggio orale e scritto
  • Disturbi della comunicazione

Le Patologie trattate dalla Logopedia:
Deglutizione atipica
Si parla di deglutizione atipica quando un soggetto non possiede lo schema deglutitorio adulto, ma vi è persistenza del modello di deglutizione infantile oltre il periodo ritenuto fisiologico.

Disfonia
È una alterazione qualitativa e/o quantitativa della voce parlata che consegue ad una modificazione della struttura e/o della funzione di uno o più organi coinvolti nella sua produzione o ad una inadeguatezza delle relazioni dinamiche che intercorrono fra le diverse componenti dell’apparato pneumo-fonatorio.
È un SINTOMO chiaro ed evidente in presenza di patologie come

Noduli cordali, polipi cordali, disfonia disfunzionale ipercinetica, edema di Reinke

Paralisi cordali (monolaterali o bilaterali, in adduzione o in abduzione)

Disfonia della muta vocale

Psicogene

Neoplastiche

Le principali categorie professionali a rischio disfonia sono:

insegnanti

avvocati

operatori telefonici

cantanti

attori

Disartria
Disordine del linguaggio dovuto ad alterazioni del controllo muscolare dell’apparato pneumo-fonoarticolatorio, per danneggiamento di uno dei processi motori di base coinvolti nella produzione verbale.

La disartria è presente come sintomo di alcune malattie tra cui:
Morbo di Parkinson
la PSP (Paralisi sopranucleare progressiva)
la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica)

Balbuzie
E’ una anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio (inadeguati per l’età del soggetto) caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o più dei seguenti elementi:

Ripetizioni di suoni o sillabe

Prolungamento dei suoni

interiezioni

Interruzioni di parole (pause all’interno di parole)

Blocchi udibili o silenti (cioè pause del discorso colmate o non colmate)

Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)

Parole emesse con eccessiva tensione fisica

Ripetizione di intere parole monosillabiche (per esempio Ho-o-o-o-o fame)
Può essere accompagnata da:

Sincinesie (movimenti involontari di alcune parti del corpo, tic facciali o del collo)

Embolofrasie (interiezioni ripetute come “ah…uhm”)

Aggiunta di parole stereotipate (come appunto…appunto oppure cioè….cioè)

L’OMS classifica la BALBUZIE come disturbo specifico dello sviluppo, “un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo” (1977).

Disturbo specifico di apprendimento
Il D.S.A. (disturbo specifico di apprendimento) si manifesta in età scolare come una difficoltà di:
Lettura (dislessia)
Scrittura (disortografia)
Calcolo (discalculia)
Il bambino non riesce a svolgere correttamente queste abilità per una difficoltà di automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo. Il D.S.A. si manifesta in assenza di disturbi sensoriali, cognitivi, neurologici e relazionali.

Demenze
Con il termine demenza ci si riferisce ad una serie di sintomi di un gruppo numeroso di patologie che portano ad una progressiva perdita delle funzioni intellettive acquisite in precedenza da una persona.
Le sfere cognitive che possono essere inficiate sono:
la memoria (a breve e lungo termine) , il pensiero astratto , la capacità critica, il linguaggio , l’orientamento spazio temporale con conservazione dello stato di coscienza vigile.

Morbo di Alzheimer

Morbo di Parkinson

Afasia primaria progressiva

Demenza fronto-temporale

Afasia
Deficit della capacità di comprensione, elaborazione e produzione di messaggi linguistici; è la conseguenza più grave di una lesione cerebrale (ictus, ischemie, tumori cerebrali).

Presso i nostri centri troverai logopedisti in grado di trattare questi disturbi, nel bambino, nell’adulto e nell’anziano. I nostri Logopedisti lavorano in equipe con Neuropsichiatri infantili, Psicologi dell’età evolutiva e Psicologi clinici per fornire un trattamento integrato. Per maggiori informazioni manda una email a info@mens-sana.biz

disturbo-ossessivoL’Alzheimer ruba la memoria di chi ne soffre con la complicità di una proteina che si chiama caspasi 3. E’ lei che interrompe il dialogo fra i neuroni incaricati di gestire i ricordi. A smascherarla è uno studio tutto italiano pubblicato su ‘Nature Neuroscience’, condotto dagli scienziati Telethon guidati da Francesco Cecconi presso l’Irccs Fondazione Santa Lucia e l’università Tor Vergata di Roma. La ricerca, su modello animale, riguarda una rara forma ereditaria di Alzheimer. Ma i risultati ottenuti indicano una via percorribile anche per combattere la ‘versione’ più diffusa della malattia. E soprattutto per diagnosticarla, perché un giorno potrebbe bastare un dosaggio della proteina ‘imputata’ per riconoscere un paziente e trattarlo subito.Il team tricolore ha chiarito i dettagli molecolari alla base della mancata comunicazione fra le cellule nervose, un ‘intoppo’ che nel tempo porta alla perdita di memoria e al deterioramento mentale tipico dell’Alzheimer. Il lavoro, spiega Telethon in una nota, “potrebbe avere importanti ricadute nella diagnosi precoce della malattia, tuttora molto difficile, ma anche nel disegno di possibili terapie”.Ad oggi, ricorda la fondazione, non è ancora ben chiaro quali siano le cause della malattia di Alzheimer che colpisce, solo in Italia, circa mezzo milione di persone oltre i 60 anni di età. Esistono però delle rare forme ereditarie dovute a precisi difetti genetici che vengono trasmessi da una generazione all’altra, e che in genere si manifestano più precocemente rispetto alle forme sporadiche più diffuse. Pur avendo un’origine diversa, i meccanismi molecolari alla base del processo degenerativo del cervello sono comunque gli stessi. Ciò significa che studiare le forme genetiche ereditarie può rivelarsi molto utile anche per una comprensione più generale della malattia.

“Siamo partiti dall’osservazione che, con il progredire della malattia di Alzheimer, i neuroni perdono progressivamente il contatto tra di loro”. Un collegamento “essenziale per la trasmissione dei segnali nervosi”, sottolinea Marcello D’Amelio, primo autore dello studio, attualmente ricercatore dell’università Campus Bio-Medico di Roma. “A livello strutturale – precisa lo scienziato – questo si traduce nella perdita delle cosiddette ‘spine dendritiche’, prolungamenti del corpo della cellula nervosa che permettono il contatto, o sinapsi, con le altre cellule circostanti. Quello che non conoscevamo, però, erano i meccanismi molecolari alla base di questo fenomeno”.I ricercatori Telethon si sono quindi concentrati su una particolare proteina, la caspasi 3, che risultava particolarmente attiva nella sinapsi al momento della comparsa dei primi deficit di memoria nel modello animale della malattia. “In questo studio – riassume Cecconi – dimostriamo che la caspasi 3 ha un ruolo determinante nella perdita delle spine sinaptiche da parte dei neuroni dell’ippocampo, una regione del cervello fondamentale per la memoria. E lo conferma il fatto che, trattati con un farmaco in grado di inibire l’azione della proteina, i topi affetti dalla malattia mostrano un miglioramento comportamentale molto significativo”. Questo risultato, assicura Telethon, apre prospettive interessanti innanzitutto dal punto di vista della diagnosi che, al momento, avviene quando la malattia è in fase conclamata perché non esistono indicatori precoci che possano fare da ‘spie’ per i medici. “Lo dice anche l’Organizzazione mondiale della sanità”, evidenzia Cecconi: “Per le malattie neurodegenerative è molto importante fare una diagnosi il più presto possibile, meglio ancora prima della comparsa dei sintomi, perché in questo modo si possono mettere in atto diverse strategie che possono ritardarne la progressione: dieta, attività fisica, terapie comportamentali e farmacologiche. Disporre quindi di test che permettano, per esempio attraverso il dosaggio di una proteina in campioni prelevati dai pazienti, di diagnosticare precocemente e con una certa specificità malattie come l’Alzheimer potrebbe cambiare la storia di questa patologia”.

Ma non è tutto: lo studio potrebbe anche suggerire nuovi bersagli terapeutici, per replicare nell’uomo quanto osservato nel modello animale. “In questo senso la strada è ancora lunga – puntualizza Virve Cavallucci, coautrice della ricerca – ma quello che abbiamo scoperto studiando questa rara forma ereditaria della malattia potrebbe ragionevolmente applicarsi anche a quelle più diffuse”.

Da Adnkronos salute

stop fumoIn Italia ci sono circa 16 milioni di fumatori al di sopra dei 15 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente si verificano circa 3,5 milioni di decessi all’anno a causa del fumo di tabacco. L’impatto estremamente nocivo del tabacco sulla salute è la ragione principale per dare un forte supporto al controllo del tabagismo. Numerosi studi scientifici riportano che oltre il 70% dei fumatori vuole smettere definitivamente ma solo pochi ci riescono da soli. Molti tentano di farlo ma riprendono a fumare dopo intervalli più o meno lunghi di tempo. Il dato che emerge da numerose ricerche scientifiche è infatti la difficoltà a mantenere l’astinenza nel tempo. Il trattamento “STOP AL FUMO” si propone come una risposta a tutti i fumatori che desiderano smettere di fumare in modo definitivo, fornendo alla persona gli strumenti necessari per mantenere con successo il traguardo raggiunto.

 

OBIETTIVO

Smettere di fumare DEFINITIVAMENTE.

I nostri operatori, medici e psicologi, ti accompagneranno durante tutto il trattamento, attraverso un intervento specifico fatto su misura per te.

In che modo?

Ti verrà dedicato un operatore che ti seguirà sin dall’inizio durante tutto il percorso e ti aiuterà a raggiungere l’obiettivo di smettere di fumare per sempre. Ti insegnerà le tecniche per affrontare il desiderio e mantenere l’astinenza. Insieme a lui potrai imparare ad usare gli strumenti necessari per affrontare con successo tutti gli ostacoli che potrai incontrare nell’iniziare una nuova vita senza fumo.

 

METODOLOGIA

La metodologia utilizzata prende spunto dalle linee guida del Ministero della Sanità e dell’Istituto Superiore di Sanità e da alcune ricerche effettuate in ambito clinico, come ad esempio il Progetto “Respiro Libero”, un trattamento cognitivo-comportamentale sperimentale promosso dall’Università di Roma La Sapienza e dal Centro per la Ricerca in Psicoterapia di Roma.

Il problema principale di chi vuole smettere di fumare è l’alta frequenza di ricadute e la difficoltà di molte persone a mantenere l’astinenza in maniera definitiva. Quante volte ti sei messo a pensare a come sarebbe bello non essere schiavo delle sigarette, a quanto farebbe bene alla salute e anche al portafoglio? Quante volte hai deciso di smettere di fumare quando hai spento la sigaretta giurando che quella sarebbe stata l’ultima e in realtà non è stato così? Il vero problema non è smettere di fumare; tutte le volte che si spegne una sigaretta lo si fa. Il primo giorno le motivazioni possono essere così forti da dire: “Basta, non voglio più fumare” (tutti i fumatori se lo ripetono continuamente).

Il vero problema è il secondo giorno, il decimo, il millesimo, quando in un momento di debolezza o di gioia o di sicurezza ti accendi una sigaretta e dopo questa, poiché fumare è in parte una tossicodipendenza, ne vuoi un’altra e ti ritrovi ad aver ricominciato. I professionisti di Mens Sana hanno messo a punto un trattamento che possa essere una risposta definitiva a queste domande, andando a lavorare cioè sulle difficoltà che questo cambiamento può comportare se non sai cosa fare e come fare per superarle, con l’obiettivo di raggiungere il risultato tanto desiderato di liberarti dalla schiavitù del fumo e di mantenere questo traguardo per sempre.

Il programma STOP AL FUMO nasce mettendo insieme l’esperienza clinica dei nostri esperti e i risultati che derivano dalle recenti ricerche scientifiche sul tema. Esso integra al suo interno tecniche e metodi derivanti da modelli diversi. In particolare esso prevede tecniche cognitivo-comportamentali, tecniche di comunicazione, procedure derivate dai gruppi di mutuo aiuto, interventi riguardanti la salute, tecniche derivate dall’Analisi Transazionale. Imparerai a conoscere quali sono gli stimoli che anticipano l’insorgere del desiderio e, attraverso tecniche specifiche pensate apposta per te, ad affrontarlo con successo proteggendoti dalle ricadute.

Alla base di questo programma vi è una visione del fumo come di un comportamento acquisito, che mantiene una sua continuità in quanto risponde a diverse funzioni quali abitudini, piacere, risposta a bisogni psicologici e dipendenza fisiologica. Viene suggerita una disassuefazione graduale accompagnata da una “data limite” entro la quale deciderai di impegnarti a smettere totalmente. La riduzione graduale, sebbene non obbligatoria, viene consigliata in quanto ha un duplice vantaggio: riduce i sintomi di astinenza e permette di analizzare l’abitudine e interiorizzare la motivazione al cambiamento.

 

STRUTTURA DELL’INTERVENTO

Il programma prevede 8 incontri e 4 follow-up di un’ora ciascuno (1 ora e mezza per il trattamento di gruppo). I primi 7 incontri hanno cadenza settimanale; l’8° incontro avviene a distanza di 15 giorni dal 7°. I 4 follow-up sono realizzati a distanza rispettivamente di 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi dal termine del trattamento.

Il percorso è suddiviso in 4 fasi:

 

1° FASE – PREPARAZIONE

Dal primo al quarto incontro. Nelle prime quattro sedute l’obiettivo è di approfondire la tua motivazione, indagando insieme quali sono i benefici e i costi legati al fumo. Gli scopi principali di questa fase sono due:

  • Accompagnarti nel divenire consapevoli dell’atto del fumare,
  • Aiutarti a ridurre il numero delle sigarette giornaliere, aumentando la capacità di auto-osservazione.

Generalmente quando un fumatore decide di smettere di fumare viene immediatamente assalito dal panico perché è convinto che non riuscirà a resistere, ed è inoltre sicuro che, se anche per miracolo dovesse farcela, dovrà soffrire le pene dell’inferno per un periodo indefinito. Pensa anche che la vita sarà meno piacevole, che non sarà più in grado di concentrarsi o far fronte a situazioni difficili e che, anche se magari non fumerà più, non sarà comunque mai libero e per il resto della vita dovrà cercare di resistere alla tentazione di accendersi ogni tanto una sigaretta. E invece non è così! La stragrande maggioranza dei fumatori che partecipa al nostro trattamento se ne va da non fumatore. Come otteniamo questo successo? Certo non ripetendogli che corre dei rischi terribili per la salute, che spende un mucchio di soldi, che fumare è disgustoso e spiacevole e che è uno sciocco a non smettere. Non lo trattiamo da stupido ripetendogli quello che già sa! In fondo non si fuma per le ragioni per cui non dovremmo farlo, che sono quelle appena elencate. Per smettere è necessario smantellare le ragioni per le quali si fuma, ed è questo che STOP AL FUMO fa. Una volta eliminato il desiderio di fumare smettere è facile e non occorre alcuna forza di volontà.

 

2° FASE – SOSPENSIONE

Tra il quarto e il quinto incontro. L’obiettivo è ora quello di ottenere un’astensione totale dal fumo. La sospensione è programmata con tecnica contrattuale che prevede una data-limite nelle 48 ore precedenti il quinto incontro. In questa fase vengono utilizzate:

a) procedure derivanti dai gruppi di mutuo aiuto volte a stimolare processi di relazione di aiuto con altri fumatori in trattamento o con testimonianze di ex fumatori;

b) interventi finalizzati a facilitare nei partecipanti il controllo dello stimolo: verrai invitato ad evitare per un po’ le situazioni in cui ricevi stimoli inappropriati rispetto all’obiettivo dell’astenerti dal fumo (ad es. evitare per alcuni giorni cibi che stimolano il desiderio del fumo – come il caffè -, le partite a carte con amici fumatori, ecc.) e ti verrà suggerito di procurarti attivamente stimoli desiderati (ad es. frequentare amici non fumatori e locali dove è vietato fumare);

c) interventi finalizzati a facilitare la costruzione di nuove abitudini, ad es. al termine del pranzo andare a lavarsi i denti invece di fumare, oppure, nelle situazioni stressanti, praticare esercizi di respirazione invece di accendere la sigaretta.

 

3° FASE – MANTENIMENTO

Dal quinto incontro fino all’ultimo. Ora l’obiettivo è consolidare l’astensione dal fumo e prevenire le ricadute. Vengono utilizzati interventi volti:

a) alla ridefinizione degli stimoli ambientali che innescano il comportamento del fumo;

b) alla gestione dei rinforzi, ad es. verrai invitato a premiarti per i giorni di astinenza utilizzando i soldi risparmiati non fumando per comprarsi vestiti, ecc.;

c) alla gestione delle ricadute: sono possibili e la loro importanza non va né drammatizzata, né sottovalutata, ma occorre individuarne le cause.

 

4° FASE – FOLLOW-UP

Sempre con lo scopo di prevenire ricadute e di consolidare l’astensione dal fumo dei partecipanti sono realizzati i 4 follow-up. E’ questa una fase in cui viene facilitato un graduale distacco dal terapeuta (o dal gruppo) in favore di una sempre più sviluppata autonomia.

 

Non smettere da domani, puoi farlo da oggi! Scegli il percorso più adatto a te e prenota subito la prima visita.

Il progetto è guidato per Mens Sana dal Dr Fernando Cosimi. E’ possibile seguire un percorso individuale o di gruppo Per un appuntamento e per ulteriori informazioni manda una email a info@mens-sana.biz, oppure telefona al 3348957526