Dal momento che passiamo circa un terzo della nostra esistenza dormendo e nonostante sia un’attività che diamo per scontata, i disturbi del sonno possono essere causa o conseguenza di numerosi problemi e avere un impatto significativo sulla nostra qualità di vita.
Il sonno è un comportamento. Questa affermazione può sembrare bizzarra, poiché siamo soliti a pensare ai comportamenti come attività che implicano movimento, come camminare. Il sonno non è contraddistinto propriamente dal movimento, la sua caratteristica peculiare è la sonnolenza insistente che induce a cercare un luogo tranquillo e confortevole in cui sdraiarsi e che ci permetta di riposare.
Infatti, sappiamo molto bene quanto possa essere assillante il bisogno di dormire e quanto ne risentiremmo, se fossimo costretti o ci capitasse di rimanere svegli per tutta la notte. Non è possibile rimandare a tempo indefinito il bisogno di dormire, il sonno presto o tardi arriverà, indipendentemente da quanto una persona si sforzi di rimanere sveglia. Quando siamo costretti a perdere una notte del nostro prezioso sonno, diventiamo molto sonnolenti. Il fatto che la sonnolenza eserciti una pressione così elevata, ci suggerisce che il sonno sia una necessità vitale.
Ma a cosa serve dormire? Qual è la sua principale funzione?
Gli studi di deprivazione di sonno sugli uomini non hanno fornito prove sufficienti per sostenere che il sonno sia necessario a mantenere normale il funzionamento del corpo. Horne (1978) conducendo più di 50 esperimenti con individui deprivati di sonno, ha affermato che la maggior parte di essi dimostra che la deprivazione di sonno non interferisce con l’abilità di eseguire esercizi fisici, ma con le abilità cognitive (es. distorsione delle percezioni, difficoltà di concentrazione in un compito). Perciò il ruolo principale del sonno non sembra essere il ristoro e recupero del corpo, ma della mente.
La maggior parte dei ricercatori ritiene che la principale funzione del sonno ad onte lente sia permettere al cervello di riposare, sebbene il cervello umano rappresenti solo il 2% del peso corporeo totale, esso consuma il 20% delle energia disponibile.
Si deduce da diversi studi che le prestazioni cognitive individuali siano influenzate da questa attività: una giornata impegnativa dal punto di vista mentale si associa con una maggiore quantità di sonno profondo, dunque il cervello ha bisogno di dormire per funzionare al meglio dell’efficienza (Harrison, Horne).
Antonietta De Marco