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logopediaLa logopedia è un ramo sanitario che si occupa della prevenzione, dell’educazione e della rieducazione della voce, del linguaggio scritto e orale e della comunicazione in età evolutiva, adulta e geriatrica.

Il lavoro del logopedista è finalizzato all’educazione e rieducazione di tutte le patologie che causano:

  • Disturbi della voce e della deglutizione
  • Disturbi della parola
  • Disturbi del linguaggio orale e scritto
  • Disturbi della comunicazione

Le Patologie trattate dalla Logopedia:
Deglutizione atipica
Si parla di deglutizione atipica quando un soggetto non possiede lo schema deglutitorio adulto, ma vi è persistenza del modello di deglutizione infantile oltre il periodo ritenuto fisiologico.

Disfonia
È una alterazione qualitativa e/o quantitativa della voce parlata che consegue ad una modificazione della struttura e/o della funzione di uno o più organi coinvolti nella sua produzione o ad una inadeguatezza delle relazioni dinamiche che intercorrono fra le diverse componenti dell’apparato pneumo-fonatorio.
È un SINTOMO chiaro ed evidente in presenza di patologie come

Noduli cordali, polipi cordali, disfonia disfunzionale ipercinetica, edema di Reinke

Paralisi cordali (monolaterali o bilaterali, in adduzione o in abduzione)

Disfonia della muta vocale

Psicogene

Neoplastiche

Le principali categorie professionali a rischio disfonia sono:

insegnanti

avvocati

operatori telefonici

cantanti

attori

Disartria
Disordine del linguaggio dovuto ad alterazioni del controllo muscolare dell’apparato pneumo-fonoarticolatorio, per danneggiamento di uno dei processi motori di base coinvolti nella produzione verbale.

La disartria è presente come sintomo di alcune malattie tra cui:
Morbo di Parkinson
la PSP (Paralisi sopranucleare progressiva)
la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica)

Balbuzie
E’ una anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio (inadeguati per l’età del soggetto) caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o più dei seguenti elementi:

Ripetizioni di suoni o sillabe

Prolungamento dei suoni

interiezioni

Interruzioni di parole (pause all’interno di parole)

Blocchi udibili o silenti (cioè pause del discorso colmate o non colmate)

Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)

Parole emesse con eccessiva tensione fisica

Ripetizione di intere parole monosillabiche (per esempio Ho-o-o-o-o fame)
Può essere accompagnata da:

Sincinesie (movimenti involontari di alcune parti del corpo, tic facciali o del collo)

Embolofrasie (interiezioni ripetute come “ah…uhm”)

Aggiunta di parole stereotipate (come appunto…appunto oppure cioè….cioè)

L’OMS classifica la BALBUZIE come disturbo specifico dello sviluppo, “un disordine del ritmo della parola nel quale il paziente sa con precisione quello che vorrebbe dire, ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo” (1977).

Disturbo specifico di apprendimento
Il D.S.A. (disturbo specifico di apprendimento) si manifesta in età scolare come una difficoltà di:
Lettura (dislessia)
Scrittura (disortografia)
Calcolo (discalculia)
Il bambino non riesce a svolgere correttamente queste abilità per una difficoltà di automatizzazione dei processi di letto-scrittura e calcolo. Il D.S.A. si manifesta in assenza di disturbi sensoriali, cognitivi, neurologici e relazionali.

Demenze
Con il termine demenza ci si riferisce ad una serie di sintomi di un gruppo numeroso di patologie che portano ad una progressiva perdita delle funzioni intellettive acquisite in precedenza da una persona.
Le sfere cognitive che possono essere inficiate sono:
la memoria (a breve e lungo termine) , il pensiero astratto , la capacità critica, il linguaggio , l’orientamento spazio temporale con conservazione dello stato di coscienza vigile.

Morbo di Alzheimer

Morbo di Parkinson

Afasia primaria progressiva

Demenza fronto-temporale

Afasia
Deficit della capacità di comprensione, elaborazione e produzione di messaggi linguistici; è la conseguenza più grave di una lesione cerebrale (ictus, ischemie, tumori cerebrali).

Presso i nostri centri troverai logopedisti in grado di trattare questi disturbi, nel bambino, nell’adulto e nell’anziano. I nostri Logopedisti lavorano in equipe con Neuropsichiatri infantili, Psicologi dell’età evolutiva e Psicologi clinici per fornire un trattamento integrato. Per maggiori informazioni manda una email a info@mens-sana.biz

stop fumoIn Italia ci sono circa 16 milioni di fumatori al di sopra dei 15 anni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità attualmente si verificano circa 3,5 milioni di decessi all’anno a causa del fumo di tabacco. L’impatto estremamente nocivo del tabacco sulla salute è la ragione principale per dare un forte supporto al controllo del tabagismo. Numerosi studi scientifici riportano che oltre il 70% dei fumatori vuole smettere definitivamente ma solo pochi ci riescono da soli. Molti tentano di farlo ma riprendono a fumare dopo intervalli più o meno lunghi di tempo. Il dato che emerge da numerose ricerche scientifiche è infatti la difficoltà a mantenere l’astinenza nel tempo. Il trattamento “STOP AL FUMO” si propone come una risposta a tutti i fumatori che desiderano smettere di fumare in modo definitivo, fornendo alla persona gli strumenti necessari per mantenere con successo il traguardo raggiunto.

 

OBIETTIVO

Smettere di fumare DEFINITIVAMENTE.

I nostri operatori, medici e psicologi, ti accompagneranno durante tutto il trattamento, attraverso un intervento specifico fatto su misura per te.

In che modo?

Ti verrà dedicato un operatore che ti seguirà sin dall’inizio durante tutto il percorso e ti aiuterà a raggiungere l’obiettivo di smettere di fumare per sempre. Ti insegnerà le tecniche per affrontare il desiderio e mantenere l’astinenza. Insieme a lui potrai imparare ad usare gli strumenti necessari per affrontare con successo tutti gli ostacoli che potrai incontrare nell’iniziare una nuova vita senza fumo.

 

METODOLOGIA

La metodologia utilizzata prende spunto dalle linee guida del Ministero della Sanità e dell’Istituto Superiore di Sanità e da alcune ricerche effettuate in ambito clinico, come ad esempio il Progetto “Respiro Libero”, un trattamento cognitivo-comportamentale sperimentale promosso dall’Università di Roma La Sapienza e dal Centro per la Ricerca in Psicoterapia di Roma.

Il problema principale di chi vuole smettere di fumare è l’alta frequenza di ricadute e la difficoltà di molte persone a mantenere l’astinenza in maniera definitiva. Quante volte ti sei messo a pensare a come sarebbe bello non essere schiavo delle sigarette, a quanto farebbe bene alla salute e anche al portafoglio? Quante volte hai deciso di smettere di fumare quando hai spento la sigaretta giurando che quella sarebbe stata l’ultima e in realtà non è stato così? Il vero problema non è smettere di fumare; tutte le volte che si spegne una sigaretta lo si fa. Il primo giorno le motivazioni possono essere così forti da dire: “Basta, non voglio più fumare” (tutti i fumatori se lo ripetono continuamente).

Il vero problema è il secondo giorno, il decimo, il millesimo, quando in un momento di debolezza o di gioia o di sicurezza ti accendi una sigaretta e dopo questa, poiché fumare è in parte una tossicodipendenza, ne vuoi un’altra e ti ritrovi ad aver ricominciato. I professionisti di Mens Sana hanno messo a punto un trattamento che possa essere una risposta definitiva a queste domande, andando a lavorare cioè sulle difficoltà che questo cambiamento può comportare se non sai cosa fare e come fare per superarle, con l’obiettivo di raggiungere il risultato tanto desiderato di liberarti dalla schiavitù del fumo e di mantenere questo traguardo per sempre.

Il programma STOP AL FUMO nasce mettendo insieme l’esperienza clinica dei nostri esperti e i risultati che derivano dalle recenti ricerche scientifiche sul tema. Esso integra al suo interno tecniche e metodi derivanti da modelli diversi. In particolare esso prevede tecniche cognitivo-comportamentali, tecniche di comunicazione, procedure derivate dai gruppi di mutuo aiuto, interventi riguardanti la salute, tecniche derivate dall’Analisi Transazionale. Imparerai a conoscere quali sono gli stimoli che anticipano l’insorgere del desiderio e, attraverso tecniche specifiche pensate apposta per te, ad affrontarlo con successo proteggendoti dalle ricadute.

Alla base di questo programma vi è una visione del fumo come di un comportamento acquisito, che mantiene una sua continuità in quanto risponde a diverse funzioni quali abitudini, piacere, risposta a bisogni psicologici e dipendenza fisiologica. Viene suggerita una disassuefazione graduale accompagnata da una “data limite” entro la quale deciderai di impegnarti a smettere totalmente. La riduzione graduale, sebbene non obbligatoria, viene consigliata in quanto ha un duplice vantaggio: riduce i sintomi di astinenza e permette di analizzare l’abitudine e interiorizzare la motivazione al cambiamento.

 

STRUTTURA DELL’INTERVENTO

Il programma prevede 8 incontri e 4 follow-up di un’ora ciascuno (1 ora e mezza per il trattamento di gruppo). I primi 7 incontri hanno cadenza settimanale; l’8° incontro avviene a distanza di 15 giorni dal 7°. I 4 follow-up sono realizzati a distanza rispettivamente di 1 mese, 3 mesi, 6 mesi e 12 mesi dal termine del trattamento.

Il percorso è suddiviso in 4 fasi:

 

1° FASE – PREPARAZIONE

Dal primo al quarto incontro. Nelle prime quattro sedute l’obiettivo è di approfondire la tua motivazione, indagando insieme quali sono i benefici e i costi legati al fumo. Gli scopi principali di questa fase sono due:

  • Accompagnarti nel divenire consapevoli dell’atto del fumare,
  • Aiutarti a ridurre il numero delle sigarette giornaliere, aumentando la capacità di auto-osservazione.

Generalmente quando un fumatore decide di smettere di fumare viene immediatamente assalito dal panico perché è convinto che non riuscirà a resistere, ed è inoltre sicuro che, se anche per miracolo dovesse farcela, dovrà soffrire le pene dell’inferno per un periodo indefinito. Pensa anche che la vita sarà meno piacevole, che non sarà più in grado di concentrarsi o far fronte a situazioni difficili e che, anche se magari non fumerà più, non sarà comunque mai libero e per il resto della vita dovrà cercare di resistere alla tentazione di accendersi ogni tanto una sigaretta. E invece non è così! La stragrande maggioranza dei fumatori che partecipa al nostro trattamento se ne va da non fumatore. Come otteniamo questo successo? Certo non ripetendogli che corre dei rischi terribili per la salute, che spende un mucchio di soldi, che fumare è disgustoso e spiacevole e che è uno sciocco a non smettere. Non lo trattiamo da stupido ripetendogli quello che già sa! In fondo non si fuma per le ragioni per cui non dovremmo farlo, che sono quelle appena elencate. Per smettere è necessario smantellare le ragioni per le quali si fuma, ed è questo che STOP AL FUMO fa. Una volta eliminato il desiderio di fumare smettere è facile e non occorre alcuna forza di volontà.

 

2° FASE – SOSPENSIONE

Tra il quarto e il quinto incontro. L’obiettivo è ora quello di ottenere un’astensione totale dal fumo. La sospensione è programmata con tecnica contrattuale che prevede una data-limite nelle 48 ore precedenti il quinto incontro. In questa fase vengono utilizzate:

a) procedure derivanti dai gruppi di mutuo aiuto volte a stimolare processi di relazione di aiuto con altri fumatori in trattamento o con testimonianze di ex fumatori;

b) interventi finalizzati a facilitare nei partecipanti il controllo dello stimolo: verrai invitato ad evitare per un po’ le situazioni in cui ricevi stimoli inappropriati rispetto all’obiettivo dell’astenerti dal fumo (ad es. evitare per alcuni giorni cibi che stimolano il desiderio del fumo – come il caffè -, le partite a carte con amici fumatori, ecc.) e ti verrà suggerito di procurarti attivamente stimoli desiderati (ad es. frequentare amici non fumatori e locali dove è vietato fumare);

c) interventi finalizzati a facilitare la costruzione di nuove abitudini, ad es. al termine del pranzo andare a lavarsi i denti invece di fumare, oppure, nelle situazioni stressanti, praticare esercizi di respirazione invece di accendere la sigaretta.

 

3° FASE – MANTENIMENTO

Dal quinto incontro fino all’ultimo. Ora l’obiettivo è consolidare l’astensione dal fumo e prevenire le ricadute. Vengono utilizzati interventi volti:

a) alla ridefinizione degli stimoli ambientali che innescano il comportamento del fumo;

b) alla gestione dei rinforzi, ad es. verrai invitato a premiarti per i giorni di astinenza utilizzando i soldi risparmiati non fumando per comprarsi vestiti, ecc.;

c) alla gestione delle ricadute: sono possibili e la loro importanza non va né drammatizzata, né sottovalutata, ma occorre individuarne le cause.

 

4° FASE – FOLLOW-UP

Sempre con lo scopo di prevenire ricadute e di consolidare l’astensione dal fumo dei partecipanti sono realizzati i 4 follow-up. E’ questa una fase in cui viene facilitato un graduale distacco dal terapeuta (o dal gruppo) in favore di una sempre più sviluppata autonomia.

 

Non smettere da domani, puoi farlo da oggi! Scegli il percorso più adatto a te e prenota subito la prima visita.

Il progetto è guidato per Mens Sana dal Dr Fernando Cosimi. E’ possibile seguire un percorso individuale o di gruppo Per un appuntamento e per ulteriori informazioni manda una email a info@mens-sana.biz, oppure telefona al 3348957526

 

Di Stefano Calore, Terapeuta Rogersiano di Mens Sana

“Quando le persone sono accettate e valorizzate, esse tendono a sviluppare un atteggiamento di mag­gior cura verso se stesse. Quando le persone sono ascoltate empaticamente, diventa loro possibile prestare un ascolto più accurato al flusso delle esperienze interiori. Ma via via che una persona com­prende se stessa, il Sé diventa più congruente con l’esperire. La persona diventa in tal modo più autentica, più genuina. Queste tendenze, che sono il corrispettivo degli atteggiamenti del terapista, consentono all’individuo di essere un promotore più efficace della propria crescita. C’è una libertà più grande nell’essere una persona vera, totale.”
Carl Rogers

L’Approccio Centrato sulla Persona si basa sul pensiero di Carl Rogers, secondo cui ogni persona è naturalmente dotata di una funzione di valutazione interna, “organismica”, che permette di autoregolarsi e di attualizzarsi. Tale funzione viene in varie forme limitata e “tradita”, seppur inconsapevolmente, dalla persona stessa nel corso del proprio processo di sviluppo che, nel tentativo di conquistare e mantenere la considerazione positiva delle persone significative, può giungere a negare o deformare la percezione di alcune aree della propria esperienza ed assumere un criterio di valutazione esterno, appartenente ad altri.

Il processo di difesa dell’io dagli elementi dell’esperienza che vengono valutati come minacciosi, produce effetti negativi sul benessere della persona: rigidità percettiva, causata dalla necessità di deformare alcuni dati esperienziali; assenza parziale o incapacità di discriminare percettivamente e simbolizzare correttamente l’esperienza, causata sia dalla distorsione che dall’omissione di alcuni elementi della stessa.

L’obiettivo del processo terapeutico è quello di consentire alla persona di riappropriarsi della propria capacità di valutazione interna e del proprio potere personale, favorendo lo sviluppo di congruenza e migliorandone il funzionamento globale. Il lavoro di supporto e di accompagnamento della persona, ha come obiettivo quello di aiutarla a ricontattare le proprie risorse interne riappropriandosi di gradi maggiori di libertà di scelta e di azione.

Il terapeuta rogersiano persegue questo obiettivo creando un ‘clima facilitante’ sostenuto dalla presenza della propria congruenza e capacità empatica e dall’ accettazione positiva incondizionata dell’altro.

Bibliografia:

Rogers, C. R.; Kinget, G. M. (1970) “Psicoterapia e relazioni umane. Teoria e pratica della terapia non direttiva”, Torino, Bollati Boringhieri
Rogers, C. R. (1983) Un modo di essere, Firenze, Psycho
Rogers, C. R. (2000) La terapia centrata sul cliente, Firenze, Psycho

mindfulnessA cura della Dott.ssa Manuela Cantagallo, responsabile Mindfulness per Mens Sana

LA SOFFERENZA DEL VIVERE

Molto spesso usiamo la frase “sono stressato/a” quando ci sembra che la vita ci chieda troppo. I figli da prendere a scuola e da portare in piscina/danza/calcio, la cena da preparare, la casa da riassettare, e poi il lavoro in ufficio, con quei colleghi non proprio simpatici, il capo che non capisce le nostre esigenze, oppure la mancanza di lavoro stesso, la precarietà del futuro, il desiderio di uscire di casa e non poterlo realizzare. La società che ci obbliga ad essere sempre al passo con i tempi, con l’ultima moda, con la tecnologia….anche quando ancora non abbiamo ben compreso quella vecchia. Sono tutte cose che possono “stressare”, che possono farci ammalare.
Quante volte ci sarà capitato di sentir mancare il respiro, di avere continui mal di testa, gastriti, dolori alla schiena? Quante volte abbiamo avuto il desiderio di fare qualcosa di bello, di diverso, ma non avere l’energia per farlo? Un aiuto a risolvere tutti questi problemi ce lo può dare la MINDFULNESS.

MINDFULNESS

Secondo la definizione di Jon Kabat-Zinn, Mindfulness significa “porre attenzione in un modo particolare: intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante” (1994, p. 63).
La Midfulness  è una meditazione particolare, che prende spunto dalla pratica meditativa vipassana, che significa “chiara visione”. Si riferisce quindi alla possibilità di avere una comprensione profonda di ciò che accade nel mondo, nel momento stesso in cui avviene, senza lasciarci trascinare dagli eventi stessi.

La Mindfulness non è semplicemente una tecnica da apprendere, ma un vero e proprio modo di vivere attraverso il quale si raggiunge la consapevolezza del proprio essere, nel mondo e con se stessi, e della propria vita. La Mindfulness nasce come meditazione, ma pian piano ci si accorge che, più la si pratica, più cambia il proprio modo di vivere. Tutto acquista un valore diverso, e si apprende la capacità di discernere cosa è importante e cosa si può abbandonare, a cosa si può dedicare tempo in modo fruttuoso per voi e gli altri, e cosa lasciare andare, come una barca lungo un fiume.

Mindfulness consiste nella pratica della meditazione, la cui essenza è prestare attenzione al momento presente, alla propria esperienza, in un stato di autentica calma non reattiva agli agenti esterni. Ma non crediate che sia così facile, o che non dobbiate impegnarvi a fondo e seriamente:
la meditazione richiede tempo, energia, determinazione, fermezza e disciplina. Kabat-Zinn suggerisce che il modo più facile ed efficace per iniziare la pratica di meditazione è quello di osservare il respiro, concentrare su di esso la nostra attenzione e vedere che cosa succede mentre cerchiamo di conservarla. L’idea fondamentale è mantenere la consapevolezza delle sensazioni che accompagnano il respiro in quel particolare punto del corpo (narici, petto o pancia), momento dopo momento. In questo modo, si allena la mente ad essere attenta al momento presente e meno distratta dalla realtà, e nello stesso tempo si impara ad accettare e coltivare ogni istante così come viene, accrescendo la propria capacità naturale di concentrazione.

DA SOLI E IN GRUPPO

Possiamo praticare la Mindfulness da soli, a casa nostra, meglio è farlo in gruppo, almeno per i primi tempi. Il gruppo sarà formato da persone in grado di essere consapevoli anche nella vita quotidiana, in grado di incoraggiarci nel nostro nuovo modo di essere nel mondo. Ci incontreremo una volta a settimana, una volta al mese, a seconda delle esigenze del gruppo stesso. Essere nel gruppo ci aiuterà ad uscire fuori da noi stessi per entrare in come con gli altri, in un reale incontro lontano dai nostri soliti schemi. “La presenza di altri praticanti equivale alla presenza di molte campane di consapevolezza” (Thich Nhat Hanh, 1992, p. 110).

PERCHE’ LA MINDFULNESS FUNZIONA

Il fondamento della cura sta quindi nel distanziamento attraverso la consapevolezza profonda, la mindfulness, da ciò che avevamo creduto reale. Ciò che ci rende “liberi”, in fondo, è proprio la possibilità, attraverso la meditazione, di disidentificarci dai nostri contenuti mentali, che sono solo contenuti, appunto, e non il nostro pieno essere. I pensieri sono solo pensieri, non fatti (Montano, 2007, p. 29).

EVIDENZE CLINICHE

Il metodo di addestramento alla Mindfulness  più citato è il programma Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR). Kabat-Zinn (1982), a quel tempo era direttore dell’University of Massachussets Medical Center e introdusse la meditazione Mindfulness nel  programma medico di tutti quei pazienti affetti da dolore cronico che non avevano ottenuto miglioramenti. Al termine del programma, i partecipanti mostrarono una riduzione media del 33% dell’indice del dolore. Attualmente, l’MBSR viene usata con successo nei seguenti disturbi:

  • Dolori cronici
  • Malattie cardiovascolari
  • Cancro
  • Malattie polmonari
  • Ipertensione
  • Cefalea
  • Disturbi del sonno

Presso i nostri centri potrai trovare sperimentare anche tu la Mindfulness. Manda una email a info@mens-sana.biz per ulteriori informazioni e iscrizioni.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è considerata la terapia che ottiene i risultati migliori nel trattamento della maggior parte dei disturbi emotivi e del comportamento dalla comunità scientifica internazionale.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è un approccio psicologico che ha come obiettivo principale far apprendere nuove modalità e abilità comportamentali e cognitive. In particolare, l’attenzione dello psicoterapeuta è posta sui comportamenti disfunzionali, sulle credenze e sui pensieri che sono alla base delle cause del disagio.
Tra emozioni, pensieri e comportamenti esiste una stretta relazione e l’indagine sulle cause dei problemi e del disagio psicologico è focalizzata sulla reciproca influenza di queste tre variabili. Per la Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è importante quindi ciò che facciamo, l’analisi dei nostri pensieri e le nostre reazioni emotive, nel momento attuale, nel presente, qui ed ora.

La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale sta assumendo sempre più un ruolo centrale nella diagnosi e nella cura di problemi emotivi e comportamentali quali:

Ansia, fobie, attacchi di panico;

Fobia sociale;

Depressione;

Disturbi ossessivo-compulsivi;

Disturbi alimentari (anoressia, bulimia);

Disturbi del sonno;

Disturbi sessuali;

Disturbi di personalità;

Stress;

Dipendenza da sostanze (alcool e altre droghe);

Difficoltà scolastiche o lavorative;

Problemi di coppia.

La psicoterapia Cognitivo Comportamentale è fondata sull’integrazione la combinazione di due psicoterapie di grande efficacia:

Psicoterapia Cognitiva
che aiuta ad individuare schemi, modalità di ragionamento, pensieri che sono in stretta relazione con comportamenti disfunzionali, emozioni negative ed esperienze di forte disagio, per integrarli, riorganizzarli, correggerli al fine di renderli più adeguati, più funzionali al benessere psicologico della persona;

Psicoterapia Comportamentale
che aiuta a riconoscere i comportamenti legati ad esperienze di disagio, difficoltà, emozioni negative, allo scopo di rielaborarli, modificarli, grazie all’apprendimento di nuove modalità di azione, affinché essi diventino più funzionali al benessere e alla qualità della vita della persona.

La psicoterapia Cognitivo Comportamentale è:

A breve-medio termine – Ogni seduta dura 50 minuti, la cadenza è settimanale.  La durata della terapia può variare solitamente da alcune settimane (psicoterapia breve) ad un anno a seconda della gravità e della tipologia dei disturbi psicologici, in qualche particolare caso può durare più di un anno. Sono previsti, dopo la fine della terapia, degli incontri di follow-up, in cui con una cadenza prestabilita via via  diluita nel tempo si valutano insieme al paziente gli esiti della Psicoterapia ed il percorso post-psicoterapia. Lo psicoterapeuta rimane comunque a disposizione nel caso si dovessero presentare problemi o dovessero emergere nuove difficoltà;

Centrata sul presente – la Psicoterapia cognitivo comportamentale non considera il passato, come succede in altre forme di psicoterapia, l’aspetto più importante da considerare nell’indagine delle cause del disagio psicologico attuale. Le esperienze, i racconti, le descrizioni di ciò che è accaduto nel passato sono importanti per capire come si sono sviluppati e strutturati nel tempo i problemi attuali, ma non costituiscono l’elemento fondamentale su cui basare l’intervento e il trattamento terapeutico. Le cause del disagio psicologico, dei problemi e delle difficoltà del paziente sono da rintracciare nel qui ed ora, nel presente. L’obiettivo primario è aiutare il paziente a raggiungere il benessere psicologico liberandolo dai problemi e dal disagio vissuti finora attraverso la sua fattiva collaborazione.

Attiva e collaborativa – la psicoterapia cognitivo comportamentale richiede una reciproca collaborazione tra paziente e psicoterapeuta. Entrambi hanno un ruolo attivo nei processi che si sviluppano durante il percorso psicoterapeutico. Non si esaurisce nell’arco di una seduta, ma prosegue per tutta le settimana con compiti che il terapeuta da’ da affrontare al paziente-

Fondata scientificamente – Migliaia di ricerche basate su studi rigorosi hanno dimostrato che la psicoterapia cognitiva e comportamentale è efficace nel trattamento e nella cura della maggior parte dei disturbi psicologici. Inoltre è stato provato che la percentuale di ricadute è minore rispetto al solo trattamento farmacologico.